21 - 10 - 2007
Serie A
Doveva essere la trasferta della svolta, del possibile rilancio dopo un difficile inizio di stagione, ma così non è stato.
In settimana avevamo ricevuto la visita di Melli (in rappresentanza della società), e gli avevamo suggerito l'idea di costringere i giocatori a metterci la faccia, lanciando appelli che stimolassero la gente a seguire il Parma, per riaccendere l'entusiasmo e portare più gente possibile a Marassi. E il risultato non si è fatto attendere: 500 persone si sono mosse, nonostante il difficile momento del tifo italiano, perseguitato da norme e leggi anti-costituzionali. Mentre il sistema cerca di scoraggiare in ogni modo la partecipazione alle trasferte, e dopo un tiepido inizio di campionato, la nostra tifoseria si è svegliata.
Come BOYS abbiamo organizzato un pullman e varie macchinate, partite da Parma la domenica mattina. Ma una ventina di ragazzi del Gruppo erano già a Genova dal sabato, scesi in Liguria per celebrare il gemellaggio e per partecipare alla tradizionale sfida "calcistica" Ultras Tito-Boys.
La partita tra Gruppi ultras è stata giocata alle otto di sabato sera a Voltri (in provincia di Genova), su un campo vecchia maniera in terra battuta, con un vento ed un freddo terribili. Alla rete abbiamo appeso i nostri striscioni ("BOYS" e "ULTRAS"), e mentre gli ultras-giocatori entravano sul terreno di gioco a bordo campo si alzavano cori e si accendevano le torce. Quell'atmosfera che una volta si viveva liberamente nelle Curve italiane.
La nostra formazione, falcidiati da assenze ed infortuni, era ridotta a 12 unità. Abbiamo sopperito al nostro bassissimo tasso tecnico con tantissima grinta, una forza d'animo che consentirebbe agli undici miliardari che vestono la NOSTRA maglia di evitare prestazioni scandalose, e al NOSTRO Parma di avere qualche punto in più in classifica. Alla fine di una partita tiratissima abbiamo strappato un 2 a 2 del tutto insperato (che sarà l'unica soddisfazione calcistica della nostra due giorni "gialloblucerchiata").
Abbiamo trascorso il sabato sera in un locale dedicato al gemellaggio, arredato con i due striscioni e aperto a tutti. Una precisa scelta degli UTC (che condividiamo appieno) per rafforzare sempre più il legame tra le due tifoserie. Una festa con tanta musica e tante persone, dove abbiamo potuto scambiare qualche chiacchiera anche con i ragazzi della Riviera e dei Fieri Fossato.
Verso l'una di domenica pomeriggio ci siamo riuniti con i ragazzi del Gruppo arrivati in pullman, dopo che le forze dell'ordine (presenti nella zona stadio in maniera spropositata) li avevano richiusi per circa 15 minuti dentro al parcheggio dello stadio. La gestione dell'ordine pubblico, ci ha spiegato un funzionario, ha delle precise dinamiche che non prevedono differenze in caso di gemellaggi. Un ragionamento terrificante, che ci suona come: lavoriamo senza buonsenso, fregandocene dei disagi che creiamo.
Al ritrovo degli UTC abbiamo trovato tanto vino e buona focaccia, e conosciuto gli Ultras San Fruttuoso (che festeggiano i loro 20 anni). Lì sono arrivati tanti tifosi parmigiani e le tifoserie si sono mischiate, in un mare gialloblucerchiato.
Alla perquisizione i blu ci hanno impedito l'ingresso alla bandiera che commemora il Tino (che ci siano morti di serie A e morti di serie B?) e ai bandieroni. La motivazione del giorno è stata che avremmo potuto usare le aste come armi. Avevamo fatto e pagato il biglietto nominale (schedatura preventiva) e avevamo attraversato il tornello; e alla fine saremmo arrivati nel settore ospiti, per essere costantemente filmati da due telecamere. Ma soprattutto: c'è uno storico gemellaggio tra le due tifoserie e la nostra meta finale era una gabbia riservata esclusivamente ai NOI ultras e tifosi parmigiani. Norme e leggi anti-costituzionali, mancanza di buonsenso e di professionalità, provocazioni e soprusi. E' lo stadio di polizia.
Nella gabbia abbiamo distribuito i nostri tricolori gialloblu, che si sono alzati insieme ai due aste "Minoranza Rumorosa" e "Rispetto per noi che ci siamo", e ci siamo raccolti dietro al drappo che ricorda e rappresenta i nostri Diffidati (condannati senza processo per aver affrontato, da uomini, altri uomini).
Della partita c'è ben poco da dire: a parte i primi venti minuti, la squadra è apparsa fragile, svogliata, con evidenti limiti. Gli unici da salvare, in quelle due ore di partita, siamo stati noi, e per NOI intendiamo TUTTI, nessuno escluso, tutti i 500. Abbiamo dimostrato il giusto attaccamento alla maglia, prima cercando di spronare in tutti i modi i ragazzi fino a quando siamo stati in partita, poi rimproverandoli con cori di scherno ed ironici a cui hanno partecipato veramente tutti, veramente compatti. 90 minuti tosti. Potente pure il coro per i nostri gemellati sul 3 a 0 per loro, e il "Chi non salta è un genoano" che ha coinvolto tutto lo stadio. Fa piacere vedere una Curva che partecipa attivamente al tifo, che si fa sentire in maniera continua ed incessante.
Ragazzi, sappiamo che chi gioca nella nostra squadra è stato ripudiato da altre piazze per il suo comportamento o per mancanza di qualità. Abbiamo alcuni vent'enni che forse dovrebbero tornare in Primavera (se va bene..), e che invece dell'umiltà sfoderano una sfrontatezza disarmante, soprattutto considerando che non hanno dimostrato ancora nulla, per cui: siamo NOI che dobbiamo trascinare il Parma alla salvezza!!!
I Doriani si sono fatti vedere sventolando i loro bellissimi bandieroni, né sopra né sotto: nessun striscione denunciato. Molti i cori che ci siamo scambiati da entrambi le parti, tanti anche quelli contro i genoani e i bolognesi.
Al triplice fischio finale è rimasto alto (lo era da oltre trenta minuti) il due aste "RISPETTO PER NOI CHE CI SIAMO". Qualche giocatore (Bucci, Morfeo, Dessena...) è venuto sotto il settore, e si è preso lo sfogo di chi non ne può più di gare del genere. E' da 3 anni che la prendiamo nel culo, che non facciamo due passaggi, che i tiri in porta son miraggi: chi indossa la NOSTRA maglia DEVE capire la fortuna e l'onore che ha, e soprattutto deve portare RISPETTO per chi segue il PARMA dovunque, per chi lotta spendendo soldi e tempo libero, per chi non lascia mai soli questi colori.
La maglia deve essere onorata. Lo pretendiamo e lo pretenderemo, facendoci sentire e vedere in tutti i modi che riterremo più opportuni. Chi ha orecchie per intendere, intenda.
RAGAZZE FUORI LE PALLE!