Il vero ed inquietante Osservatorio del Viminale (IIa parte)
09 - 10 - 2007
L'articolo in oggetto (di cui in questa pagina è consultabile la seconda parte) è tratto da "Asromaultras.it".
Asromaultras.it riprende un intervista de "Il Romanista" del 06 ottobre 2007, effettuata da Daniele Galli al Dott. Felice Ferlizzi (presidente dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive), e la commenta.
NB: Il testo in corsivo è il commento curato da Asromaultras.it.
[I collegamenti ipertestuali (link) rimandano ad altre pagine di questo sito e sono stati da noi aggiunti in un secondo tempo, per chi volesse sviluppare alcuni argomenti]
IIa parte
Non vede in tutto questo una deriva autoritaristica? Il tifoso per bene, all'interno di un impianto, rappresenta il 99% di tutti gli spettatori. Un articolo de Il Riformista, qualche giorno fa, poneva l'accento sul pericolo concreto di una riduzione della libertà di circolazione, di riunione e di manifestazione del pensiero. Diritti fondamentali sacrificati per la sicurezza.
«L'ho letto anche io. Che dire? Io mi attengo a un quadro ordinamentale", che mi è stato fornito dal legislatore (Il Legislatore, in questo caso, coincide con l'Amato Ministro e l'evanescente briatorina, che hanno dato poteri senza limiti a un organo di Polizia quale è, sostanzialmente, l'Osservatorio... Quelle libertà di cui parlava il Riformista non sono "in pericolo": sono già state attaccate ed eliminate. Siamo in uno "Stadio di Polizia", modello che potrebbe essere facilmente esportato nella società civile, una volta aperta una crepa - come si è aperta - nella Costituzione).
Questo tavolo, comunque, si arricchisce giorno per giorno di tutti i contributi. Anche dei vostri, della stampa (salvo lamentele private quando li si critica troppo, non è vero?)».
Intanto, gli incidenti tra tifoserie non sono stati frenati dalla legge Amato.
«La legge Amato è stato un passaggio fondamentale. Dall'inizio della stagione abbiano monitorato circa 400 partite tra Serie A, B e C. Il numero di episodi rilevati è stato irrisorio (e te credo! Impedite ai tifosi di partecipare! Pure se si chiudono le autostrade non ci sono più incidenti! Chiudete del tutto gli stadi e ci saranno zero incidenti). Le violenze ci sono sempre, ma hanno prodotto molti meno danni del passato».
Parliamo degli striscioni. Non si sta esagerando con le proibizioni?
Si ricorda un famoso "A noi ce s'è rotto er fax", per il quale vennero addirittura "daspati" i responsabili? L'ironia non dovrebbe essere il sale del calcio?
«L'Osservatorio non ha vietato nulla (beh, questa è grossa). Abbiamo regolamentato la normativa sugli striscioni (un po' come dire a un pesce: non puoi nuotare nell'acqua a meno che per fax non ci chiedi l'autorizzazione! Vi invito a leggere le disposizioni iniziali dell'Osservatorio, tuttora valide, che non sono mai state adeguate alla modifica del decreto legge Amato nella definitiva Legge Amato e poi vediamo... leggetele e ditemi voi se è vero che hanno solo regolamentato e non implicitamente vietato. Questo tipo di controllo ben si può fare come si è sempre fatto: all'ingresso dello stadio, da parte del funzionario addetto).
I malpensanti hanno gridato "Ah, ecco li hanno vietati". Non è vero (Come non è vero? Il tifo è una passione mica un lavoro! Fax, controfax... diffide a go-go per striscioni assolutamente leciti e per quelli del Monza che contestano legittimamente la Legge Amato, per quelli dell'Udinese con le magliette di contestazione... 5 anni di firma a quelli del Rimini che avevano chiesto - ottenendo risposta negativa - l'autorizzazione per esporre uno striscione per un loro amico morto... quelli del Manfredonia perseguitati per aver affisso in un giardino pubblico dei pannelli con le foto che paragonavano il tifo coreografico con la situazione attuale della loro curva... intere realtà di tifo sradicate, soprattutto nelle piccole cittadine... Ma che pensate che la gente dimentichi o che solo perchè la TV non ne parla le cose non si sappiano in giro?
Siamo nell'era di internet che la Birmania chiude perché non si abbiano notizie della repressione!
Quanto vi piacerebbe che internet non esistesse!
In Birmania mica chiudono i giornali, chiudono internet perché i giornali sono corrotti e al servizio del potere. La Cassazione dice che i giornali sono il cane da guardia della democrazia. Beh, se questo in parte è vero, posso allora ben dire che internet è il leone da guardia della democrazia!
Tornando a noi e al Dottor Ferlizzi: è vietato - anche se si fa la richiesta - esporre uno striscione che non contenga scritte di sostegno alla propria squadra, anche se di contenuto più che lecito, il che mi sembra un tantino incostituzionale...
Al prossimo politico o giornalista che mi parla di "difesa dei valori della Costituzione" gli do un destro).
Siamo d'accordo anche noi che le coreografie fanno parte dello spettacolo del calcio. Abbiamo solo imposto delle regole. Se vengo ospitato a casa d'altri, non posso fare come mi pare (giusto: anche prima le cose vietate, infatti, non venivano fatte entrare, tranne quelle che, per l'inadeguatezza degli impianti - ora a norma - o dei controlli, entravano di nascosto). Gli striscioni devono essere attinenti alla partita, che puntino ad incitare e non a insultare (siamo d'accordo, ma era così anche prima. Gli striscioni di insulto non venivano fatti entrare e quelli che entravano era perché sfuggivano ai controlli: mi spiega il Dottor Ferlizzi come classifica lo stendardo "Amo Spalletti perché non c'ha neanche un Capello?").
E poi non possono essere piazzati così, dove capita.
Non leviamo mica la bandierina al bambino (al vecchietto del Torino sulla carrozzella però sì), ne priviamo i tifosi delle coreografie. Chiediamo solo che la società ospitante ne conosca i contenuti, gli spazi (ma li deve conoscere per forza una settimana prima? Già quando si preparavano le coreografie qualche giorno prima e senza fax i laziali la venivano a sapere perché i poliziotti laziali che venivano a controllare glielo dicevano. Figuriamoci con il fax di una settimana prima!). E il materiale, perché alcuni striscioni sono facilmente infiammabili (per favore, meno ipocrisia e un po' di buon senso: gli striscioni ci sono dal 1968. Vi ricordate forse un qualche incendio dovuto agli striscioni dal 1968 al 2007? Ricordo quando ci proibirono, anni fa, la distribuzione di un volantino perché era infiammabile e poi all'interno dello stadio una nota ditta di non ricordo più cosa aveva fatto distribuire 20.000 volantini...). Comunque, vedremo tutti assieme se qualcosa debba essere rivisto».
Che risponde ai romanisti di "A noi ce s'è rotto er fax"? Non era solo uno striscione ironico?
«Posso anche essere d'accordo con lei. Però, se non ricordo male, quello striscione venne vietato alla prima o seconda domenica dopo l'entrata in vigore delle nuove regole. In quel momento storico (un mese circa dopo Raciti, ndr), quando da poco si è registrata un'emergenza, sarebbe servita un po' più di prudenza. Se prima diciamo che gli striscioni devono essere attinenti e il giorno dopo ti presenti allo stadio con "A noi ce s'è rotto er fax", questo per noi non è sfottò. Ma contestazione» (eccolo lì! Vietato esprimere il proprio pensiero. In tutti i luoghi d'Italia posso contestare, non allo stadio. Domanda a Ferlizzi e alla briatorina (che ha sempre detto che gli stadi non possono essere luoghi extraterritoriali) per la prossima intervista: lo stadio è un luogo extraterritoriale dove la Costituzione - che non può essere derogata dalle leggi ordinarie e quindi dal Legislatore viene disapplicata?).
La reazione non è stata sproporzionata all'azione?
«Ce lo dovremmo chiedere un po' tutti quanti. Alla luce di come è migliorata adesso la situazione, forse sì.
Ma se l'avere ottenuto certi risultati negli stadi è stato merito anche di alcune restrizioni, allora sì, è servito sacrificare quello striscione» (non avete sacrificato lo striscione, limitandovi - seppur illegittimamente - a sequestrarlo: avete tentato di privare una persona della propria libertà personale per tre anni! Per fortuna ci ha pensato uno di quei giudici che l'Amato ministro detesta - i giudici ancora cercano di contrastare gli Stati di polizia - a cancellare il triplice obbligo di firma, ma quella persona per tre anni ancora può essere arrestato se il giorno della partita sta a Ponte Milvio! Sbaglio Dottor Ferlizzi? Quindi non avete sacrificato "quello striscione": avete sacrificato la Costituzione e il sacrosanto diritto di un cittadino di esprimere il proprio pensiero in modo assolutamente lecito: la definizione di cosa questo comporti lo lascio alla valutazione e alla sensibilità di chi legge: Mi rendo conto che la stessa sensibilità non la posso pretendere da chi vorrebbe che solo la Polizia fosse Stato o - forse meglio - che solo la Polizia regolasse il vivere nello Stato).
Privandoci della libertà di espressione?
«Lo striscione non rientra nella libertà di espressione (Vedete? Secondo Il Dottor Ferlizzi la contestazione - cosi ha definito lui stesso lo striscione in questione - non rientra nella libertà di espressione. Vorrei sentire il parere di chi ci governa attualmente su questo punto. Una cosa del genere è da interpellanza parlamentare. Ma visto che le interpellanze ormai le fanno solo Le Iene e Beppe Grillo, chiedo loro: potete fare la domanda "Secondo lei la contestazione rientra nella libertà di espressione?" a un qualsiasi parlamentare della Repubblica Italiana o anche a un qualsiasi cittadino tra i 56.000.000 che vivono nel nostro Paese?
Io ho paura di chi dà il potere a queste persone. Non si tratta di dialogare. E' lo Stato che si deve rendere conto che deve togliere, o perlomeno limitare, il potere all'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive perché il problema non è tanto l'Osservatorio ma uno Stato che dà questi poteri illimitati a un organo simile). Bisogna dare il giusto peso alle parole. Questo Paese vive di calcio, figuriamoci se adesso non c'è diritto di esprimersi nel pallone (sembra proprio che gli interisti - vedi gli aggiornamenti precedenti - abbiano qualcosa da dire al riguardo)».
Come vive il suo lavoro?
«Con passione e determinazione. Sono consapevole di essere soggetto a tante critiche, ma so pure di essere disposto a migliorare. Per questo, sentirò chiunque possa darci una dritta. Finora abbiamo sentito molte voci. Tranne una».
Quale?
«Quella dei gruppi organizzati. Degli ultras. Di quelli tra loro che sono sì tifosi, ma non teppisti (Non è vero. L'avete sentita. L'avete letta. La leggete tutti i giorni sui siti web da cui prendete informazioni, questo incluso. La sentite nelle radio. La leggete nei fax degli striscioni che proibite. Non c'è bisogno di incontri davanti a un fotografo di un qualche giornale per farsi belli e rendersi simpatici all'opinione pubblica, al fine di giustificare quella che è e rimane una semplice operazione repressiva.
Le problematiche le conoscete perfettamente. In ogni caso qui a fianco il Dottor Ferlizzi potrà leggere quello che pensa il Follonica Hockey delle decisioni del suo Osservatorio). Inizieremo ad ascoltarli, sapendo già di dover rispondere più a critiche che a suggerimenti. Cominceremo con alcune tifoserie del nord Italia. Cercheremo di avere anche loro come nostri interlocutori. Magari, con gli ultras della Roma potremmo sfruttare l'ospitalità del suo giornale, de Il Romanista. Se organizzate un forum per parlare con loro, io ci sarò».
Ferlizzi, ma lei tifa?
«Certamente, anche se non posso svelarle, per ovvi motivi, per chi (credo l'Astrea... e fateme fà 'na battuta!). Ognuno di noi ha avuto un padre che lo ha introdotto all'amore per una squadra. Anche io amo il pallone».