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Moggi in tv

30 - 06 - 2006

Tanti vanno in tv. I politici, la Franzoni, Alessi, Biscardi, De Santis; martedì sera è toccato a Moggi. Ce l'ha offerto addirittura la Rai, quella che gli italiani mantengono pagando il canone. Ma si sa, la tv di Stato fa servizio pubblico. E il "servizio" ce l'ha sempre fatto...
Le prove che condannano Moggi sono inconfutabili perché si basano su intercettazioni telefoniche. Moggi non è accusato da pentiti, da una stampa tendenziosa, da altre società capaci di mobilitare poteri forti, ma dalle sue stesse parole, registrate mentre operava per stravolgere il regolare svolgimento dei campionati. Stravolgimento che c'è stato, giacché le sue azioni, grazie alla complicità d'altri esponenti del calcio italiano, hanno sortito l'effetto voluto (basta andarsi a vedere le partite). Tali risultati sono un crimine e chi li ha prodotti, direttamente ed indirettamente, è un criminale.
La Rai (come Mediaset e altre emittenti) ha ritenuto giusto dare spazio ha chi ha truffato milioni di italiani. Oltre al danno la beffa.
Moggi, così come De Santis, s'è dichiarato innocente. La cosa ci disgusta ma non ci sorprende.
Le indagini della Figc si sono già concluse, a tempo di record, come aveva annunciato Borrelli ("Indagini chiuse in tre settimane"). Molti personaggi coinvolti non sono stati neppure deferiti e così anche varie società. A questo punto non ci resta che confidare (...) nella magistratura ordinaria, affinché tutti quelli che hanno commesso illegalità paghino come previsto dalla legge.
Moggi, alla tv di Stato, ha dichiarato che: "La Juventus sapeva anche le virgole, non ho mai fatto nulla di mia iniziativa". Dichiarazioni che non possono essere ignorate dalla magistratura, obbligata (almeno teoricamente) ad indagare in merito. Vedremo se qualcuno oserà scomodare i vertici bianconeri, anche se i precedenti - di giustizia sportiva ed ordinaria - c'impediscono di crederlo.
Speriamo s'indaghi, e in modo approfondito (magari prendendosi più di "tre settimane"), sulle dichiarazioni rese da Armando Carbone il 20 Maggio 2006, che non mettono in discussione soltanto la validità degli ultimi due campionati ma degli ultimi trenta.
La tesi più curiosa che sentiamo in questi giorni, propagandata da ambienti vicini all'azienda che ha il monopolio dell'industria automobilistica nel nostro Paese, è che Moggi e Giraudo avrebbero operato solo ed esclusivamente per tutelare la Juventus dai "poteri forti" del calcio. Premesso che se fosse vero non si capirebbe perché proprio la Juventus li ha repentinamente allontanati, ci chiediamo cosa intendono per "poteri forti". Il Treviso retrocesso in B dalle giacchette nere?
La Juventus ha alle spalle il più grande colosso economico del paese e le testate giornalistiche più importanti - che in questi giorni, guarda caso, la difendono a spada tratta - ha costruito vere e proprie squadre satellite a mezzo GEA, ha vinto più di tutti in Italia, ed è la società che più ha beneficiato (e di gran lunga) degli "errori" arbitrali, degli "errori" della giustizia sportiva e della giustizia ordinaria. Gli altri poteri forti (economici e federali) del calcio sono abitualmente suoi alleati, giacché gli interessi (in termini di regolamenti e di spartizione dei guadagni) coincidono puntualmente con i suoi. Per certo nessun potere forte ha mai attaccato la società torinese, anche perché c'è da farsi male.
Moggi teneva rapporti illeciti, volti ad assicurare benefici alla società bianconera, con giocatori e dirigenti, con arbitri, designatori, dirigenti federali e di Lega, magistrati, militari, politici e giornalisti. Addirittura: l'ex ministro dell'Interno Pisanu, quand'era ancora in carica, si rivolse a Moggi per far vincere la Torres in trasferta (cosa che accadde puntualmente).
Franco Carraro (ex presidente Figc) e Adriano Galliani (presidente della Lega Calcio) nemici della Juventus? Franco Carraro fu eletto con il benestare di tutto il sistema (Juventus in testa). Adriano Galliani ebbe proprio in Moggi uno dei suoi più accesi sostenitori (cosa arcinota e confermata da varie intercettazioni). Mentre in questi giorni la stampa più vicina alla Fiat dipinge Carraro e Galliani come due noti nemici della squadra torinese, la magistratura e i Carabinieri stanno indagando proprio sull'attività svolta da Moggi per assicurare l'elezione d'entrambi. Moggi, in qualità di direttore generale della Juventus, esercitò pressioni su vari componenti di Figc e Lega Calcio, affinché votassero Carraro (come presidente Figc) e Galliani (come presidente della Lega Calcio).
Proprio questi legami trasversali, tra appartenenti all'élite del sistema, anche quando di società rivali, alla luce dei comportamenti illeciti rilevati, permettono di comprendere la vastità del problema. I poteri per cui operava Moggi in modo fraudolento, evidentemente, confidavano in Carraro e nei poteri (economico-calcistici) rappresentati da Galliani (presidente del Milan, il cui patron è Berlusconi).

Tratto da "Adnkronos" del 21 Maggio 2006
"L'indagine consente di rivelare, in maniera assolutamente genuina, la straordinaria attivazione compiuta dall'organizzazione in questione soprattutto nelle serrate dinamiche relative alla riconferma da un lato del presidente della LNP - Galliani - dall'altro del Presidente della Figc - Carraro". A quanto apprende l'Adnkronos, Luciano Moggi si sarebbe impegnato a fondo per condizionare le elezioni alla presidenza della Figc e della Lega calcio.
"Le complessive attività d'indagine, infatti, hanno consentito - recita l'informativa dei Carabinieri del Nucleo Operativo di Roma - di delineare il quadro entro il quale la compagine Moggi si muove nell'ambito delle istituzioni calcistico-sportive e gli strumenti utilizzati per esercitare diverse forme di condizionamento soggettivo ed oggettivo". L'ex direttore generale della Juventus avrebbe avuto un ruolo determinante nella campagna elettorale che ha portato alla conferma di Franco Carraro al vertice della Figc, con l'elezione del 14 febbraio 2005, e a quella di Adriano Galliani alla guida della Lega, dopo il voto del 23 marzo 2005.
L'obiettivo, si evince dall'informativa, è chiaro: "In un concetto di sintesi, si tratta di lavorare affinché i vertici degli organismi citati restino saldamente nelle mani del duopolio attualmente dominante sul sistema calcio con tutti gli interessi di tipo finanziario che ne conseguono".
Accanto a Moggi, spiccano altre due figure. Si tratta di Innocenzo Mazzini, ex vicepresidente della Figc, e di Francesco Ghirelli, segretario generale della Figc. Secondo i carabinieri, "le risultanze acquisite, in particolare, evidenziano la portata dell'opera svolta dai sodali". L'intervento di Mazzini, "alter ego fedele e prodigo" di Moggi, sarebbe finalizzato "alla conservazione del potere detenuto nel sistema dal gruppo, mostrando l'efficacia degli atti posti in essere per il consolidamento e l'allargamento della base del loro consenso che si inserisce nella lotta per la conferma della massime cariche della Lega calcio e della Figc, con il ricorso anche a colpi bassi come il dossier a danno di Diego Della Valle, al fine di raggiungere ad ogni costo il risultato più utile all'interesse associativo".
In una conversazione intercettata nel novembre 2004 Luciano Moggi rassicura, inoltre, Innocenzo Mazzini sulla posizione che assumerà il presidente del Cagliari, Massimo Cellino, nella votazione in Lega. Secondo Moggi il numero uno della società sarda sarà convinto a votare per Galliani da Silvio Berlusconi.
Il ruolo di Ghirelli è considerato "fondamentale nell'attività di consolidamento e promozione della compagine, e in particolare come il predetto si presti a strumento di condizionamento soggettivo nei confronti di altri, per 'catechizzare' ed allargare l'insieme aggregativo secondo i disegni strategici di Luciano Moggi". Dalle indagini, "l'elemento principale che emerge è appunto il grado di controllo raggiunto nell'ambito del sistema istituzionale - da parte di Moggi e di personaggi che traggono linfa dal legame con lui - come Mazzini appunto - da cui deriva una forza d'influenza che genera forme di condizionamento e assoggettamento, dalle quali non è possibile sottrarsi se si vuole operare nel settore".
Le elezioni per i vertici di Figc e Lega, tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005, si sviluppano in un universo calcistico spaccato. "I contenuti ed i toni delle conversazioni intercettate tra Luciano Moggi e Innocenzo Mazzini - si legge nell'informativa -, mettono in evidenza l'asprezza della lotta tra i vari gruppi per la conquista della presidenza della Lega calcio e di quella della Federazione. L'apparentamento con le massime cariche delle istituzioni calcistico-sportive costituisce una condizione vitale per Moggi e per il gruppo che rappresenta, è la condizione per la conservazione del potere nell'ambito del palazzo, componente indispensabile per influenzare l'intero settore".

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