Ultras scomodi. Arriva la censura
16 - 03 - 2007
Dal 30 marzo, potrebbero non entrare più negli stadi i tamburi, i megafoni, le sirene, gli striscioni e le bandiere non preventivamente autorizzati... PENSATECI BENE.... Lo ha deciso l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, presieduto dal vice direttore generale della Pubblica sicurezza, prefetto Antonio Manganelli. Mentre eravamo al reparto di Pediatria per la donazione fatta dal nostro Gruppo, sabato 10 marzo 2007, fra di noi incominciava a circolare questa notizia, diffusa da giornali e tv. Incominciavamo a porci delle domande, dubbi, a cercare conferme. Conferme che puntualmente arrivavano dal PARMA Calcio: proibiti tamburi, megafoni (anche l'impianto), aste delle bandiere (tutte), mentre bandiere (senza asta...) e striscioni saranno fatti entrare a discrezione della Questura. Leggere bene: a discrezione... La prima domanda che è venuta immediatamente a tutti è stata: ma che senso hanno queste ulteriori limitazioni?!? Cercando di ragionare non da Ultras, ma come "persone disinformate su fatti", potremmo capire lo stop alle aste, in quanto oggetti contundenti (più o meno come una scarpa, meno di un anfibio, molto meno di un anfibio anti-infortunistico). Ma perché proibire un impianto audio, un tamburo, o un qualsiasi striscione? Il motivo è evidente: vogliono censurare gli Ultras, quelli che da anni denunciano il calcio moderno e le sue componenti. Vogliono vietare le opinioni scomode, eliminare chi ragiona e sostituirlo con silenziosi consumatori.
La linea repressiva che stanno seguendo ha uno scopo ben preciso: costringere gli Ultras ad abbandonare gli stadi, non tanto colpendo la violenza, ma lo stile di vita del tifoso/Ultras di Curva. Se è vero che senza bandiere e megafono si può andare avanti tranquillamente, senza striscione e senza poter seguir liberamente la propria squadra no. E questa cosa sta bene a tutte le componenti che vivono il calcio per interesse economico.
Dopo i fatti di Catania cosa hanno fatto? Hanno varato ulteriori leggi speciali contro gli Ultras; hanno parlato di realizzare nuovi stadi per incrementare i guadagni delle società; hanno inventato la scusa dei tornelli per disincentivare le trasferte e aumentare i ricavi della pay-tv.
Le nuove richieste dell'Osservatorio colpiscono principalmente gli Ultras ma anche quei tifosi che amano il tifo all'italiana, quello che da 35 anni colora le nostre Curve. Perché? Perché vietare gli striscioni e i megafoni? Perché gli Ultras, al contrario dei clubs, non sono facilmente controllabili. I presidenti sono stanchi di essere contestati (... non sarà più possibile farlo tramite striscione, saranno censurati), le tv di essere boicottate, le istituzioni di essere riprese. Il tifoso che vogliono le società collabora con loro, sempre e comunque. E se si organizza: si organizza come conviene a loro, non disturba le tv e ancor meno le istituzioni. Ma gli Ultras sono Ultras. Innanzitutto: un'alternativa ribelle e oltranzista, che vive sull'appartenenza al proprio gruppo, cittadella di combattenti fedeli ai colori sociali. Caratteristiche che, generalmente, li rende indisponibili ai compromessi e al tradimento. Per questo sono persone scomode. E allora facciamoli sparire questi Ultras, piano piano, prima di tutto tappandogli la bocca. E la libertà di parola, la libertà d'espressione? Viviamo in un paese libero o in uno stato di polizia?
Inneggiare ai Diffidati potrebbe costare caro, qualche anno di diffida (3-4-5 danno gli anni come i numeri del lotto). Occhio a quello che dite, fate come i calciatori, mettetevi una mano davanti alla bocca prima di offendere. Ah già, Valencia-Inter l'ha dimostrato, i calciatori sono liberi di picchiarsi, nessuno li diffida. E poi? Forse ci vieteranno di stampare giornalini e fanzine, di vendere materiale, d'indossare sciarpe e foulard, di tenere un sito internet, e poi chissà che cosa.
Torna di moda la CENSURA!