12 - 10 - 2008
Serie B
Le false promesse dell'estate hanno costruito un entusiasmo effimero che s'è sgretolato di fronte alla dura realtà. I paradisi artificiali frutto d'aspettative drogate sono svaniti nel nulla ed è rimasta la rabbia e la delusione di chi si sente tradito. Solo chi ha edificato il proprio amore sull'appartenenza e sulla fede (e non sui risultati), oggi rimane aggrappato ai nostri colori. L'amore per il Parma non si promuove vendendo illusioni, ma passione ed ideali che vanno al di là dei risultati.
Il clima asettico di PARMA-Modena (derby mancato senza arlìa ed allegria, terminato con una prestazione modesta dell'undici) non faceva presagire nulla di buono e così è stato. La partecipazione della tifoseria gialloblù alla trasferta di Treviso, nonostante si giocasse eccezionalmente di domenica (il giorno del pallone!) alle 15 è stata al disotto delle aspettative. L'entusiasmo degli inizi, testimoniato dal buon numero di abbonati (per quelli che sono gli standard attuali della B) e dalla partecipazione alle prime trasferte, sembra essere scemato. Il primo segnale negativo lo abbiamo avuto giovedì sera, al termine della nostra raccolta delle adesioni. Solo 70 persone (un pullman, un pulmino, e qualche auto). Il secondo (ancora più scoraggiante) a Treviso: solo 200 parmigiani in trasferta. Ma c'è n'è anche un terzo: la voglia di cantare (in generale) era veramente poca, specie dopo aver subito il primo gol. Così non va. Così proprio non va. Dimentichiamoci le promozioni facili e le risalite lampo. Dobbiamo sostenere il Parma. La nuova realtà che stiamo affrontando potrebbe non essere passeggera. "Con il Parma nel bene e nel male" va dimostrato con i fatti, seguendo il Parma anche quando va male davvero. E non va "male davvero" quando si pensa (...) di tornare in A vincendole tutte. Va "male davvero" quando non si vince mai, quando le speranze diminuiscono e le problematiche aumentano. C'è un momento per contestare (quand'è necessario e può servire a qualcosa), ma poi bisogna tifare. Sempre. Sempre, se si vuole veramente bene al Parma.
Il viaggio in pullman è stato molto caldo: finestrini bloccati e aria condizionata fuori uso hanno reso il mezzo un forno. Nonostante qualche sosta per rinfrescarci e rifocillarci siamo arrivati a Treviso in perfetto orario. Fermati dalla Polizia al casello siamo stati scortati allo stadio dopo poco, senza inutili attese e vessazioni.
Il vecchio Tenni sopravvive circondato da palazzi che sembrano volerlo fagocitare. E' uno stadio all'inglese, con gli spalti attaccati al campo di gioco. Ha circa 75 anni e li dimostra tutti, ma ha la dignità degli stadi di una volta, essenziali e popolari, fatti per gli appassionati. Necessiterebbe solo di un restauro, ma il suo problema più grande è un altro, comune a tanti altri stadi italiani. Molto spesso si riempie poco, perché la gente (tra dirette tv, partite in giorni ed orari assurdi, decreti anti-tifo, tornelli, steward, biglietti nominali e repressione) va sempre meno alla partita (specie in Serie B, da dopo che questa ha iniziato a disputare le partite al sabato-venerdì-lunedì).
Il grigio cemento del Tenni, segnato dal tempo e dagli elementi, e il fuxia fosforescente del nuovo panciotto plastificato degli steward. Uno stadio vecchio e vuoto, con guardiani ipertecnologici davanti ai suoi cancelli, armati di burocrazia, modernissimi tornelli a lettura laser e metal detector. Ci vorrebbero politiche per invogliare la gente ad entrare, e non leggi e norme per perseguitare chi ancora si ostina a tifare (ultimi superstiti di un popolo in via d'estinzione).
Entrati allo stadio abbiamo osservato gli spalti spogli, di gente e di colore. La Curva Sud dei trevigiani era completamente vuota, e s'è popolata solo a pochi minuti dall'inizio. Nella nostra gradinata non c'era neppure più uno spazio per appendere gli striscioni. La libertà d'espressione allo stadio se l'è portata via l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, gli spazi liberi li ha occupati la reclame. Se prima dietro alle porte si leggevano nomi di Gruppi e pensieri in libertà, oggi c'è la pubblicità. Armati di buona volontà abbiamo appeso le nostre insegne sempre sulla rete di recinzione ma più in alto, a vari metri da terra. Abbiamo attaccato "Curva Nord Matteo Bagnaresi", "BOYS diffidati", "La fede non si diffida" (non troppo gradito dagli steward), "Tino con noi - BOYS" e lo Scudo Crociato del Gruppo. Per riuscire a vedere il terreno di gioco, e la porta ai nostri piedi, ci siamo spinti verso la parte alta della Curva. Alle nostre spalle abbiamo appeso lo striscione del Bagna.
Gli altoparlanti del Tenni hanno sparato musica leggera fino all'inizio della partita, creando quel sound artificiale, anonimo e privo di passione, che ormai si sente in ogni dove.
I crociati sono entrati in campo salutando Parma in trasferta. Un'iniziativa che abbiamo suggerito alla squadra nell'incontro avuto in Sede giovedì 9 ottobre, che può servire a caricarci entrambi (loro in campo e noi sugli spalti).
Alla fine, tra rigori e gol mangiati, gol dubbi e fuorigioco, è finita in parità. La prestazione dell'undici non è stata niente di trascendentale ma s'è visto qualcosa di più che nelle passate trasferte. La squadra ha vari problemi irrisolti ma l'impegno non sembra essere mancato. Per questo, quando i giocatori sono venuti a salutarci, li abbiamo salutati con applausi, cori di sostegno e incoraggiamenti a lottare.
Gli ultras biancocelesti erano circa 300, tutti compatti dietro il piccolo striscione "Curva Sud Fabio Di Maio" (tifoso biancoleste morto d'infarto dopo una carica della polizia durante un Treviso-Cagliari di qualche anno fa). Hanno fatto un tifo discreto. Hanno uno stile molto simile a quello dei veronesi, mettono i piccoli striscioni probabilmente senza chiedere nessun permesso, ma risentono dell'elevato numero di diffide che per una piazza piccola come la loro incidono parecchio.
Fino ad ora, tra noi e gli ultras del Treviso, c'era stata solo indifferenza. Domenica, dopo che hanno lanciato una serie di cori contro Lucarelli abbiamo deciso di offenderli con il classico "Vaffanculo". La loro risposta è stata immediata ma molto ironica.
Il viaggio di ritorno è stato meno caldo di quello dell'andata, ed è trascorso tra chiacchiere e cori. Il più gettonato, proposto al microfono da un giovane della Bassa, è stato "Fontanellato l'é un gran paes"...
CON IL PARMA NEL BENE E NEL MALE!
Vedi anche:
Comunicato BOYS del 08-10-2008 La nostra fede non guarda la classifica: tutti a Treviso!
Comunicato BOYS del 06-10-2008 Treviso-PARMA: di domenica!