Lavori in corso

Abbiamo deciso d'affrontare la trasferta di Rimini viaggiando su rotaia. Il treno è un mezzo di trasporto collettivo (come il pullman) ma che garantisce maggior libertà di movimento sul medesimo. Mentre sul pullman si tende a rimanere al proprio posto, in carrozza diventa naturale spostarsi e muoversi. Questo favorisce la socializzazione e quindi l'aggregazione, e rende anche più divertente il viaggio. Non dimentichiamo alcuni vantaggi del pullman (per esempio: si può partire quando si vuole) ma, quand'è possibile, i treno è un'alternativa piacevole. Le partite del Parma lungo la via Emilia si affrontavano generalmente su rotaia, una tradizione che è bello rispettare.
Sul Regionale per Rimini siamo circa in 110. Vari ragazzi sono saliti a Fidenza e lasciamo Parma che sta nevicando.
Arriviamo a Rimini due ore prima della partita. Ad attenderci in stazione ci sono un paio di autobus che ci portano, accompagnati dalle solite camionette blu di scorta, sotto il settore ospiti.
Trascorriamo il pre-partita fuori dal nostro settore, liberi di girare senza troppi problemi. Ci accampiamo in prossimità di un bar e su uno degli autobus, anche per ripararci dalla pioggia. Nel frattempo arrivano altri tifosi che portano il totale al seguito dei crociati a circa quattrocento gialloblù. Un numero tutto sommato discreto, considerando che questa trasferta rimarrà, per un tempo abbastanza lungo, l'ultima delle abbordabili (trasferte vicine, o non troppo distanti, al sabato pomeriggio). Con l'Ancona e con l'Empoli giocheremo di venerdì sera (il 6 febbraio e il 13 marzo), con il Frosinone (17 febbraio) di martedì e con il Modena (28 febbraio) difficilmente ci sarà permesso andare. Entriamo allo stadio dopo aver superato i controlli di rito, uno per uno con documento alla mano, tra metal detector e tornelli. La procedura è applicata e rispettata alla lettera. Succede sempre così quando c'è un'affluenza nella norma. Quando invece c'è tanta gente: salta tutto. Queste norme sono applicabili solo con gli stadi vuoti o semi-vuoti, così come ormai sono tutti gli stadi italiani.
Steward e polizia non ci rompono le scatole più di tanto per il nostro materiale, dimostrando un certo buonsenso. All'interno del settore ci disponiamo compatti sopra i lanciacori, ma siamo traditi dalla ringhiera che tanto affascina qualcuno e che ci toglie tanti ragazzi dai gradoni, per altro scivolosissimi.
In balconata, tra i nostri drappi, esponiamo uno striscione di estremo saluto ad un ultras riminese (il "Bruco") scomparso di recente, in nome dell'amicizia che lo legava ad un ragazzo dei nostri (che per un certo periodo ha abitato nella città romagnola). Tra ultras c'è sempre rispetto, soprattutto nei momenti di difficoltà. La sua Curva, di fronte a noi, gli dedica un lungo striscione: "Quando ormai si vola non si può cadere più. Ciao Bruco fratello nostro". Dagli altoparlanti dello stadio Neri è letto un toccante comunicato della Curva Est che ricorda il proprio figlio.
Sventoliamo le nostre bandiere e cominciamo ad incitare la squadra. Una buona parte dei presenti ha voglia di tifare e i nostri cori sono possenti. Li sentiamo rimbombare contro la tribuna ed è una bella sensazione.
Il gioco dei crociati non entusiasma, i biancorossi ci mettono in seria difficoltà e la pioggia continua a scendere inesorabile. Ciononostante facciamo un bel tifo per tutta la partita, carico di passione e voglia di spingere il Parma alla vittoria. Questo è quello che fanno i tifosi al seguito di una fede! Solo quando ci avviciniamo al novantesimo il tifo della parte alta del settore inizia a calare, e i cori iniziano a perdere smalto.
Al triplice fischio salutiamo i giocatori, perché riteniamo si siano impegnati. La mancanza di gioco e le grandi difficoltà dimostrate contro il Rimini ci preoccupano, ma pensiamo innanzitutto a fare la nostra parte. I veri tifosi rispettano innanzitutto l'impegno e dimostrano la propria fede nei momenti di difficoltà.
Chi tira fuori la voce solo per inveire contro i nostri giocatori, chi pensa più a criticare che a tifare, chi dice che non sopporterà un altro anno di B, non vuole bene al Parma. Noi BOYS ci saremo sempre, nel bene e nel male. L'entusiasmo va cercato nel nostro amore per la maglia, per la città, per il Gruppo, per ciò che rappresenta il Parma calcio. Certo, vincere piace a tutti, ma la fede, l'amore e il senso d'appartenenza non possono mai venire meno.
I riminesi non hanno cantato per i primi quindici minuti, lasciando la parte centrale della Curva vuota. Hanno dedicato i primi cori al "Bruco" e acceso alcune torce. Anche loro mettono le pezze e non chiedono nessun permesso. Durante la partita li abbiamo sentiti solo in rare occasioni. Hanno realizzato due ottime sciarpate, fitte fitte, molto partecipate. Nella loro Curva (come accade sempre più spesso) c'erano solo gli ultras. Segno che le politiche anti-tifoso (da quelle repressive a quelle speculative) hanno fatto desistere soprattutto chi non è ultras.
A fine partita, bagnati fradici, torniamo in stazione. Ad attenderci c'è un cordone delle divise blu che, prima di farci salire sul regionale che ci riporterà a Parma, ci contano uno per uno al solo scopo di confrontare il nostro numero reale con quello dei biglietti comulativi in nostro possesso. Una specie di tornello umano. Che li paghi Trenitalia?
Quando la trasferta sta per finire il treno si ferma per un guasto e noi rimaniamo fermi nella campagna reggiana per una buona mezz'ora. Perseguitati dai guasti di pullman e (addirittura) da quelli del treno, andiamo avanti Curva Nord!
SOLIDARIETA' A TUTTI I NOSTRI DIFFIDATI!