16 - 08 - 2008
Coppa Italia
Esordio ufficiale per il nostro Parma, in Coppa Italia al Tardini contro il Portogruaro.
La partita è in programma alle 20.30 e noi del Gruppo ci troviamo come al solito in Sede nelle prime ore del pomeriggio, per poi spostarci in zona stadio.
Il pre-partita è tranquillissimo ma davanti alle biglietterie, fin dalla mattinata, si formano lunghe code. Le file si protraggono fino alla fine del primo tempo e alcuni spettatori (paganti) si perdono metà partita (ma il biglietto lo hanno pagato per intero). E pensare che, a fine serata, saranno soltanto 2.500 i biglietti venduti.
Grazie a taluni decreti (voluti da politici e dalla Lega Calcio) assistere ad una partita di pallone è diventata un'impresa. Le norme per la schedatura preventiva degli spettatori ("biglietti nominali") disincentivano le persone da andare allo stadio.
La novità di quest'anno è che l'ingresso per la Nord è stato spostato in piazzale Petitot, praticamente di fronte alle biglietterie. Una sistemazione provvisoria ma che durerà l'intera stagione.
C'è anche l'esordio degli steward alle perquisizioni. Non sono agenti di polizia ma dentro allo stadio (come per magia) è come se lo fossero (chiamiamola legislazione creativa...). Gli uomini in giallo si fanno subito odiare da tutti quelli che... udite, udite: portano la cintura ai pantaloni. Che ci sia una nuova legge speciale anti-tifosi che criminalizza chi utilizza accessori in cuoio per sorreggersi i calzoni? No (almeno per ora...), dicono che è una disposizione del Parma calcio. Una questione di Sicurezza... Ma dentro alla nostra Curva siamo tutti di Parma. Temono forse che facciamo a cinghiate tra di noi? Speriamo comunque che la Sicurezza non ipotizzi che potremmo fare anche pugni... Se proprio accadesse: speriamo non vorrà amputarci le mani... Certo è, che è piuttosto inusuale chiedere ai propri clienti (perché oltre ad essere ultras, tifosi e spettatori, siamo tutti paganti) d'abbandonare accessori fondamentali d'abbigliamento. Forse perché negli altri settori si tende ad avere un po' più di rispetto per chi paga (e nel nostro caso, oltre a portare soldi, portiamo amore, passione e tifo). Neppure sugli aerei dopo l'11 di settembre sono stati adottati simili provvedimenti.
Ovviamente chi da le direttive non è in prima linea e certe scelte (sbagliate e controproducenti) non fanno che allontanare la gente (e poi si chiedono perché la gente non va più allo stadio...) e aumentare le antipatie per le mascherine.
Appena messo piede sui gradoni cominciamo a cantare e sventolare le nostre bandiere, tenendo ben alti i nostri stendardi.
La sfida in campo è a due facce. Inizialmente la squadra pare svogliata, tanto che prende subito due gol, e quando i ragazzi infilano gli spogliatoi già si sentono i primi fischi. Apriamo una parentesi in merito. Sicuramente l'anno scorso è stato molto deludente, ma ormai è passato. Dobbiamo guardare al presente. Non ha senso mugugnare dopo 45 minuti, dobbiamo trascinare la squadra e per farlo ci vuole entusiasmo e voglia di cantare per tutta la partita. Contestare e fischiare non devono diventare un'abitudine, ricordiamoci bene che il nostro compito (come ultras e tifosi) è un altro. Dobbiamo sostenere la squadra per spingerla a fare bene (specie quando è in difficoltà), e dobbiamo sostenere sempre e comunque la maglia!! Siamo tifosi, non contestatori o semplici spettatori.
Se qualcuno crede ancora che per vincere le partite bastano le chiacchiere dei giornalisti e dei dirigenti: si sbaglia di grosso. Le cazzate estive per pompare l'ambiente producono (ogni stagione) false aspettative estremamente deleterie. Per cercare di vincere bisogna sempre impegnarsi al massimo e combattere con il coltello tra i denti. Non ci aspetta una passeggiata, ma mille battaglie dall'esito incerto. Prepariamoci a fare del nostro meglio: tifando sempre (in casa e in trasferta), dal primo al novantesimo, soprattutto quando la squadra ha più bisogno.
La seconda frazione di gioco mostra un Parma diverso, che pareggia i conti prima di concludere la partita sul 3-2 finale.
Il nostro tifo è stato discreto. In Nord non c'era tanta gente ma visto il periodo è una cosa normale. Per tutta la partita abbiamo cantato e sventolato, ma sicuramente ci vuole maggiore compattezza. Quando ci sono grandi vuoti e la gente è sparsa è difficile coinvolgerla nel tifo. Invitiamo ancora una volta tutti i ragazzi che hanno voglia di tifare ad avvicinarsi maggiormente al gruppo centrale che canta sempre, in modo da ingrandirlo e coinvolgere nel tifo il maggior numero di persone possibile. Questo messaggio è rivolto soprattutto ai più giovani, non siate timidi, mollate il vostro posto (in Curva non ci sono posti nominali), buttatevi in mezzo, liberate la vostra passione, aiutateci a fare grande il tifo della Nord.
Nel settore ospiti erano presenti sette-otto tifosi veneti ai quali è stata respinta la richiesta d'autorizzazione per poter esporre lo striscione con il nome del loro Gruppo. Vietano la libertà d'espressione, ma per tranquillizzare tutti la chiamano "sicurezza". E' la tolleranza zero, per chi non la pensa come loro.
Altrettanti ragazzi veneti si sono dovuti sistemare in Tribuna, perché alle biglietterie dello stadio Tardini non hanno potuto acquistare i biglietti del settore ospiti. Una conseguenza del decreto Melandri-Amato, utile per disgregare le tifoserie in trasferta...
ORA E SEMPRE: ULTRAS LIBERI!