Vivere ultras per vivere
26 - 08 - 2007
Siamo ancora ad agosto e dirompente ricomincia il campionato, presentato (dalla Lega calcio, dai suoi presidenti e dalle televisioni) come il più bello ed il più ricco degli ultimi anni, viste le partecipanti (calciopoli non se lo ricorda più nessuno?). Gli stadi sono sempre gli stessi, perché i potenti del sistema hanno perso la corsa all'organizzazione degli europei.
Finita l'emergenza (quale?), messi a norma gli stadi, aumentati i prezzi dei biglietti, resta la repressione generata dalla tragica morte di Filippo Raciti. Il colpevole non è stato trovato (o non lo si è voluto trovare?), i problemi di Catania e della Sicilia non sono stati risolti, ma intanto: resta l'incostituzionale decreto Melandri-Amato e le norme dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive. Restano le nuove regole, frutto non di una tragedia (la morte di Raciti) ma della sua strumentalizzazione per materializzare una ben precisa volontà, quella della Lega Calcio: far sparire gli ULTRAS. Perché gli ultras si oppongono ai suoi progetti e denunciano le sue malefatte. Il Parlamento, sempre più asservito agli imperi economici, sì è compattato a difesa delle Spa del pallone, e ha legiferato quasi all'unanimità (ricordiamocelo bene!). Ma non basta...
Non sappiamo se in futuro potremmo ancora cantare, sventolare una bandiera, stare in piedi nella nostra curva, fare una coreografia o uno striscione, insomma: essere liberi di tifare.
Ci hanno costretto a fare il biglietto nominale, a subire perquisizioni e una continua video-sorveglianza; ci hanno imposto di passare attraverso i tornelli (subendo code e ritardi); ci hanno vietato i megafoni, i tamburi, le bandiere, gli striscioni, le torce e i fumogeni; ci hanno vietato di comprare i biglietti per le trasferte tutti insieme e cercano di mischiarci con i tifosi avversari; ci hanno fatto leggi speciali anti-costituzionali che se ne fregano dei nostri civili, per cui possiamo essere condannati anche solo in base ad un minimo sospetto. Eppure, a 4 giorni dall'inizio del campionato, si sta discutendo se i tifosi milanisti potranno andare in trasferta a Genova o, addirittura, se aprire Marassi ai soli abbonati. Ogni decisione, come al solito, verrà comunicata all'ultimo momento, senza nessun rispetto per chi spende soldi, passione e tempo al seguito della propria fede calcistica... Meritiamo un po' più di rispetto dai nostri cari presidenti.
Abbiamo qualche dubbio che questa situazione resterà un caso isolato. Potrebbe essere un modo per abolire definitivamente le trasferte. I presidenti stanno facendo di tutto per scoraggiarle e la Melandri-Amato gli ha dato una bella mano, ma ancora non gli basta.
Tra tutte queste difficoltà, e le nuove che ci piomberanno addosso, la maggior parte delle curve italiane non molla e cerca di resistere, continuando a tenere alto un ideale nato più di 30 anni fa nelle nostre città, quella mentalità che ha creato il nostro stile di vita e che ha coinvolto migliaia di giovani, che nessun divieto o legge speciale ci potrà mai impedire di continuare a vivere.
Il 3 agosto i BOYS hanno compiuto 30 anni, importante traguardo per il Gruppo ultras della nostra città e per le sue tradizioni che si sono tramandate di generazione in generazione nel corso degli anni. Le difficoltà che abbiamo quest'anno (anche il solo fatto di non potere esporre lo striscione) dovrebbero stringere ancora di più attorno al Gruppo tutti quei ragazzi, chi più chi meno, che nel corso degli anni hanno militato, tifato, sofferto e gioito dietro lo striscione BOYS che da 30 anni rappresenta l'ideale ULTRAS della nostra città: BOYS è uno stile di vita!!!
30 ANNI DI AGGREGAZIONE NON NECESSITANO DI NESSUNA AUTORIZZAZIONE