08 - 06 - 2007
Finita la partita con l'Empoli molti tifosi parmigiani hanno intonato il nome di Ranieri. Noi no, anche se indossava la sciarpa del nostro Gruppo.
Riconosciamo a Claudio Ranieri i suoi meriti professionali, il cui contributo è stato sicuramente decisivo per arrivare alla salvezza. Ma non confondiamo il lavoro (che è pagato in denaro) con i sentimenti.
Ranieri ci aveva raccontato di com'è bello fare calcio a PARMA, di come si può lavorare in tranquillità nella nostra città, della genuinità e dell'integrità del nostro ambiente. Poi, però, ha deciso di andare a fare calcio a Torino, a casa di una squadra condannata per aver alterato (almeno...) un campionato.
Di seguito, pubblichiamo un piccolo riassunto di un'intervista a Ranieri, pubblicata su "Stadio" del 05 giugno 2007.
Ranieri, finalmente la Juve...
«Ringrazio che mi ha scelto. Essere qui mi riempie di orgoglio. Questa è un avventura bella e difficile, ma soprattutto elettrizzante».
Il primo pensiero che le viene in mente?
«Lavorare sodo per recuperare risultati, visibilità e posizioni. Il progetto della Juventus è serio e preciso. Non solo lo condivido, ma mi riempie di entusiasmo».
Ai tifosi cosa sente di dire?
«Che si sentiranno fieri di essere juventini. Il prossimo anno solo in Italia, negli anni a venire in Europa»
Si aspettava la chiamata di chiamata di Blanc?
«Non mi aspettavo una chiamata della Juve in assoluto. Poi ho cominciato a leggere il mio nome e allora mi chiedevo: sarà vero? A volte i nomi si fanno anche per bruciarli»
Quando Blanc l'ha chiamata la prima volta cosa ha pensato?
«Che dovevo approfittare di questa grandissima occasione per migliorare me stesso e la carriera. In questo momento sento di ringraziare anche quelli del Parma. Se sono qui lo devo anche a loro»
Quanto ha impiegato a decidere?
«Quando chiama la Juve non puoi pensare: hai già deciso».
Niente di nuovo, hanno vinto i soldi. Coscienti dei meccanismi che regolano il calcio moderno, noi cantiamo solo per la Maglia!