Campionati su misura per salvare il sistema
21 - 07 - 2006
L'ipotesi di un'amnistia per Calciopoli ha fatto storcere il naso a molti. Farsi carico di tale provvedimento ha un costo, in termini d'immagine, che molti politici, verosimilmente, non vogliono sostenere. Così si stanno percorrendo alle strade, molto più subdole. Invece di dichiarare esplicitamente la grazia per i corrotti, si opera al fine di minimizzarne le penalizzazioni.
Questa strategia nasce nel Giugno 2005, quando la magistratura, invece di spiccare mandati di cattura per i massimi responsabili di Calciopoli, sospende le intercettazioni e le tiene nascoste per quasi un anno. Rilevati comportamenti illeciti, invece di intervenire prontamente per evitare la reiterazioni dei reati, lascia che tutto continui tranquillamente, preoccupandosi di non sorvegliare i criminali. La Juventus, proprio perché le intercettazioni si sono concluse nel Giugno 2005, ha chiesto di tenersi lo scudetto 2005/06. I sospetti sono macroscopici, come per i trent'anni precedenti, ma qualcuno ha fatto in modo che, anche questa volta, non ci siano prove giuridicamente valide.
La stessa strategia ha garantito l'impunità ad alcuni azzurri. Perché bisognava assolutamente vincere il Mondiale, da sfruttare per chiedere pene meno severe.
Oggi si continua semplicemente su questa strada.
La CAF ha stabilito condanne irrisorie, incurante della gravità dei reati. I media, quasi totalmente controllati da chi ha interessi economici nella vicenda, premono per una riduzione delle pene.
In attesa di ulteriori sconti fraudolenti in Appello e al Tar, i signori del pallone non rimangono con le mani in mano. Consapevoli che qualcuno, probabilmente, finirà in B, si stanno adoprando per facilitarne il ritorno in Serie A. E così, proprio in questi giorni, si parla di confezionare un torneo cadetto su misura per i grandi club eventualmente retrocessi per illeciti sportivi. Quindi: più promozioni in massima serie, più retrocessioni in B.
La cosa apparentemente più curiosa è che l'idea è stata partorita (almeno in teoria) proprio da Guido Rossi, il commissario straordinario della Figc, nominato dal Coni dopo le dimissioni di Carraro. Quello che, teoricamente, doveva cambiare le cose; quello che doveva portare moralità; quello che, circa un mese fa, dichiarò: "la giustizia sportiva non si fermerà davanti a niente e a nessuno". Prendiamo atto che il suo senso di "giustizia sportiva" prevede che si allestiscano campionati ad hoc per tutelare gli interessi delle società ree di comportamenti illeciti, in particolar modo di quelle che hanno alle spalle grandi imperi economici. Lo stesso concetto di "giustizia sportiva" di Carraro, che non esitò ad allestire un'interminabile Serie B a 24 squadre per favorire qualche grande club metropolitano.
Il sistema non è cambiato. Qualche persona è stata allontanata ma le forze in campo sono sempre le stesse. Eccole qui le nuove regole, quelle che il sistema sta scrivendo per salvaguardare e perpetrare se stesso, calpestando, ancora una volta, i diritti di milioni di Ultras e tifosi.
Era necessaria una Rivoluzione. Non c'è stata.