Giù le mani dal Tardini
Comunicato BOYS PARMA 1977
16 - 07 - 2007
Lo stadio Ennio Tardini è un bene della comunità parmigiana, dedicato allo sport. E' un impianto moderno e confortevole, almeno così credevamo. Perché adesso la società Parma Spa parla di necessari ammodernamenti, per regalarci tanto "confort". Copertura delle Curve, completamento della tribuna est, ma soprattutto: negozi (aperti tutti i giorni) e parcheggi sotterranei. Quindi: anche attività e strutture aliene agli scopi tradizionali dello stadio E. Tardini. Per cui: non si tratta di ammodernare uno stadio, ma di trasformarlo in qualcosa di diverso.
E' logico che i privati abbiano aspirazioni economiche particolari, ma la collettività deve salvaguardare il proprio patrimonio storico, culturale e sportivo. Viceversa, se tutto può essere sacrificato all'economia, prepariamoci a lottizzare il Parco Ducale e a trasformare il Duomo in un originalissimo centro commerciale. E un domani, magari, a salutare la delocalizzazione della nostra squadra, trasferita dove vorrà il mercato, come già accade oltreoceano.
L'apertura di esercizi commerciali significherebbe affidare parte del Tardini (simbolo della nostra città e dei nostri colori) ad un mercato deregolamentato. Crediamo il nostro patrimonio meriti più rispetto e considerazione.
Intorno al nuovo Parma Fc vediamo proliferare tanti nuovi cortigiani, pronti a barattare dignità per un po' di notorietà, princìpi per favori. Noi non siamo in vendita. Non svendiamo i nostri valori, il nostro credo, il nostro stadio, la nostra città. Quando si parla di Parma e del Parma non c'è spazio per i compromessi. Per i BOYS il Parma non è un mezzo, ma l'unico fine.
Il progresso è sempre il benvenuto, quando è sinonimo di avanzamento e di crescita, quando sa coniugare i benefici con la giustizia. Ma non c'è progresso nello svendere la propria natura. Lo stadio Tardini, e in particolare i settori più popolari, devono continuare a fare quello che hanno sempre fatto: favorire l'aggregazione delle persone nel nome di Parma e del Parma, non il consumismo.
La particolare conformazione delle nostre Curve (che ricordiamocelo: sono rettilinee e hanno punti di diverse altezze) è stata necessaria affinché potessero integrarsi con i condomini preesistenti. Questo, almeno, è quello che fu raccontato alla pubblica opinione anni addietro. Ammesso e non concesso che si possano effettivamente coprire le Curve, l'importante è che si salvaguardi la natura POPOLARE di tali settori.
Se l'obbiettivo è dare un tetto anche a chi va in Curva: ben venga. Viceversa: se l'obbiettivo è solo appaltare (per far guadagnare qualcuno, e far pagare tanti altri), o "tribunizzare" le Curve (ovvero: aumentarne i prezzi per modificarne la composizione socio-economica, installare i seggiolini con schienale per penalizzare e mettere a sedere il LIBERO tifo organizzato, o più in generale: disgregare la Curva per cercare di controllarla e pilotarla) la nostra opposizione è, e sarà, totale.
Premesso che preferiamo una Curva coperta ad una Curva scoperta (purché rimanga effettivamente un LIBERO SETTORE POPOLARE), facciamo presente che il campionato scorso non è mai piovuto, e che durante le partite la Curva Nord ha sempre il sole di fronte. Di certo una copertura, garantendo a riparo in caso di pioggia, potrebbe stimolare alcuni tifosi a preferire (anche per motivi economici) la Curva ad altri settori. Ma il vero Popolo della Curva viene in Nord a prescindere dalle condizioni meteo.
Se la copertura serve come tettoia per i tifosi crociati, ben venga. Se serve a coprire altre finalità, rimanga pur tutto alla luce del sole.
Se si vuole rendere più confortevoli le Curve, e lo stadio tutto, prima di iniziare ad appaltare e a costruire negozi, si può smantellare GRATUITAMENTE la burocrazia (tornelli e biglietti nominali) che rallenta gli ingressi, creando code e disagi. Si può modificare GRATUITAMENTE l'incostituzionale legge Melandri-Amato, che disincentiva la partecipazione alle trasferte e mischia le opposte tifoserie. Si possono abolire GRATUITAMENTE le norme anti-tifo dell'Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive, che privano i tifosi dei più elementari diritti civili. Ma queste leggi e queste norme, che colpiscono ultras e tifosi, sono state suggerite dalla Lega Calcio, e quindi: dalle Spa del pallone, quelle che oggi dicono di volerci "salvare" con appalti e ruspe. Dobbiamo credergli?
Le iniziative annunciate non sembrano cosa nuova. Sono molto simili a quelle che hanno già operato altre società europee e che rientrano nelle politiche del "calcio moderno". Si "ammodernano" gli stadi e si impiantano attività commerciali. Poi, per renderle produttive, ci si rivolge ad una clientela più dotata economicamente. E per farlo: si aumentano a dismisura i prezzi dei biglietti. E' l'apartheid economica.
Magari sarà uno stadio più bello, ma senza popolo e popolari. E questo non è lo spirito del Tardini.
FUORI I MERCANTI DAL TEMPIO!
La presentazione del sito dedicata alla difesa del nostro stadio:
Tardini, dal 1923 stadio di Parma