BOYS PARMA 1977

Curva Nord

Boys Parma 30 anni in un secondo

18 - 03 - 2007

Sarà che sulla Via Emilia la terra, i sapori, la gente (soprattutto la "filosofia di vita") sono particolari e meravigliosi ma, dopo questa chiacchierata con i Boys del Parma, la sensazione è quella che la "storia" delle due Italie abbia un qualche fondamento o, se vogliamo, l'Italia dei Comuni o dei Ducati abbia modellato i bipedi del Belpaese in modo assolutamente eterogeneo. Una diversità che è allo stesso tempo una ricchezza ed un problema. Davanti ad un buon bicchiere di Sangiovese, Catania appare una provincia dell'Impero Ottomano o Bizantino (sia detto senza alcuna offesa verso gli amici siciliani), comunque, una realtà diversa, quasi incomprensibile e lontana anni luce. "Gli incidenti, con quella entità, violenza e partecipazione nel post partita del derby siciliano, a Parma non si sarebbero mai verificati. E' fuori discussione", ci dice il nostro interlocutore di oggi. Appunto. Ma neanche a Bergamo, come abbiamo già avuto modo di sottolineare e circostanziare. Si è fatto di tutta un'erba un fascio, piegando la verità alle logiche del profitto e del potere. Ma, allora, al di là dei "pianti grechi", cosa è successo realmente a Catania quella maledetta sera... " Cosa sia effettivamente accaduto ci risulta difficile affermarlo, magari anche l'eccitazione per la ricorrenza della Festa di Sant'Agata ci ha messo del suo, non so, creando un clima particolare che poi è degenerato nei violentissimi scontri di piazza - esordisce l'ultras dei Boys - Occorre registrare, però, che ormai da qualche tempo in certe Curve il livello dello scontro si è alzato di parecchio, soprattutto nei confronti delle Forze dell'Ordine. Il cambiamento degli obiettivi da parte di certe frange del tifo organizzato va ricercato nell'aumento della pressione sui gruppi, sia legislativa e sia nell'azione delle varie polizie, ma anche nella 'frustrazione' di non riuscire più a venire a contatto con i supporters avversari aggiunte alle sempre più numerose restrizioni che deve subire chi va in trasferta. Un fenomeno, comunque, perseguito soprattutto nelle metropoli o in centri cittadini medio-grandi, dove i mezzi, i numeri ed il territorio consentono una migliore mimetizzazione urbana. A Parma, anche per cultura beninteso, tutto ciò non è concepibile: dopo dieci minuti siamo tutti identificati e fermati".
Rimane un morto per terra. "Vero, e questo deve far riflettere. Ripeto. C'è scappato lì, anche perché il livello degli incidenti si è elevato parecchio. Si è perso il rispetto nello scontro: dopo Spagnolo in molti ci si era affrettati a dichiarare 'basta lame, basta infami', ma poi piano piano alcuni gruppi hanno ripreso come e più di prima. Non conosco bene la situazione di Catania, ma so per certo che in certe realtà al sud, i cani sciolti sono subiti soprattutto dalla Curva: non riescono a controllarli e finiscono per sopportarne le conseguenze. Già, perché, poi, le Forze dell'Ordine si rifanno sugli Ultras. Di Catania ho il ricordo di una Curva ed una tifoseria molto attiva, compatta e numerosa".
L'opinione pubblica, ovviamente, dopo i fatti di Catania è stata investita da una valanga di messaggi, di "suggerimenti per gli acquisti", perché, comunque, purtroppo, per i più (?!!? O forse, invece, sono una minoranza?) il calcio rimane un prodotto da vendere, e da vendere molto bene. " Per quanto ci riguar-da, la stampa locale ha ripreso la linea generale nazionale, senza sbavature. Noi, con tutti i nostri limiti economici, abbiamo proseguito nell'opera di controinformazione incontrando i tifosi ed i cittadini, spiegando le nostre ragioni e avanzando le nostre proposte. I risultati sono stati piacevolmente soddisfacenti: la gente ha capito e continua a sostenerci. Già, poteva anche, dopo quanto successo in Sicilia, girarci le spalle e abbandonarci al nostro destino. Certo, oggi come oggi ad ogni partita non sappiamo se riusciamo a portare dentro le nostre bandiere, gli striscioni, ci hanno addirittura vietato il giro di campo assieme ai gemellati del Doria. Atteggiamento inspiegabile". Forse non si vuol far passare un messaggio diverso: gli Ultras sono i cattivi, come gli indiani nei film di John Wayne in salsa yankee... " Noi abbiamo fatto anche le nostre azioni dimostrative, come i 45 minuti di silenzio e 'tifo all'inglese' proprio contro la Samp e lo stadio ha capito. Noi vogliamo continuare ad essere Ultras, con le nostre contraddizioni ed, eventualmente, pagare per i nostri errori. Ma non intendiamo continuare a subire conseguenze per fatti accaduti e commessi da altri, tenuto ben presente che a Catania, comunque, non si capisce ancora bene come siano andati i fatti e chi ha commesso cosa. Certo, anche noi nel nostro piccolo siamo responsabili di certi atti, ma li abbiamo anche espiati di persona!".
A bocce ferme, le Curve si sono interrogate sui fatti di Catania. In qualche caso ci sono state contestazioni plateali contro il nuovo giro di vite, in altri proteste civili e condivisibili. "Beh, la nostra linea di pensiero si è evidenziata in un nostro comunicato, 'Sangue e ipocrisia', nel quale abbiamo evidenziato le storture del sistema calcio, gli intrecci politici e quelli economici. Il tutto, ovviamente, con la compiacenza dei Media. Bene hanno fatto i Doriani a ricordarci, nella coreografia della Sud, che tutte le morti sono uguali e da rispettare. Ovvio, se in qualche Curva qualcuno fischia durante il minuto di silenzio, ci sta pure che il resto dello stadio ti venga contro. Noi abbiamo chiesto rispetto alla gente e rispetto ci è stato accordato. In questi trent'anni di vita dei Boys ci siamo adoperati per il Parma e per la comunità, agendo con lealtà e coraggio in ogni situazione. La città non sempre ci capisce ma ci rispetta".
A questo punto è quasi obbligatorio interrogarci sul futuro delle Curve... "Sono ormai anni che continua lo stillicidio delle Curve ed il 2012 è ormai alle porte. Poi, dovesse andare in porto il regolamento degli stadi che impone di stare seduti durante le partite, che facciamo? La pressione sarà sempre più alta, anche se è bene che qualcuno si rassegni: il fenomeno Ultras è troppo radicato e, quindi, per molti anni ancora sarà impossibile eliminarlo completamente. Forse qualcuno pensava di risolvere la pratica Ultras con un decreto, ma è evidente che quel qualcuno non conosce nel dettaglio la realtà dei gruppi organizzati. In molte città gli Ultras sono molto rispettati, da tutti! Molti gruppi sono importantissimi anche da un punto di vista sociale e territoriale. Al Sud, in certe zone, la Curva è l'unico momento di aggregazione in un deserto infrastrutturale e culturale, dove i rapporti umani sono quello che sono. È chiaro, che se alla fine gli strumenti della repressione diventano 'l'associazione a delinquere', allora è finita per davvero, difficilmente riusciremmo ancora ad andare allo stadio con il nostro striscione, le nostre bandiere, organizzare i pullman, non potremmo più essere punto d'aggregrazione".
Ergo, nessuna strategia alternativa può mettere fine a questa discesa agli inferi per il mondo Ultras? " Beh, diciamo che è difficile trovare soluzioni o compromessi a fronte di una visione dello stadio vista in chiave 'inglese', un modo di essere (poco partecipato, attivo, caldo e colorato) completamente diverso dal nostro. Quando non tifi, si sente eccome!, l'atmosfera diventa surreale. Bisogna cercare il dialogo tra le parti, occorre anche capire le ragioni di questi ragazzi e di quegli adulti che lo stadio lo vivono con passione in tutti i settori dell'impianto. Ma verso gli Ultras, almeno sino ad oggi, c'è stata quasi sempre solo repressione. Se proprio vogliamo dare un'indicazione, direi che per i gruppi diventa indispensabile allargare la propria iniziativa al di fuori delle Curve in modo sistematico e non sporadico. La gente ti ascolta, capisce, ti apprezza. Diverse sono le iniziative di solidarietà che facciamo ogni anno a favore della nostra Città. In passato, addirittura, nel 1999 per la precisione, si arrivò a acquistare e regalare un'ambulanza attrezzata all'assistenza pubblica. Tutti i fondi raccolti sono reinvestiti sul territorio e contribuiscono a risolvere o mitigare problemi reali della nostra Comunità. Strategie nazionali? Sì, gli avvocati Adami e Contucci si stanno adoperando per raccogliere le firme per un referendum abrogativo sulla diffida preventiva. Anche in questo caso qualche Curva ha voluto piantare dei paletti e diversificare l'azione congiunta. Siamo convinti, comunque, che occorre ripartire con un coordinamento tra gruppi, fossero anche solo 10-15 tifoserie, sarebbe già un bel segnale". Condivido pienamente. Si parta con chi ci sta: senza se e senza ma...
Informazione: la vostra attività e quale sarebbe la vostra opinione su un periodico nazionale vicino alla Curva ed al resto dei tifosi..."A Parma noi distribuiamo circa 600 fanzine di curva, inoltre, grazie ad un sito web interattivo e aggiornato riusciamo a viaggiare sui duemila contatti giornalieri. Un buon numero. No, con i Media locali nessun tipo di rapporto al di là dei comunicati stampa. Il periodico? Se fosse gestito e scritto non da Ultras potrebbe essere uno strumento estremamente valido ed efficace".
Buon compleanno ragazzi!

Testo: Nerazzurro

BOYS PARMA 1977

Curva Nord Matteo Bagnaresi Rispetto per noi che ci siamo Ultras Liberi Minoranza Rumorosa Diffidati BOYS