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Tornelli pericolosi

13 - 09 - 2007

Ancor prima della morte dell'agente Filippo Raciti (ancora senza colpevole, nonostante le tante leggi contro ultras e tifosi) erano state poste in essere molte nuove norme, spacciate come provvedimenti volti a contrastare la violenza negli stadi. Tra queste ricordiamo l'introduzione del biglietto nominale, la video-sorveglianza e gli steward. Al di là delle dichiarazioni di facciata, l'introduzione di tali norme serviva (o si credeva servisse) ad ottenere l'organizzazione degli Europei di calcio del 2012, che dovevano significare: ingenti guadagni per qualcuno, tasse e sprechi per tutto il Paese (come già accaduto per Italia '90).
Lo stesso potere economico-politico-mediatico non ha esitato a strumentalizzare la morte di un agente di Polizia per i propri fini. Ancor prima di conoscere la verità (ancora sconosciuta al dì d'oggi): la Lega Calcio proponeva cosa fare, il Governo ubbidiva e il Parlamento sottoscriveva. Grazie ad una campagna mediatica senza precedenti, che disinformava ad hoc l'opinione pubblica e diffondeva un forte sentimento anti-ultras, si violentava liberamente la Costituzione e il Diritto. In quel clima di "caccia alle streghe" era estremamente difficile rimanere fedeli ai propri valori e difenderli fino in fondo. Così molti tacevano, molti si adeguavano, e tanti si prostituivano. Perché è più facile seguire la corrente che avere dignità, perché c'è sempre tempo per cambiare nuovamente sponda e riciclarsi.
Le norme e le leggi "post-Catania" vìolano apertamente i diritti civili. Sono "anti-tifoso", perché creano disagi ai tifosi, e "anti-gruppi organizzati", perché le norme anti-tifo dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive (tratte dalla prima versione del decreto Melandri-Amato) puntano a disarticolare il libero tifo organizzato degli ultras.
In pochi ci hanno ascoltato da subito, la tragedia di Catania era ancora fresca e la propaganda anti-ultras all'apice. Ma poi, chi più chi meno, tutti hanno subito i disagi causati dalle nuove regole (leggi e norme) e dalla loro libera interpretazione delle forze dell'ordine. L'esempio lampante è stata la trasferta di Verona della scorsa stagione, dove migliaia di tifosi crociati subirono perquisizioni asfissianti.
In diversi rimasero fuori dallo stadio, mentre a qualche decina di metri qualche Rom era libero di spaccargli e saccheggiargli le auto.
Al Tardini ci eravamo lasciati, la scorsa stagione, con sciarpe, magliette e cinture sequestrate; ci siamo ritrovati con le lunghe file causate dalla lentezza delle perquisizioni, dei tornelli e di quell'area di pre-filtraggio che riteniamo (oltre che inutile) a dir poco ridicola, nonché, in caso di disordini, pericolosa. Prima col Catania, e poi con la Juventus in Coppia Italia, centinaia di persone hanno atteso per lungo tempo in fila, finché qualcuno, esasperato, ha spostato le transenne per velocizzare l'accesso. E non parliamo di portoghesi ma di ragazzi con regolare biglietto, poi transitati attraverso i tornelli e quindi perquisiti. Dunque ci chiediamo: che senso hanno queste transenne se invece che garantire l'ordine pubblico causano disagi, ritardi, esasperazione, caos; fino a richiedere l'intervento delle forze dell'ordine? Col Catania non è successo nulla, con la Juventus è stata accennata una carica della pula e i buttafuori (ops gli steward) si sono lanciati trascinando, alzando e tirando le transenne (se vogliamo anche in maniera pericolosa), e le prossime volte? Si cercherà di usare la testa (tutti), o si militarizzerà la zona rendendo la situazione insostenibile?!?
Invitiamo i tifosi tutti a far valere i loro diritti e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. LIBERO CITTADINO? NO, TIFOSO...

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