30 - 09 - 2007
Serie A
Ci troviamo verso le 8 in sede. Per seguire il Parma nella trasferta in terra friulana abbiamo organizzato un pullman. Altri ragazzi del Gruppo viaggiano in auto (in totale siamo una settantina).
Il viaggio è carico di entusiasmo. Tra tanti cori, una sosta e un paio di birre, arriviamo ad Udine.
Verso le 13.30 siamo nel parcheggio dello stadio. Oltre a noi c'è un pullman del Coordinamento più qualche macchina. Alcuni tifosi parmigiani sono seduti ad un tavolo per la solita beccata. E' una scena surreale. Tifosi pacifici che mangiano tra sbarre, inferiate e pulotti, come fossero in galera.
In totale siamo 150-160 gialloblu. Pochi, troppo pochi, così come a Bergamo e a Milano. Sempre meno persone accompagnano la squadra del cuore. E' ora che la gente di Parma (e in particolar modo chi popola la Nord) si dia una svegliata, la trasferta deve tornare ad essere vissuta come un momento importante d'aggregazione, di tifo e di Fede. Non è stando davanti alla pay-tv che si aiuta il nostro Parma.
Il nostro mondo è sempre sotto attacco e imperversa la repressione. Leggi anti-ultras e norme anti-tifo cercano di dirottare la passione dalle trasferte alla tv. Non dobbiamo, non possiamo e non vogliamo arrenderci.
Distribuiamo i tricolori e i due aste, e ci mettiamo in coda nella zona di pre-filtraggio. Lì, per oltre un'ora, subiamo le "attenzioni" di steward e polizia (quest'ultimi, a dire il vero, presenti in poche unità). Ci vengono fatti problemi per i biglietti (e dire che abbiamo acquistato più biglietti di quanti siamo effettivamente), perché alcuni di noi indossano cinture per sorreggere i pantaloni, perché alcune nostre bandiere sarebbero (ad occhio) più lunghe di un metro e mezzo. La fiera dell'assurdo.
La cosa più patetica è che le nuove leggi e le nuove norme (pur essendo le stesse per tutto il territorio nazionale) sono applicate diversamente in ogni città. Così in alcuni stadi entra tutto, in altri no. Ma questo l'Osservatorio fa finta di non saperlo.
Alla fine, dopo parecchi momenti di tensione, ci fanno entrare tutti. Portiamo con noi i tricolori e lo stendardo per il Tino ed entriamo cantando, tutti insieme, da BOYS.
Ci posizioniamo nella zona centrale del settore ospiti. Cerchiamo di farci sentire e sventoliamo tutto quello che possiamo.
Nella ripresa alterniamo cori secchi, battimani, e proviamo il canto nuovo.
Il Parma passa in vantaggio e ci regala entusiasmo. Ma dura poco, e quando l'Udinese pareggia il tifo ne risente. A metà secondo tempo non siamo più accioppati come si deve e sono pochi quelli che continuano a sgolarsi. Poi, oltre il novantesimo, la beffa. Un errore dietro, e l'Udinese si prende tutti e tre i punti.
Gli ultras friulani occupavano la parte centrale della curva, non erano molti e li abbiamo sentiti poco. Sventolavano delle piccole bandierine con i loro colori sociali, le uniche che gli hanno permesso di portare in Curva.
Finita la partita raccogliamo i nostri tricolori e lo stendardo per il Tino. Aspettiamo una decina di minuti e riprendiamo la via di casa, pensando con rabbia a quanto successo nel prepartita. Ma noi non ci arrenderemo. Perché amiamo Parma e il Parma. Perché siamo BOYS: il gruppo ultras della nostra città.
NO AL CALCIO MODERNO, NO ALLA PAY-TV!
Comunicato BOYS del 01-10-2007: BOYS PARMA 1977 ad Udine