28 - 04 - 2007
Una giornata di tifo come piace a noi, con il nostro Striscione, le nostre bandiere, fumogeni e torce, e soprattutto la nostra libertà di parola. Cosa c'è di strano? Semplice, per potere fare tutto ciò, siamo dovuti andare il giorno prima della partita a Collecchio, mentre i Gialloblu si allenavano, in quella che non è la nostra Curva (cioè casa nostra), non su gradoni resi bollenti da un sole estivo, ma in mezzo a delle piante. Malgrado tutto la sensazione è stata bellissima, come rinascere un'altra volta, come se tutto si fosse fermato a quella maledetta sera del derby di Catania. Ed ancora una volta è ripartito il nostro grido di protesta, verso un ingiustizia bella e buona, perché striscioni e bandiere non hanno mai ucciso nessuno, forse dato fastidio, ma niente di più.
Peccato poi che il giorno dopo, entrando in Curva contro il Catania, tutto è ritornato come prima, spogliati di tutto tranne che della nostra fede, della convinzione e di quella che ormai è rabbia allo stato puro. Vedere la Curva cantare, disorganizzata, senza tempo, senza bandiere, con i ragazzi più giovani che con lo sguardo ti cercano perché comunque tu per loro sei un punto di riferimento, ci fa star male. La nostra scelta può anche non essere condivisa, specie da chi non è Ultras, ma la nostra natura ci impone di farci sentire e non dargliela vinta senza lottare. L'unica cosa che vorremmo dalla Curva è il rispetto verso quelle tifoserie che ci hanno rispettato in casa loro, come i catanesi, più volte offesi. Il rispetto è qualcosa di basilare nel nostro codice, per cui solo chi ha vissuto in prima persona certe trasferte e situazioni può decidere cos'è giusto fare. Chi si sente Ultras, chi lo vuole diventare e chi lo è stato in passato, sarà d'accordo con noi e sarà altrettanto bello vederlo al nostro fianco. Chi invece non ci conosce o ci biasima, abbia almeno il coraggio di rispettare le nostre scelte sapendo che stiamo lottando anche per lui e non può neanche immaginare la nostra sofferenza standocene zitti e buoni, nel momento in cui il PARMA ha più bisogno.
Per PARMA-Catania la questura di Parma si è messa in lizza per un nuovo primato, dopo che è stata la prima ad usufruire dell'arresto in flagranza di reato nelle 36 ore e la prima a diffidare per l'accensione di fumogeni. Probabilmente un catanese proverà sulla propria pelle cosa vuole dire oggi il nuovo "oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale", che ad occhio e croce gli costerà qualche mese di galera e parecchi anni di diffida. L'agente che l'ha fermato ha letto nei suoi occhi "l'odio verso le forze dell'ordine, verso la divisa", senza però descrivere come sono gli occhi degli agenti quando caricano gli Ultras. Gli inglesi a Roma non sono riusciti a descriverlo, semplicemente perché gli uomini con il manganello avevano il casco in testa e il fazzoletto che gli copriva la faccia. Ma noi abbiamo visto i volti increduli di quelli che, senza motivo, venivano brutalmente colpiti.
Contro la Fiorentina abbiamo fatto un passo indietro (leggi Comunicato del 18-04-2007) perché la Maglia aveva bisogno, perché ce lo chiedeva la maggioranza della gente della Nord, perché ci faceva male vedere una Curva sotto di un gol (PARMA-Catania) incapace di reagire. Una scelta libera, dettata dal cuore e influenzata dalle risposte del popolo della Nord: tutti appoggiavano la nostra protesta, ma molti non erano d'accordo con il silenzio. Questa non è una battaglia che possiamo condurre da soli, perché il decreto Melandri-Amato e le norme dell'Osservatorio ci toccano tutti e di fronte a queste cose bisogna essere compatti. La nostra battaglia contro leggi e norme ingiuste continua, ma in modo diverso. Coerenti con i nostri ideali, adottiamo una nuova strategia per sconfiggere il nemico. Un gesto intelligente che la Curva ha apprezzato. E da una ritrovata un'unità è scaturita un'inaspettata vittoria contro i viola. Tre punti fondamentali verso la Salvezza.
Noi BOYS siamo andati a Palermo, con il solito spirito ma senza quelle armi che ci hanno sempre contraddistinto: striscioni, tamburi e bandiere. Il risultato ci ha premiati del lungo e faticoso viaggio (partenza sabato sera e ritorno lunedì mattina), così come le parole del presidente Ghirardi che ci ha ringraziati pubblicamente.
La nostra fede non può essere repressa, neppure con la forza. La battaglia che stiamo combattendo è lunga e faticosa ma noi continueremo a sostenere i diritti di Ultras e tifosi, senza compromessi, senza rese, senza inciuci.
Il potere (politico-economico-calcistico) non è riuscito a mettere le mani sulla torta di Euro 2012 e ha pianto. In lacrime la Melandri, in compagnia di Abete, Matarrese e Carraro. Questi i signori che componevano la delegazione italiana: il peggio del Paese. Biglietto da visita: le manganellate della polizia ai tifosi del Manchester United, un pestaggio che il Prefetto Achille Serra ha giustificato come semplice "carica di alleggerimento". (Vedi: modalità di "alleggerimento" di un tifoso a terra.)
Ma la Melandri, insieme ai suoi colleghi, dovrebbe piangere di vergogna, per aver presentato un decreto che violenta la Costituzione. Un decreto già convertito in legge ma che in vari punti dovrà essere forzatamente modificato per manifesta anticostituzionalità. Basti pensare che nel testo sono stati inseriti provvedimenti che erano già stati dichiarati anticostituzionali in un recente passato.
NOI? SIAM TIFOSI CON TROMBE E BANDIERE!
VIVA I BOYS, VIVA IL PARMA!