07 - 12 - 2006
Coppa Italia
Alle 12:30 di un normale giovedì lavorativo ci ritroviamo in Sede. Perché? Perché il Parma affronterà il Napoli, nel ritorno degli ottavi di Coppa Italia, non all'orario prestabilito, le 21, ma alle tre del pomeriggio. Una decisione del Prefetto subito avallata dalla Lega Calcio. Motivi di ordine pubblico, dicono. Ma questa decisione impedisce ai parmigiani (che al giovedì solitamente lavorano) di recarsi allo stadio e priva la squadra dei propri tifosi. Chi si recherà al Tardini quest'oggi dovrà utilizzare permessi o una mezza giornate di ferie, dato che qualcuno crede che la miglior soluzione per prevenire possibili incidenti AL TARDINI sia il disincentivare la presenza PARMIGIANA allo stadio DI PARMA.
E' pericoloso giocare in notturna? Se la pensano così, a rigor di logica: dovranno anticipare alla domenica pomeriggio tutte le partite del campionato già programmate in notturna. Ma questo non accadrà, perché sono troppi gli interessi che ruotano attorno agli anticipi e ai posticipi del campionato. Insomma siamo alle solite: non c'è rispetto per il tifoso. Se ne fregano i clubs, che vendono i diritti televisivi in bianco senza tutelare i propri tifosi, e se ne frega lo Stato, che considera chi va allo stadio un cittadino di serie B.
Nonostante tutto noi ci siamo, pronti come sempre ad onorare la nostra città. La risposta dei ragazzi del GRUPPO è davvero encomiabile e alle 13 siamo un bel numero, davvero insperato alla riunione precedente, quando avevamo saputo dell'anticipo.
Arriviamo davanti alla nostra Curva compatti, dando vita ad breve corteo. Immediatamente notiamo la massiccia presenza di forze dell'ordine con addirittura un elicottero che sorvola le nostre teste. Entriamo quando la partita sta per cominciare; all'ingresso delle formazioni non ci sono le solite bandiere e i cori sono per lo più contro il calcio moderno e le sue assurde ramificazioni. Alla vetrata è appeso lo striscione "ORDINE PUBBLICO: TIRI VIA IL PUBBLICO RESTA L'ORDINE?".
Riuniti al centro della Curva ci esibiamo in numerosi battimani, si canta per la Maglia e per la città, oltre che naturalmente per i fratelli diffidati che anche alle 15 di una giornata lavorativa sono costretti a firmare in questura. Molti i cori contro le forze dell'ordine, contro il Prefetto e contro l'orario. I soliti cori di incitamento sono in minoranza, non è questa la giornata giusta. Oggi prevale la voglia d'esternare vivacemente il nostro dissenso.
Durante il secondo tempo teniamo a mano, per un quarto d'ora circa, lo striscione: "PARIGI E PESCARA, ALLO STADIO E' DIMOSTRATO SPARARE ALL'ULTRAS NON E' REATO". In Francia un ragazzo è stato assassinato dalla polizia - durante un parapiglia - con un colpo di pistola; mentre a Pescara un ragazzo napoletano è rimasto gravemente ferito a seguito del lancio, ad altezza d'uomo, di lacrimogeni da parte delle forze dell'ordine. Due fatti che ricordano tristemente la vicenda di Paolo, il ragazzo di Brescia selvaggiamente picchiato dalla Polizia in quel di Verona. Da sottolineare che, in questi casi, nessun provvedimento è stato adottato dalla giustizia, quella che ama essere inflessibile quando si tratta di punire - spesso senza uno straccio di prova - gli Ultras. Questo striscione è stato a lungo applaudito dagli Ultras napoletani: al di là di falsi moralismi o rivalità questi gesti fanno capire che tutti gli Ultras vivono gli stessi problemi, al posto di Gianluca poteva esserci qualunque altro tifoso di qualsiasi altra squadra, colpevole solo di avere una sciarpa al collo.
La partita termina 3 a 1 per il PARMA, che si qualifica ai quarti, e a fine partita la squadra saluta la Curva.
Per quanto riguarda gli ospiti erano un migliaio (600 circa da Napoli), oltre ai molti sparsi negli altri settori. Erano presenti Curva A, Fedayn e Ultras per la Curva B, più uno stendardo della Masseria. Sono stati autori di ottimi battimani e continue accensioni di torce, e con loro ci siamo scambiati qualche offesa ma niente di più.
Finita la gara ci riversiamo fuori, davanti alla nostra Nord, pronti a difendere il nostro territorio. Un gruppetto senza sciarpe ci prova. Si avvicina, noi ci siamo, ma oggi la pula è davvero tanta e riesce ad evitare lo scontro e a tenere la situazione sotto controllo.
UN ALTRO ORARIO DEL CAZZO... NON NE POSSIAMO PIU'!!!