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Per Paolo sempre, con Paolo fino alla verità!: è passato un mese
dalla trasferta di Verona
ma non ci sono ancora novità decisive riguardo quanto successo dentro la stazione di
Porta Nuova.
Come previsto, dopo il clamore iniziale in cui molti hanno cercato di fare confusione
nella mente di tutti, in cui qualcuno ha cercato di coprire la verità in ogni modo (anche
quello più infamante), in cui tutti hanno cercato di fare uscire responsabilità
(scaricando le proprie) che né Paolo né gli Ultras biancoblù hanno. Dopo tutto questo,
come al solito, è calato il silenzio.
Un silenzio pesante, un silenzio che non ci piace. Un film purtroppo già visto molte
volte, soprattutto quando a sbagliare pesantemente sono le istituzioni, non gli Ultras!.
Oh meglio: quando a sbagliare è quella parte istituzionale (fortunatamente piccola),
denunciata più volte da tutti coloro che lhanno conosciuta; quella
parte che si arroga ogni diritto e non si assume alcuna responsabilità, anche quando
colpisce ragazzi innocenti; quella parte che forgia uomini (?) senza rispetto e senza
dignità e che non sono meglio del peggiore degli Ultras; quella parte che dovrebbe
onorare la divisa che indossa e che si fa forte dietro un distintivo; quella parte che
sfrutta leggi e decreti anticostituzionali; quella parte che non sempre dà garanzia di
giustizia; quella parte in cui migliaia di noi (per esperienze dirette) hanno smesso di
credere da tempo; quella parte che non ha ancora imparato a dialogare ma che è diventata
bravissima a reprimere (altro che modello inglese!), nonostante la maturità che ci
contraddistingue ormai da tempo ed i passi da gigante che alcune Curve hanno compiuto in
direzione di una Mentalità colma di valori ma povera di speranze.
Anche noi abbiamo scelto di stare in silenzio; ma il nostro è un silenzio diverso; è un
silenzio rumoroso; un silenzio a tempo indeterminato; un silenzio doveroso, dettato dalla
ragione, dal rispetto per Paolo che per chissà quanto tempo ancora non potrà cantare e
gioire con noi (anche quando si sarà svegliato lo aspetteranno mesi di dura
riabilitazione, con la speranza che le botte in testa non gli impediscano o limitino un
normale recupero); ma è anche e soprattutto un silenzio sincero che viene dal cuore.
Infatti, in attesa che Paolo si riprenda, non avevamo altra scelta se non quella di
fermarci a riflettere seriamente per capire se in tutto quello che ci è accaduto (perché
chi ha colpito Paolo ha ferito profondamente ed in modo vigliacco tutti noi, in un modo o
nellaltro) avessimo delle responsabilità anche marginali. Dovevamo capire se si
fosse potuto quantomeno limitare lumiliazione morale e la devastazione fisica che il
nostro gruppo ha subito. Dovevamo capire se tutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi (e
faremo in futuro nel caso decidessimo di andare avanti, decreti antiUltras permettendo
ovviamente) avesse un senso e valesse la vita di un qualsiasi ragazzo che viene in Curva
con noi. Dovevamo capire soprattutto se fosse Mentalmente giusto andare avanti a cantare
per la squadra e ad organizzare trasferte come se a Verona non fosse successo niente.
Questo lo diciamo soprattutto a chi era presente ed ha subìto larroganza, la
violenza e lo strapotere di certi personaggi senza coglierne il senso, senza capire la
gravità di quanto accaduto veramente; gravità che non si limita al fatto che un ragazzo
sia stato massacrato ed abbandonato (non dai suoi amici!, sia chiaro), ma che va oltre e
comprende una serie di avvenimenti che sono accaduti immediatamente dopo il pestaggio di
Paolo e che potrebbero accadere anche in futuro (sappiate che per i gruppi organizzati si
paventano accuse come associazione a delinquere o adunata sediziosa!), mettendo
letteralmente fine al nostro mondo, indipendentemente dal fatto che sia più o meno
violento (a chi non lo avesse ancora capito consigliamo di aprire velocemente gli occhi,
per non trovarsi un giorno a piangere dolorosamente).
Perciò nessuno ci venga a dire che bisogna cantare, che bisogna sostenere la squadra, che
bisogna di qui, che bisogna di là, che basta uno striscione, che basta un coro. Questo
errore labbiamo commesso tante, troppe volte in passato e non abbiamo intenzione di
continuare a perpetrarlo. Non mescolate la vostra indifferenza, lamore presunto per
la squadra con i nostri sentimenti! E se proprio dovete dirci qualcosa fatelo di persona,
non con gli sms. Risparmiateci i vostri giudizi. Rispettate la nostra scelta e soprattutto
il nostro dolore. Noi siamo quelli che siamo, tanti o pochi non importa, e andremo
a-v-a-n-t-i. Noi siamo soprattutto Ultras e come tali vogliamo batterci seriamente e
valorosamente fino in fondo ed in qualsiasi modo ed a qualsiasi costo affinché esca la
verità; affinché Paolo sia scagionato da qualsiasi sospetto; affinché quello che gli è
successo non debba accadere mai più, né ad un Ultras né a nessun altro.
E nessuno, ribadiamo nessuno, ce lo potrà impedire. E se davvero qualcuno pensa che basti
la retorica a cambiare il proprio destino o ad onorare un ragazzo che ha quasi perso la
vita, oppure che basti un articolo commovente quanto ipocrita (scritto dalla stessa
persona che due giorni dopo il profondo coma di Paolo, causato dal pestaggio sanguinoso
della celere, enfatizzava ad arte alcune piccole schermaglie che con Paolo non avevano
nulla a che fare!!!, mandando immagini televisive avute ((in esclusiva!?, ma và a cagà
Ciro!!!)) dalla stessa polizia che ci aveva colpito selvaggiamente poco prima, reggendone
così lo sporco gioco che era quello di voler distogliere lattenzione dai fatti più
gravi accaduti in stazione, dei quali si sentiva evidentemente responsabile), se pensa
davvero che basti così poco per avere Giustizia (sempre che uno la cerchi la Giustizia),
continui pure per questa strada, ma senza di noi.
Non dimenticate mai, non dimenticate mai, non dimenticate mai che è solamente un caso se
non siete al posto di Paolo. È il destino che ha deciso per lui, non certo la sua
condotta.
Semmai è la condotta della celere che andrebbe rivista e sviscerata, ma questo è un
altro discorso.
Pertanto, fino a quando Paolo non riuscirà a comunicare continueremo col nostro silenzio.
Solo allora, dopo avergli parlato, decideremo il nostro futuro.
La colletta continua... per la cronaca sono stati raccolti fino ad oggi circa quattromila
cinquecento euro. La colletta va comunque avanti, anche perché lazione legale che
ci apprestiamo a condurre sarà lunga e dispendiosa. Alle offerte donate da molti di voi
(fra laltro sappiate che anche persone che non frequentano la Curva, o addirittura
lo stadio, hanno contribuito) andrà inoltre aggiunto il ricavato del tesseramento e della
vendita del materiale durante questo periodo di
inattività.
Ringraziamo pertanto tutti coloro che sostengono la nostra causa e ringraziamo soprattutto
lo studio legale che si è messo a nostra disposizione affinché esca finalmente la
verità.
Gli amici di Paolo
Brescia, 22.10.2005 |