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Gli elementari valori sportivi di Pisanu (quello dei decreti)

01 - 06 - 2006

Giuseppe Pisanu, ex ministro dell'Interno, è ben conosciuto dagli Ultras italiani. Durante l'estate 2004 furono varati una serie di decreti riguardo la sicurezza negli stadi, generalmente conosciuti con il suo nome ("decreti Pisanu"). Decreti che andavano ad inasprire la legislazione anti-tifoso mediante l'introduzione dei biglietti nominali, aumentando la videosorveglianza, introducendo la figura dello "steward" (una specie di buttafuori stipendiato dalle società) e il concetto di "impianto polifunzionale" (il post-stadio, dotato di strutture commerciali).
Ci si ricorda di Pisanu anche per alcune sue dichiarazioni, per esempio: quando parlò di "elementari valori sportivi" e minacciò di "chiudere gli stadi a rischio". Oggi sappiamo che quasi tutti gli stadi erano a rischio... truffa, giacché le partite si decidevano (come immaginavamo) a tavolino.
Curioso sentire parlare di "elementari valori sportivi" da chi, oggi, sappiamo chiedeva favori per determinate società e consigliava punizioni per gli arbitri che lo avevano scontentato. La cosa non ci stupisce. E' proprio a causa di certi "valori" che politici e vertici federali non hanno mai fatto nulla contro i veri mali del calcio. Per altro, come avrebbero potuto? Loro stessi erano il sistema, l'hanno costruito e gestito secondo i loro nefasti scopi. Scommesse clandestine, doping, arbitraggi sospetti, frodi fiscali, buchi in bilancio, promozioni e retrocessioni decise mediante apposite regole FIGC, calo progressivo degli spettatori... tutto questo non era un problema. L'unico problema di cui si poteva parlare, perché non intaccava i loro interessi particolari, erano gli Ultras. Così... il problema era una torcia accesa sugli spalti, una scazzottata tra giovani, un "uh-uh" a qualche africano. E la stampa era sempre lì, a supportare le loro inconsistenti tesi, pronta ad aiutare un sistema corrotto.
Solo una cosa ci stupisce: che un ministro dell'Interno, un rappresentante del Governo del Paese, sia costretto ad elemosinare favori ad un direttore generale di una squadra di calcio. Riflettendoci bene, però, non dobbiamo sorprenderci. La nostra democrazia ha molti poteri forti e i suoi esponenti non siedono necessariamente in Parlamento.

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Tratto dal "Corriere della Sera" del 16 maggio 2006

Pisanu chiamò Moggi: aiuta la Torres
Nelle intercettazioni il ministro dell'Interno, Siniscalco e altri politici.

Ogni decisione passava per Luciano Moggi. Anche quella sulla sospensione del campionato per la morte di Giovanni Paolo II. Il direttore generale della Juventus ne discuteva direttamente con il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu. Il legame tra i due appare di grande amicizia, tanto che per salvare la Torres Sassari il titolare del Viminale decide di rivolgersi proprio a Moggi. L'informativa consegnata dai carabinieri del comando provinciale di Roma ai magistrati napoletani svela quanto alto fosse il livello dei rapporti tenuti dal manager bianconero. Al momento nulla è stato ritenuto penalmente rilevante. Nelle intercettazioni ci sono le telefonate con l'allora ministro dell'Economia Domenico Siniscalco al quale Moggi chiedeva trasferimenti di finanzieri, i contatti che passano attraverso Antonio Tajani per favorire l'elezione dell'ex calciatore della Roma Giuseppe Giannini con Forza Italia. C'è persino il procuratore di Pinerolo, che chiede a Moggi un aiuto per l'ispezione ordinata dal Guardasigilli Roberto Castelli.

Squadra a rischio

Quando si pone il problema di aiutare la Torres Sassari, che gioca in serie C1, è proprio a Moggi che il ministro Pisanu chiede aiuto. "E' una cosa importante - gli spiega - anche in vista delle elezioni". Il ministro naturalmente non immagina che il cellulare di Moggi sia sotto controllo. Lo chiama l'8 febbraio attraverso la segreteria.

Pisanu: "Pronto".
Moggi: "Beppe!".
Pisanu: "Ciao Luciano come stai?".
Moggi: "Tutto bene tutto bene... insomma... risultati bene, poi critiche...".
Pisanu: "Senti Lucià! Io ti telefono perché so che sabato viene a trovarti il presidente della Torres Calcio...".
Moggi: "Io ti avrei chiamato stasera a casa".
Pisanu: "Eh, allora quando viene tu dagli la mia Apostolica Benedizione. Digli che lo ricevi grazie a me".
Moggi: "Vai tranquillo Beppe!".

L'interessamento a quanto pare va a buon fine. Dopo qualche settimana la Torres vince in trasferta. I dirigenti chiamano Moggi. E' il 20 marzo 2005.

De Nicola: "Missione compiuta la Torres ha vinto e...".
Moggi: "Eh, alla grande!".
De Nicola: "Sto qui con il presidente, te lo passo".
Presidente: "Luciano, erano due anni che non vincevo in trasferta Lucià".
Moggi: "E lo vedi che si comincia bene vai tranquillo".
Presidente: "Mamma mia, due anni che non vincevo in trasferta".
Moggi: "Eh ma c'è sempre la prima volta vai tranquillooo...".
Presidente: "Abbiamo iniziato bene insomma eh".

Il 26 marzo il ministro Pisanu torna ad interessarsi della questione. Insieme al presidente della Torres Rinaldo Carta chiama Moggi: "Abbiamo fatto una bella chiacchierata su vari problemi e siccome pensiamo di dare un rilancio forte alla Torres, abbiamo assoluto bisogno di te!". Moggi lo rassicura, parla con Carta di un nuovo manager al quale affidare la squadra. Poi la cornetta passa nuovamente a Pisanu. E viene affrontato il problema degli arbitri.

Pisanu: "Allora Lucià!".
Moggi: "No no ma adesso vediamo un pochino di studiarci perbene la cosa... Direi con la Juventus, vediamo un po' di fare un lavoro, di ridare un po' di entusiasmo. E' chiaro che ora fino alla fine del campionato bisogna che la strada vada avanti nel migliore dei modi".
Pisanu: "E bé con la speranza che non abbia... che so che abbia qualche manina di aiuto per salvarla dalla... da rischi gravi... insomma ecco!".
Moggi: "Ma perché ha problemi di retrocessioni?".
Pisanu: "E, oggi ci siamo ritrovati un arbitro... Che aveva già combinato guai. Lo hanno rimandato... l'hanno rimandato a Sassari mentre se lo potevano tenere da qualche altra parte".
Moggi: "Va bé, ora me la vedo io".

Come dimostrano le altre telefonate intercettate, Moggi effettivamente si occupa della vicenda. E alla fine, dopo aver consultato Franco Causio e Mauro Sandreani, decide di inserire nella società l'ex giocatore Cuccureddu, in quota Gea. Quando Carta gli chiede il costo Moggi risponde tranquillo: "Me ne occupo personalmente".

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