22 - 12 - 2007
Serie A
Arriva l'attesissima trasferta di Genova: andiamo a far visita agli odiati genoani. Una sfida particolarmente sentita, fondata su una storica rivalità (vedi: Tormentone foto trasferta: Genova (Genoa)). L'attesa è stata tanta, perché i grifoni sono mancati per tanti anni dalla serie maggiore. I più giovani non li hanno mai incontrati, ma i più vecchi non li hanno dimenticati. Ricordano trasferte dure e vere senza la "sicurezza" e tutte le limitazioni del giorno d'oggi.
Partiamo dalla Sede verso le due, con tre pullman. Siamo soddisfatti, visto che era da parecchio tempo che non riuscivamo a muoverci in così tanti. Ci siamo quasi tutti, molti i ragazzi giovani. Qualche problema all'autogrill, il solito "furbastro" si fa beccare a rubare due birre, il gestore minaccia di chiamare la polizia: lo preghiamo di non farlo, gli spieghiamo che c'è il serio pericolo che questi arrivino ed inizino a sparare... speriamo almeno per aria (ma davvero!). Molliamo 8 euro all'omino dell'autogrill che immediatamente desiste dai suoi intenti e ripartiamo verso Genova.
Il viaggio scorre veloce, tra chiacchiere ultras e cori da stadio. Arrivati al casello di Nervi notiamo un imponente schieramento di forze dell'ordine. Sono tranquilli e non ci entrano nei pullman, come capitato a Napoli. Forse perché piove?
Il tragitto è piuttosto lungo e noi teniamo gli occhi ben aperti, ma non succede nulla. Entrati tra i cancelli del settore ospiti, distribuiamo subito le bandiere con i nostri colori sociali, superiamo una perquisizione piuttosto blanda, anche se veniamo passati con tanto di metal detector (!!!) e finalmente entriamo allo stadio.
Appendiamo lo stendardo del Tino e cerchiamo di acciopparci al meglio. In totale siamo circa 300 e scandiamo subito i primi nostri cori, per i gialloblu in campo e contro i genoani.
Mancano ancora trenta minuti al fischi d'inizio, chiamiamo la squadra, che si sta scaldando, sotto il nostro settore per farle sentire il nostro calore e metterla al riparo dai fischi di Marassi, ma i nostri giocatori non ci degnano nemmeno di uno sguardo... pensiamo: saranno talmente concentrati sulla partita da non accorgersi del nostro saluto? Quando le squadre entrano in campo il settore ospiti è coperto di bandiere gialle, bianche e blu che sventolano, un effetto bellissimo. Accendiamo anche una torcia.
Alterniamo cori secchi e brevi ad altri più lunghi. Quando riusciamo a cantare tutti insieme ci facciamo sentire bene (lo capiamo anche dai fischi del resto dello stadio).
I cori che urliamo con più sentimento sono quelli per i fratelli diffidati di PARMA-Juventus del 2005. Quella di oggi alle 19:15, per molti di loro, è l'ultima firma. 11 BOYS saranno presto liberi, diffidati a tre anni per essersi scontrati, da uomini, contro altri uomini. Ora finalmente potremmo riaverli al nostro fianco, sui gradoni del Tardini o sul pullman per una delle tante trasferte.
Per avere dato prova di audacia e coraggio, per avere difeso uno striscione che per noi BOYS è una ragione di vita, questi ragazzi hanno dovuto rinunciare al Parma per tre anni. Leggi speciali per alcuni, impunità più completa per alcuni altri. E così: chi spara ed uccide un ragazzo disarmato rimane in libertà.
Gli ultras pagano sempre, spesso senza uno straccio di prova, a Milano sono finiti in galera per una scritta con una bomboletta, a Bergamo per un vetro rotto.
La partita in campo è scialba, i grifoni riescono a segnare su rigore per colpa d'una nostra ingenuità difensiva e Marassi esplode. Noi però, nonostante il risultato, non molliamo, le mani e la voce non si fermano fino alla fine.
La sfida termina 1 a 0. Applaudiamo comunque la squadra, che evita però anche il minimo saluto. Questo è il rispetto dell'undici ai tifosi, i proprietari morali del sodalizio.
I genoani ci sono apparsi piuttosto spenti, hanno sventolato i loro bandieroni ma la gradinata Nord si è sentita solo un paio di volte. Gli strascichi giudiziari post-derby (con arresti e diffide) stanno notevolmente influendo.
La questura genovese non si accanisce, come al contrario succede nella nostra città, sulle dimensioni delle bandiere. Non c'è nessun funzionario della Digos che non ha altro da fare che misurare i centimetri di una bandiera, preoccupandosi che questa sia troppa grossa. Forse a Genova hanno capito che certe norme sono cazzate e che una visione meno rigida non può fare altro che stemperare la tensione.
A fine partita la pula ci tiene per più di un'ora chiusi nel settore ospiti, possiamo prendere la via di casa verso le 21:30, anche all'uscita massima attenzione, ma tutto è tranquillo, giungiamo nella nostra Parma pensando già alla sfida al Tardini contro i viola e a quella di Milano con l'Inter, quando riavremo finalmente con noi i diffidati del 2005...
BENTORNATI!!!