Che Verona-Brescia fosse una partita a
rischio lo sapevano anche i sassi, ma che la protagonista assoluta della giornata fosse la
polizia... non se laspettava proprio nessuno.
I problemi iniziano allingresso dei tifosi ospiti allo stadio, giacché una decina
dessi, probabilmente arrivati nel capoluogo scaligero in macchina, è sprovvista di
biglietto. A nulla valgono i tentativi, da parte bresciana, di convincere i poliziotti ad
acquistare biglietti daltri settori. Per questo motivo, in segno di solidarietà
verso chi non può entrare, molti tifosi del Brescia decidono di non assistere alla
partita, uscendo dal settore ospiti. Questa decisione non provoca problemi dordine
pubblico, nonostante qualcuno, tra gli agenti, denoti segni di nervosismo, aggredendo
verbalmente alcuni tifosi.
A fine partita, con la maggior parte dei bresciani stipata sugli autobus che li devono
portare in stazione, qualcuno pensa bene di lasciare aperto, ed incustodito, il cancello
che divide il settore ospiti dai distinti, causando momenti di tensione tra le due
tifoserie, subito sedate dallintervento della polizia. Ma è in stazione che si
verificano i problemi maggiori, con violenti scontri tra la polizia ed i tifosi
bianco-azzurri, che iniziano senza motivi apparenti. Secondo varie testimonianze, mentre
quasi tutti i bresciani sono intenti a prendere posto sul treno, la polizia inizia a
caricare violentemente (per futili motivi) i tifosi che devono ancora salire, scatenando
il caos in stazione. Da quel momento ha inizio un vero e proprio massacro. I finestrini
del treno vengono rotti dallesterno a colpi di manganello e, allinterno delle
carrozze, vengono sparati i lacrimogeni. Chi scappa dal treno, verso il marciapiede, viene
percosso con manganellate a ripetizione, gli altri, per ripararsi, devono scendere dalla
parte delle rotaie, mettendo a repentaglio la propria incolumità. Chi invece non scappa
(o non riesce a scappare) riceve colpi di manganello, indipendentemente dal fatto che si
trovi sopra al treno o debba ancora salirvi. Stando sempre alle testimonianze dei
presenti: la polizia è più esaltata del solito. Durante gli scontri continua a lanciare
sassi, che non provengono dalla sede ferroviaria, in quanto sporchi di terra.
Gli scontri durano parecchi minuti. Vengono colpite anche delle ragazze (spaventosa
limmagine di una ragazza con un ematoma gigantesco sul seno), ragazzini e uomini di
una certa età, tra cui un passante, ferito ad un ginocchio da un lacrimogeno sparato ad
altezza uomo.
Durante le cariche, la polizia continua a ricordare, agli Ultras della leonessa,
lesperienza di Modena di due anni prima. In tale occasione, lo stesso reparto
mobile, si macchiò di gravi atti di violenza, per altro gratuita, a danno dei tifosi
bresciani, tantè che in merito fu avviata unindagine parlamentare.
Durante la carica, presso la stazione di Verona, rimane per terra un ragazzo bresciano.
Gli si avvicina un manipolo di agenti che gli spruzzano, in faccia, uno spray al
peperoncino, di sicuro non in dotazione alle forze dellordine. Dopodiché iniziano a
manganellarlo ripetutamente, sul corpo ed in particolare in testa; il ragazzo, finite le
percosse, riesce a scappare sul treno. Ha appena il tempo di raccontare quanto accaduto
agli amici ed inizia a stare male. Vomita verde, fino a perdere i sensi. I soccorsi
arrivano con circa venti minuti di ritardo, anche perché, la polizia, ha richiesto
lintervento del 118 per un codice di gravità giallo 2 (nulla di grave);
una volta pervenuti sul posto, gli operatori del 118, attivano invece il codice di
gravità rosso 3, che è: il massimo dellurgenza.
Paolo (così si chiama il ragazzo ferito) una volta trasportato in ospedale, a causa delle
percosse ricevute, entra in stato comatoso.
In stazione gli scontri continuano e solo dopo parecchio tempo il treno, semidistrutto
dalle forze dellordine, riparte per la città lombarda. I feriti sono tanti. Alcuni
vengono arrestati in flagranza, altri in flagranza differita (due termini in
netto contrasto tra loro). La polizia si reca allospedale di Verona e provvede ad
arrestare anche quelli che si sono rivolti alla struttura sanitaria per le cure del caso.
La cosa più scandalosa è la versione dei fatti rilasciata dalla questura di Verona,
completamente estranea alla realtà. Le prime dichiarazioni, rilasciate alla stampa,
parlano di scontri tra le opposte tifoserie in stazione, sedate dallintervento delle
forze dellordine. Nel corso di tali incidenti, stando sempre alla questura veronese,
sarebbe rimasto gravemente ferito Paolo. In merito alle ferite riportate dal ragazzo, la
polizia addebita la responsabilità ad un sasso lanciato dai tifosi stessi, citando un
presunto referto medico, poi smentito da quello ufficiale, stilato dai medici
dellospedale, che esclude categoricamente la possibilità che le ferite siano state
prodotte da un sasso.
Molti giornalisti, però, preferiscono non approfondire la notizia, altri, addirittura, si
schierano arbitrariamente dalla parte della questura, riportando un mare di falsità. E
solo pochi: raccontano una verità... non troppo distante dai fatti.
Fa riflettere come un fatto così grave possa essere ignorato dalla maggior parte
dellinformazione nazionale. E... non è la prima volta. Questo caso sembra fare il
paio con quanto accaduto ad Alessandro, il tifoso romanista entrato in coma allo stadio
DallAra di Bologna, circa cinque anni fa, dopo una carica della polizia. Il
servilismo degli organi dinformazione verso il potere è una caratteristiche delle
dittature. A noi, però, è sempre stato insegnato che viviamo in un paese
libero, con una libera informazione, dove la giustizia è uguale
per tutti, e dove chi sbaglia paga. Balle!
Raccontano che lUltras è un pericolo per questa società. Curioso che, proprio chi
parla di legalità, sia il primo a violarla. Curioso che, chi dice di essere contro la
violenza, sia il primo a praticarla. Curioso che, chi è sempre pronto a gettare gli
Ultras in prima pagina per qualche scazzottata, sia anche pronto a minimizzare o
nascondere fatti di questa gravità, quando perpetrati da appartenenti alle forze
dellordine.
Di fronte all'imbarazzante silenzio degli organi di stampa, interrotto solo dalle denunce
degli ULTRAS, il gruppo Brescia 1911 ha deciso di sospendere le trasferte fintanto che
Paolo sarà in coma. Da questa decisione la volontà di dare un segnale diverso alle
istituzioni, disertare le trasferte per fare capire che di fronte al dramma di un ragazzo
non si può sempre fare finta di niente, non si può stare in silenzio come se nulla
fosse; con un amico in coma all'ospedale come si può pensare serenamente di affrontare
una trasferta? Con questa situazione in ballo i partecipanti si sarebbero comportati nella
stessa maniera di sempre o si sarebbero inaspriti i rapporti tra Ultras e polizia? Il
gruppo Brescia 1911 le sue risposte le ha già date, le istituzioni hanno invece scelto la
solita strada, rigettando qualsiasi responsabilità, infamando i tifosi ed avvolgendo il
tutto con il solito vile velo di silenzio.
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