13 - 09 - 2009
Serie A
Quella di Milano rappresentava la vera prima trasferta della Serie A per il grosso del pubblico parmigiano, anche se di fatto il nostro cammino lontano dal Tardini iniziò il 23 agosto a Udine: in quell'occasione, un po' per il periodo ancora di ferie, un po' per la lontananza del capoluogo friulano, il settore ospiti fu occupato soltanto da circa 150 supporters gialloblù, praticamente solo noi e qualche irriducibile dei clubs. In più, il buon avvio di campionato, aveva creato in città una forte attesa per questa partita. Tutto questo ci aveva portato ad essere ottimisti, ipotizzando un esodo gialloblù verso lo stadio Meazza, magari non proprio i 6000 del primo anno di serie A (nel lontano '90-'91) ma qualcosa di simile. Speravamo che l'appuntamento di Milano, dopo i quattro punti in due partite e contro la formazione più forte d'Italia, generasse l'entusiasmo dello scorso anno, portando in trasferta la gente di Parma che di solito segue le partite in tv. Che le cose non andassero proprio così lo si era capito già verso fine settimana, quando avevamo chiuso le nostre prevendite riempiendo solamente due pullman, occupati esclusivamente da ragazzi del Gruppo. Bisogna segnalare che questo "esodo" non si è concretizzato anche per le difficoltà incontrate ad acquistare i biglietti, che dovevano essere disponibili già dal lunedì mattina ma che di fatto sono stai messi in vendita dal giovedì, a causa di non meglio specificati "problemi tecnici" alla rete Lottomatica. E sicuramente ha influito anche il prezzo del biglietto, davvero esagerato e scandaloso; quest'anno anche la società di Moratti ha optato per mettere i tifosi ospiti al terzo anello, una sorta di piccionaia in un settore molto fatiscente, scomodissimo da raggiungere (dieci minuti circa di camminata in salita lungo i grossi piloni in cemento del Meazza) e dal quale la partita si vede veramente male, anche a causa di una vetrata molto spessa e sporchissima. Il tutto per ben 21 euro più diritti di prevendita (due anni fa con il Milan spendemmo 11 euro)!!! Si cerca di allontanare il più possibile i tifosi dei ceti sociali meno abbienti, trasformando i vecchi settori popolari in posti molto cari (il vecchio primo anello di Curva cosa quasi 50 euro e, naturalmente, era praticamente vuoto). Si cerca di disgregare i Gruppi, per trasformare il tifoso in cliente, che vive la partita individualmente, e in modo sempre più consumistico e commerciale.
Arrivati al casello di Milano non abbiamo trovato la scorta della polizia ad attenderci, ma abbiamo comunque raggiunto lo stadio senza difficoltà, senza creare quei problemi di ordine pubblico per cui le divise blu tanto lavorano e tanto si affaticano per garantire la sicurezza a quei tifosi che non fanno parte della schiera degli ultras. In prossimità del Meazza siamo scesi dai due mezzi e abbiamo raggiunto il nostro settore in corteo, dalla parte dei distinti, senza creare nessuna tensione, senza alcun disagio, ma colorando il piazzale sotto la Sud di gialloblù.
Dopo essere stati rigorosamente perquisiti (prima dagli steward e subito dopo dai poliziotti, il tutto nel giro di circa 3-4 metri) ed aver affrontato la "scalata" al terzo anello, ci siamo trovati insieme ad altri 6-700 gialloblù, per un totale di circa 800 parmigiani, arrivati a Milano con altri 4-5 pullman e numerose auto.
Abbiamo appeso i nostri stendardi, lo striscione "No alla Tessera del Tifoso" e srotolato le nostre bandiere per colorare il nostro sperduto settore. Abbiamo utilizzato anche parecchie bandierine gialle, che hanno contribuito a creare un bell'effetto cromatico unite alle bandiere più grosse.
La Curva nerazzurra s'è riempita molto tardi e non è sembrata esaurita, anche se bisogna sottolineare come il tifo degli interisti sia stato superiore agli ultimi anni in cui li avevamo visti in casa: non colorati ma sicuramente più rumorosi. A metà del primo tempo hanno srotolato uno striscione lungo quasi come tutta la Nord con scritto "Tessera del Tifoso: articolo 9 = morte della democrazia", iniziativa con la quale siamo in perfetta sintonia.
Nel primo tempo la nostra squadra è state bene in campo e non s'è lasciata travolgere dai nerazzurri, il nostro tifo è stato buono e continuo e ha spinto i ragazzi a chiudere sullo 0-0.
Nell'intervallo i responsabili della sicurezza, assieme alla Digos di Milano, ci hanno intimato di togliere il nostro striscione contro la Tessera del Tifoso (e per la cui esposizione a Udine alcuni ragazzi del Gruppo dovranno pagare una multa molto salata) minacciando le solite diffide. Questo nonostante lo stesso Maroni, in settimana, avesse dichiarato (oltre al fatto che la Tessera del Tifoso andrà in porto senza considerare l'opinione dei corpi sociali che vivono lo stadio) che i tifosi hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni (almeno questo...). No, neppure questo. E ad imporre la censura se ne occupa direttamente chi dipende gerarchicamente dal Ministro: la Questura. La Questura, però, prima di rispondere alle direttive del Ministro, dovrebbe difendere le leggi fondamentali dello Stato. Tra cui: la libertà di espressione.
Nel secondo tempo l'Inter è riuscita a sbloccare il risultato con una prodezza di Eto'o, e poi a raddoppiare con Milito. E' finita 2-0 con una prova onorevole del Parma e di tutti i tifosi gialloblù presenti a S. Siro, anche se avremmo dovuto essere molto più compatti. Per fare un bel tifo non bisogna disperdersi, ma unirsi!
La squadra è venuta a raccogliere gli applausi del settore ospiti, meritatissimi nonostante la sconfitta.
NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO!