Noi cantiamo solo per la maglia!
02 - 02 - 2009
"Noi cantiamo solo per la maglia!". L'abbiamo cantato anche sabato, al Tardini con l'Albinoleffe, partita nella quale questo coro ha avuto un significato particolare, coro che sintetizza una linea presa ormai tanti anni fa, ma che consideriamo attuale e coerente.
Siamo state una delle prime Curve in Italia a non fare più cori per i singoli giocatori, ma solo per la squadra, per i nostri colori, per la Città: una scelta presa dopo il derby venduto alla Reggiana nel 1994. Allora rimanemmo scottati dal comportamento di chi indossava la nostra maglia, al giorno d'oggi la cosa ha cambiato un po' significato, ora il calcio non si può quasi più definire un sport, non esistono più le "bandiere", quei giocatori che erano le vere e proprie icone di una squadra, ed i giocatori pensano principalmente agli ingaggi a scapito della maglia che indossano. Rare eccezioni a parte, difficile affezionarci ai giocatori con queste premesse.
Siamo rimasti "scottati" troppe volte: abbiamo visto giocatori lottare per i nostri colori, baciare la maglia, correre sotto la nostra Curva, rilasciare frasi d'amore per Parma e il Parma, per poi cambiare casacca l'anno successivo, magari per una squadra rivale, venire al Tardini, esultare e magari fare gesti verso la sua ex tifoseria ("...il rumeno aleeee, il rumeno aleeeee..." cantava qualcuno).
C'è chi dice che queste cose fanno parte della normalità, che cantare per il singolo lo può caricare e che se poi passa ad un'altra squadra lo si può insultare, ma noi facciamo fatica ad accettare la cosa, è una questione di principio. Ognuno è libero di pensarla come vuole, a volte infatti partono cori spontanei per quello o quell'altro giocatore, e su questa cosa, però, ci sono da fare diverse precisazioni.
Per esempio, questi cori vengono cantati spesso e volentieri da quelle zone della Curva (ai lati e in alto), dove poi, per i restanti minuti della gara non si canta quasi mai per la squadra. Un po' un controsenso. Quelle zone da dove partono i fischi, a volte insulti verso i giocatori stessi, al secondo passaggio sbagliato o quando non si vince.
Per esempio, dopo Rimini-Parma, un tifoso ci ha scritto una mail (anonima), criticandoci per alcune cose, fra cui il non fare i cori per i singoli. "Ma cori per i singoli, a favore o contro?", gli abbiamo risposto. No perché, al di fuori dei soliti, molta gente a fine partita faceva a gara ad offendere i giocatori, dopo la brutta partita.
Anche con l'Albinoleffe ci sono stati diversi controsensi. A fine primo tempo, sul 1 a 1, la squadra è stata fischiata (tutta e tutti i giocatori, quindi); verso fine partita, dopo che Budel ci ha mostrato le orecchie, sono partiti (dalle stesse zone), diversi cori per i singoli, singoli che, tranne qualche eccezione, non si sono fermati a salutare la Curva (di solito ce li portava il fischiato, ex capitano, Lucarelli).
Ognuno, è vero, è libero di pensare e fare quello che vuole, ma crediamo che, in generale, bisogna trovare un po' di equilibrio. Noi, che non facciamo e non faremo i cori per i singoli, lasciamo liberi di farli chi lo vuole (anche perché senza impianti audio non riusciremmo comunque a fare altrimenti). Chi li fa, nello stesso tempo, dovrebbe pensare ad incitare e tifare un pochino (molto) di più per la squadra dove gioca il singolo per cui vuole cantare, e per la maglia che indossa. Siamo tifosi del Parma, non di Tizio, Caio o Sempronio.
Per chiudere il cerchio, anche i giocatori, se vogliono instaurare il rapporto di cui parlavano a inizio stagione, devono trovare un certo equilibrio. Sono professionisti (in teoria), pagati profumatamente rispetto a chi paga per vederli, e devono essere pronti ad accettare fischi, cori, o applausi. Gesti e dichiarazioni ambigue, non molto chiare, nei tempi e modi sbagliati come quelle di Budel e Lucarelli, sono totalmente fuori luogo e da evitare. Una Società seria deve gestire queste cose. Dovrebbe...