Lavori in corso

Prima della sosta natalizia e dopo la bella vittoria nel derby con il Bologna al Tardini, arriva la trasferta di Roma, contro i giallorossi. Roma non è mai stata una trasferta partecipata, e nonostante l'ottimo momento della squadra non ci aspettiamo un gran seguito. Ad incidere c'è anche il prezzo del settore ospiti, 25 euro, veramente alto per un settore popolare, ben 10 euro in più rispetto a quando siamo venuti con la Lazio nello stesso identico settore. Dopo Genova (con il Genoa) un altro prezzo sproporzionato, come quello che pagheranno gli juventini al Tardini, un trend preoccupante, una tendenza al rialzo che sembra allargarsi a molte società di Serie A. Per questo motivo decidiamo di ripetere l'iniziativa già fatta due settimane prima, un'iniziativa nata dagli U.T.C. della Samp, diffondendo un comunicato (inviato a tutte le Società di Serie A) nel quale chiediamo un prezzo massimo di 15 euro per i settori popolari.
Come Gruppo, nonostante una prevendita iniziata in maniera fiacca e diverse defezioni, riusciamo a riempire un pullman e un pulmino: poco comunque per una squadra quarta in classifica in Serie A, che finora ci sta regalando tante soddisfazioni.
Il viaggio è tranquillo. A differenza delle vie di Parma, tutta l'autostrada è perfettamente pulita dalla neve, così arriviamo a destinazione senza problemi.
All'Olimpico, al contrario di tutte le altre volte, la perquisizione è meno invadente e l'atteggiamento di steward e agenti più pacato, era ora che si normalizzassero anche loro.
Dentro il settore ospiti troviamo altri 4 pullman dei club, e decine di persone arrivate con mezzi propri per un totale di circa 350 persone. Come spesso capita nelle trasferte del centro-sud c'è una buona rappresentanza di tifosi arrivati da varie parti d'Italia, come i ragazzi di Napoli e di Roma.
All'ingresso delle squadre coloriamo il settore con le nostre solite bandiere e bandieroni, con le sciarpe e un fumogeno blu, offrendo un buon colpo d'occhio. Purtroppo, nonostante il relativo buon numero, raramente riusciamo a cantare tutti insieme e a coinvolgere l'intero settore dove ci sono troppi tifosi freddi. Siamo belli compatti, ma chi lancia i cori non riesce a coordinare bene e a salire sulla vetrata. Numerosi i cori offensivi che ci scambiamo con i romanisti, soprattutto con quelli che da qualche stagione si posizionano in Nord, proprio sotto il settore ospiti.
Nonostante la Roma domini la partita la Sud non ci impressiona, mostrando qualche buco a cui non eravamo abituati. Molte le bandiere ed i due aste, esposti tutti gli striscioni dei Gruppi senza nessuna autorizzazione, dal momento che all'Olimpico, come in altri stadi d'Italia, le norme anti-tifo non vengono applicate. Viene da chiedersi perché sono invece così "indispensabili" al Tardini.
Dai romanisti vengono esposti anche diversi striscioni a favore dell'ex Panucci, segno che quando un calciatore si comporta in maniera seria, da uomo e da professionista, viene ben ricordato dai tifosi anche quando cambia casacca.
Il Parma esce sconfitto dall'Olimpico non entrando quasi mai in partita, ma viene comunque sotto il nostro settore a fine gara ad applaudire e ricevere applausi. Non dimentichiamocelo: la prima certezza deve essere la salvezza!
Sulla strada del ritorno da Roma ci fermiamo a Badia al Pino, l'area di sosta dove il poliziotto Spaccarotella ha assassinato Gabriele Sandri. Un crimine per cui non è stata fatta giustizia. Le testimonianze che inchiodano l'agente non sono bastate. Ha estratto la sua pistola senza motivo; ha mirato a lungo e ha sparato impugnando l'arma con due mani; ha ammazzato un ragazzo inerme seduto in auto. Eppure Luigi Spaccarotella in galera non c'è mai andato e per tanto tempo ha continuato addirittura a lavorare in Polizia. In primo grado è stato condannato per omicidio colposo, come se l'omicidio fosse stato un semplice errore. Una condanna che, se confermata, significherebbe una sostanziale impunità (niente carcere e possibilità di continuare a lavorare in Polizia). Se la legge è una farsa, se le forze di polizia godono di una sostanziale impunità, e se il loro lavoro è solo quello di difendere il potere, non si può parlare di "Stato" ma di regime, e non si può parlare di "Polizia" ma di sbirri. I fatti dicono dove sta la verità.
A Badia al Pino, nel corso degli anni, tante persone hanno lasciato sciarpe e piccoli ricordi. Gesti di affetto per un ragazzo assassinato, che difficilmente otterrà giustizia. Gesti per ricordare, che avevano dato forma ad uno spontaneo monumento popolare. Un monumento che deve aver infastidito chi vuole far dimenticare, chi vuole che il crimine rimanga impunito. Tutto è scomparso, sparito, e ogni cosa lasciata viene immediatamente rimossa.
Ma noi non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo. Per questo ci siamo fermati, abbiamo lasciato una nostra sciarpa e tutti insieme ci siamo fatti una foto ricordo.
GIUSTIZIA PER GABRIELE GIUSTIZIA PER GLI ULTRAS