Lavori in corso

Dopo la disfatta di Genova, l'ultima di una lunga serie di figuracce raccolte nel corso degli anni in giro per l'Italia, abbiamo deciso di fare qualcosa come Gruppo, per smuovere i giocatori, lo staff tecnico e la società: bloccare il pullman della squadra al suo arrivo allo stadio, per chiarire a tutti (speriamo DEFINITIVAMENTE) il nostro pensiero.
All'arrivo del torpedone ci siamo piazzati davanti all'ingresso monumentale del Tardini, mostrando lo striscione "11373 abbonati: meritateli!" (Leggi il comunicato BOYS del 28-10-2007: "11.373 abbonati: meritateli!"). Abbiamo chiesto di parlare alla squadra per esprimere le nostre ragioni. Siamo stanchi delle belle parole che il giocatore e il dirigente di turno ci rifilano, accampando ogni tipo di giustificazione e di scusa, dicendo che comunque "non c'è da preoccuparsi". Siamo stufi di essere presi per il culo, e ai giocatori e al mister lo diciamo in faccia, mentre scendono dal pullman. I tifosi del Parma meritano RISPETTO, soprattutto nei FATTI e non solo a parole. Chiediamo impegno, maglie sudate, grinta e cattiveria. Perché prestazioni scandalose come quella di Genova non possono più essere tollerate.
Lanciare un timido applauso verso il nostro settore dopo aver disonorato la maglia (tanto per far credere che si è pronti a prendersi le proprie responsabilità), NON E' SUFFICIENTE.
Oltre a tutto questo, abbiamo chiesto un gesto di scusa per le ultime prestazioni. In risposta riceveremo un tiepido applauso da centrocampo, prima del fischio d'inizio, mentre gli dedichiamo il coro: "Rispettate i vostri tifosi!".
In Nord, appena entrati, iniziamo subito a sventolare i nostri Leoni e urliamo la nostra voglia di vincere.
Purtroppo la mancanza del microfono penalizza moltissimo il tifo, specie quando il Parma ha più bisogno di aiuto. Proprio per questo chiediamo uno sforzo a tutta la Curva nel seguirci. Uniamo gli sforzi per far sentire la nostra voce, per spingere il Parma alla salvezza (altro che coppa Uefa, come qualche giornalista voleva farvi credere!).
Ci hanno tolto il microfono e il diritto ad esporre i nostri striscioni, timorosi delle nostre opinioni. Perché siamo gli unici che cercano di contrastare l'azione dei potenti del calcio. Chi dovrebbe fare informazione è al loro servizio; chi dovrebbe rappresentare lo Stato c'è in combutta. L'affare-pappatoia del momento è la privatizzazione degli stadi. Strapparli alle comunità per trasformarli in impianti polifunzionali. Privatizzazione e commercializzazione (allo stato puro) di un simbolo della città.
In Italia funziona così. Tanti ci mangiano, molti fingono di non vedere, tanti se ne fregano. Poi alla fine scoppia lo scandalo (gli stadi di Italia '90, il doping, calciopoli, ecc. ecc.) e tutti (ma NON gli ultras) fingono di stupirsi.
La partita è un susseguirsi di emozioni, andiamo in svantaggio, riusciamo a pareggiare e infine ad ottenere il gol della vittoria, fondamentale per smuoverci dai bassifondi della classifica dopo tre sconfitte consecutive.
I livornesi erano circa 200, anche loro non denunciano niente in questura e sono senza striscioni. Si fanno sentire più volte con cori di contestazione alla squadra.
Finita la partita terminiamo la serata in Sede, con la mente rivolta alle prossime sfide, consapevoli che quest' anno sarà veramente dura, e dovremmo essere noi il dodicesimo uomo per trascinare questo Parma alla salvezza!
DIFFIDATO NON MOLLARE!