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Le opere d'arte dell'arbitro De Santis

14 - 06 - 2006

Giovedì, 8 giugno 2006, Massimo De Santis ha lasciato l'ufficio di Borrelli dopo cinque ore. E' apparso sorridente ma un po' amareggiato: "Penso che meritavo i Mondiali ieri e li merito anche oggi. Ma sono contento: scrivetelo chiaro voi giornalisti. Non sono un uomo distrutto, e lo ripeto: il Mondiale me l'ero meritato e secondo me dovevo andarci". Ma lei si sente a posto, ha incalzato un cronista: "Come sempre", ha risposto.
De Santis è un'artista. Ieri della truffa, oggi della sceneggiata. E la nostra non è un'opinione.
I fatti? Ne citiamo due.
Il 7 maggio 2000, in Juventus-PARMA, l'arbitro De Santis, al 44' del secondo tempo annullò il regolarissimo gol del pareggio Gialloblu Crociato, per un presunto fallo "di confusione". Una decisione molto pesante che costò la qualificazione alla Champions del PARMA e che rischiò di far arrivare un ulteriore scudetto ai bianconeri torinesi.
Ma il capolavoro di De Santis, come confermato da lui stesso, è Lecce-PARMA del 29 maggio 2005.
Luca Baraldi, a quel tempo amministratore delegato del PARMA, così commentò l'arbitraggio di De Santis: "Non recriminiamo per il risultato, quello che è successo sul campo lo accettiamo. Quello che non accettiamo è l'atteggiamento dell'arbitro: in una partita combattuta ma leale, il PARMA si è visto sventolare sei cartellini gialli, e guarda caso ai nostri diffidati. Un atteggiamento scientifico contro i nostri diffidati. Nello spareggio contro il Bologna non avremo sei titolari".
Ma anche i fatti, anche la realtà, per essere "giuridicamente vera" dev'essere provata. E le prove del dolo, oggi, ci sono, tutte.

Testo tratto da "Ansa" del 13-05-2006

Lecce-Parma finita 3-3 [...] fu determinante per la permanenza in A della Fiorentina a scapito del Bologna il cui presidente di allora, Giuseppe Gazzoni Frascara, è stato sentito [...] in Procura a Napoli come parte offesa a suo giudizio il salvataggio dei viola fu "organizzato in maniera impeccabile". Quel pareggio fu infatti determinante perché in virtù di esso, in base al meccanismo della classifica avulsa, ne scaturì la permanenza della Fiorentina in A a scapito di Bologna e PARMA, costrette a disputare lo spareggio per la permanenza in Serie A. E quel Lecce-PARMA, per l'arbitro De Santis, fu "un'opera d'arte".
I pm Beatrice e Narducci, che [...] hanno spedito 41 inviti a comparire, hanno ipotizzato per l'alterazione del risultato di quella partita il coinvolgimento in concorso di Diego ed Andrea Della Valle, presidente onorario e presidente del cda della Fiorentina, Sandro Mencucci, consigliere delegato ed amministratore esecutivo della squadra viola, il designatore arbitrale Paolo Bergamo, il vice presidente della Figc, Innocenzo Mazzini, il dg della Juve, Luciano Moggi e l'assistente della Can, Alessandro Griselli.
L'accusa, come per le altre 19 partite finite nel mirino dell'inchiesta, riguarda il compimento di atti fraudolenti per alterare la procedura di individuazione delle griglie arbitrali e il successivo sorteggio del direttore di gara. Tra le telefonate intercettate ce n'é una del 23 maggio dell'anno scorso tra Andrea e Diego Della Valle e Moggi. Quest'ultimo dice "il problema adesso voi dovete forzare... eh la mano in una certa maniera per avere quantomeno un qualcosina eh di giusto perché l'ultima giornata...".
L'arbitro De Santis, che l'accusa ritiene a pieno titolo coinvolto nella presunta "cupola", parlando con Bergamo afferma "...Gli ho ho spiegato un po' le cose, velatamente, Alessandro... sai posso parlà in un modo, l'altro.. velatamente, insomma gli ho spiegato... fatto capire che... poi intanto gliela do io l'impostazione, da quello che ho sentito dalle interviste loro giocano, il Lecce vuole giocare per vincere, il PARMA pure gioca a vincere, quindi a sto punto facciamo la partita, ci mettiamo in mezzo". E Bergamo "...l'importante è che tu vinca...".
Il 29 maggio, evidentemente dopo la partita, Mazzini, parlando con Mencucci, dice "...le nostre pedine funzionano sempre...". Spunta, in un'altra telefonata, il nome di Mario Renzi, segretario di Mazzini. "...bel servizio abbiamo fatto", dice parlando con De Santis che replica "ehh... un'opera d'arte". Ancora De Santis a Mazzini "...io m'ero messo avanti col lavoro, capito? ...e qui è andata bene, ho fatto tre a tre...". Mazzini parla poi con Della Valle e dice "...l'equipe ha funzionato bene...".

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Massimo De Santis, così come tutti quelli che hanno commesso o avvallato frodi sportive, merita d'essere radiato dal mondo del pallone e deve pagare penalmente per i crimini commessi. Invece, per i servizi resi, era pronto a rappresentare l'Italia ai Mondiali 2006.
Devono pagare gli arbitri, i designatori, i dirigenti e i proprietari di società, i vertici federali, gli uomini della Lega, i giornalisti e i politici, rei d'aver praticato o favorito comportamenti illeciti, ad un punto tale che l'illegalità era la chiave di volta del sistema calcio.

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