Lavori in corso

Con la Reggina è una sfida importante per la classifica. Incontriamo una diretta concorrente per la salvezza, che stazionava qualche punto sotto di noi. L'obiettivo può essere solo uno: la vittoria.
La nostra domenica inizia come sempre in Sede. Ci troviamo presto, per finire di preparare gli striscioni da esporre fuori dalla Curva (perché dentro non possiamo più portarli...) e per raggiungere di buon ora il nostro punto di ritrovo in zona stadio.
Prima della partita ci fanno visita di due giocatori del Parma infortunati, invitati (in privato) a seguire la partita insieme a noi. Un'iniziativa organica alla nostra campagna a favore della libertà di tifo, che vuole sensibilizzare tutte le realtà che gravitano attorno alla squadra crociata sull'importanza del tifo tradizionale. Questa particolare iniziativa punta a spiegare ai giocatori crociati cosa significa essere ultras, qual è la nostra mentalità e il nostro sentire; a mostrargli la nostra capacità d'aggregazione, che non si limita all'evento-partita ma tiene unite tante persone tutta la settimana; a fargli vedere come si vivono i popolari tra biglietti nominali, code e tornelli; senza bandiere, striscioni, coreografie, tamburi, megafoni e fumogeni.
Con Castellini e Budan (quest'ultimo si è intrattenuto per non più di dieci minuti...), abbiamo parlato, chiacchierato, discusso, riso e scherzato. Crediamo di avergli trasmesso qualcosa e speriamo si uniranno a noi nella battaglia per la libertà di tifo. Vedremo. Sarebbe bello iniziare a sentire delle dichiarazioni pubbliche per il ripristino della libertà di tifo.
Fuori dai cancelli appendiamo: "La polizia libera di sparare, per gli ultras vietato tifare", perché mentre noi dobbiamo sottostare a divieti anticostituzionali qualcun altro (il poliziotto che sparò a Gabriele Sandri, tanto per fare un esempio...) può uccidere senza finire in galera. Tv e giornali, intanto, non ne parlano più. Il sistema invita a dimenticare gli omicidi "scomodi" dando il massimo risalto agli altri, fino a utilizzarli come fossero semplice intrattenimento. Un nuovo genere televisivo, che sfrutta morti reali per creare qualcosa a metà tra i reality e le telenovelas.
Morale? Tolleranza zero per qualcuno (gli ultras), punibilità zero per qualcun altro (politici, divise, ecc. ecc.). Diffide, arresti, processi per direttissima e condanne per chi rompe una vetrata; nessun provvedimento per chi uccide un tifoso, o per chi violenta la costituzione, o per chi abusa dei poteri conferitigli dallo Stato.
Un altro striscione ricorda un amico: "Gesti vivrai per sempre nel cuore dei Boys". Stefano, insieme a tanti altri, portò avanti lo striscione BOYS nei primi anni di vita del Gruppo. Ha continuato a seguire il Parma calcio fino a poco tempo fa, quando il suo cuore ha cessato prematuramente di battere. Il giorno del funerale gli abbiamo lasciato una sciarpa del Gruppo, segno d'amicizia oltre la morte, oggi lo ricordiamo al Tardini.
C'è anche un altro striscione: "Tutti a Genova", ed è appeso sul muretto del Petitot. Un messaggio rivolto a tutta la tifoseria, invitata ad essere presente alla prossima trasferta. Dopo tanti anni torna il Genoa, nostra acerrima rivale.
Oggi in Curva, così come in tutto lo stadio, c'è veramente poca gente. Niente code ai tornelli...
All'inizio cerchiamo di farci sentire ma la Nord è un po' sottotono. Si accende con il primo gol ma poi, visto anche l'andamento positivo della partita, sembra spegnersi come fosse appagata. In generale è una prestazione altalenante: alcuni buoni momenti ma anche periodi di scarsa partecipazione.
Con un megafono saremmo riusciti a stimolare maggiormente la Curva, a coordinarla meglio, a farla partecipare e divertire di più. Ma noi chiediamo molto di più di un megafono. Semplicemente: libertà.
Libertà di tifo!