10 - 12 - 2006
Serie A
I nostri ultimi 60 giorni avrebbero messo alla prova qualsiasi tifoseria, non solo di provincia. Con questa certezza, orgogliosi della nostra opera, torniamo in Sardegna a distanza di qualche mese dal campionato scorso. Odense e Lens in Coppa Uefa, Napoli in Coppa Italia, Reggio Calabria, Catania, Cagliari, il 22-12 a Messina. 7 trasferte su 7, tutte lontane, 5 su 7: infrasettimanali.
La nostra partecipazione è frutto di grandi sacrifici. Abbiamo consumato soldi, ferie e permessi, ma il tour de force delle Due Stelle continua. Ovunque. Sempre presenti.
Non ci sono ovviamente i numeri della scorsa primavera, quando 100 crociati (di cui 50 BOYS) raggiunsero Cagliari in una di quelle trasferte che ormai, soprattutto per il Sud Italia, definiamo "teletrasporto". Una definizione ironica, visto che i mezzi utilizzati sono sempre 3 o 4, macchina, traghetto, pulmino, a volte anche autobus locali, combinati con orari spesso rigidi, che richiedono una precisa organizzazione. Consci delle difficoltà, siamo entusiasti: sono proprio queste le trasferte più belle, in cui si cementano le amicizie e si va al di là del classico viaggio.
Sabato sera partiamo da Piombino in 25 e arriviamo ad Olbia al mattino, dove trascorriamo parte della giornata. Poi, con i pulmini, partiamo per Cagliari. Dopo alcune meritate soste, a un'ora da Cagliari, veniamo intercettati da due pattuglie, che ci scortano fino allo stadio. Arriviamo presto e la zona del Sant'Elia è pressoché deserta. A questo punto il nostro mini corteo si trova all'angolo della Curva di casa, dove qualcuno dei presenti ci "saluta", ma nulla succede: coi cagliaritani non c'è mai stato niente, anzi, in tanti ricordano ancora il loro gesto del 1993, quando due ragazzi dei BOYS caddero nel fossato del Sant'Elia e alcuni di loro andarono a trovarli in ospedale.
Entrare in un Sant'Elia deserto è davvero un colpo al cuore. Se in una città come Cagliari, da sempre appassionata, non ci sono più di 8.000 persone allo stadio, qualcosa vorrà pur dire. Maledetto calcio moderno!
Di fianco a noi, in Tribuna, l'immagine più bella, tanti bambini entusiasti.
Appesi striscione e drappi cerchiamo di farci sentire come possiamo. Il tifo purtroppo risente del numero e la stanchezza è veramente tanta. Nel primo tempo facciamo più fatica, mentre nel secondo c'è un po' più di continuità. Le nostre bandiere sventolano sempre, creando quella macchia gialloblu visibile in tutti gli stadi d'Italia e d'Europa quando è appeso "BOYS" con le due stelle.
Il Parma soffre solo nel finale ed ha qualche occasione per segnare, di questi tempi è già un'impresa mantenere la porta inviolata...
Il tifo cagliaritano è meno esuberante dello scorso anno, quando, in piena corsa salvezza, le Curve erano gremite e tifavano in "stereo". Oggi è piena solo la parte centrale della Nord (è curioso vedere come man mano che si riempie la Curva, i posti più ambiti sono quelli centrali e non quelli ai lati, che restano vuoti...) mentre nella Sud sono presenti i 1920. I primi minuti rimangono in silenzio per protesta contro le ultime diffide, poi il tifo diventa convinto. Buon sostegno della Nord con diversi cori all'inglese e braccia puntate verso il campo. Forse qualche pausa di troppo, ma sicuramente una Curva che da l'idea di compattezza: chi è lì, in piedi, come a Reggio Calabria o a Catania, da il massimo dal 1° al 90° e non necessita di richiami, di stimoli, di gol o di altro. Si canta e basta, la presenza stessa trova giustificazione nella voce e nelle mani, a volte proprio per la Curva stessa, per gli Sconvolts e per la città.
Salutiamo i giocatori e appena possibile ci rimettiamo in marcia.
Arriviamo a PARMA alle 8,30, di corsa, per poter essere al lavoro come tutti gli altri. Un altro tassello è stato aggiunto, orgogliosi più che mai di aver onorato il nome di PARMA in giro per l'Italia!
OVUNQUE GIOCHERAI... SEMPRE TI SEGUIRO'!