25 - 11 - 2007
Serie A
Ennesima volta all'Olimpico, ma non è stata la solita trasferta. La nostra presenza aveva un significato ben preciso: onorare Gabriele, un ULTRAS come noi, che oggi purtroppo ci guarda da lassù.
Il nostro racconto inizia martedì 13, alle ore 2. Partenza per Roma. Quattro del nostro Gruppo vanno a dare l'ultimo saluto a Gabriele, il funerale è previsto per mercoledì mattina alle 11.
Già al primo autogrill incontriamo altri quattro Gruppi ultras, non proprio amici. Gli sguardi si incrociano, sguardi feriti ma orgogliosi, sappiamo tutti che stiamo per vivere un'esperienza speciale.
Arrivati davanti alla chiesa guardiamo la piazza che pian piano si riempie, molta gente comune, molti laziali, gruppi ultras di tutta Italia, anche estremi rivali dei biancoazzurri.
Moltissime corone, moltissimi mazzi di fiori, moltissime sciarpe di qualsiasi colore addobbano i cancelli della chiesa. Ognuno lascia il suo saluto. Sotto la pioggia battente regna il silenzio, qualcuno non regge il dolore e viene portato via, ultras di tutta Italia presenziano fianco a fianco, una presenza discreta, rispettosa, commossa, si sentono solo gli applausi che segnano l'inizio e la fine della funzione. Si sente una voce, in una giornata come questa, inopportuna, subito zittita, poi cori per Gabriele, l'inno della Lazio e quello d'Italia. E' questo il momento più toccante, l'ultimo saluto della sua gente, con le lacrime agli occhi e le sciarpe tese.
Verso le 14 la piazza inizia a svuotarsi, continua a piovere, i laziali ci ringraziano per la presenza, salutiamo i nostri amici di Empoli e Genova e riprendiamo la via verso casa. Ci fermiamo all'autogrill di Arezzo, anche qui doniamo una sciarpa, l'appoggiamo tra le altre arrivate da tutta Italia, guardiamo ammirati la solidarietà del nostro mondo, grandissima quando siamo tutti uniti. Anche qui incontriamo altri Ultras, ma anche molta gente comune, chi passa sente l'obbligo di fermarsi, di fare un saluto, di lasciare un segno, un ricordo.
La settimana passa, il Paese è commosso, una domenica senza campionato lascia a tutti il giusto tempo di pensare e riflettere, ma non all'Osservatorio, che non fa altro che trovare nuovi divieti.
Partecipiamo ad una riunione a Milano, presenti oltre 20 Gruppi, si decide per una domenica di sciopero generale, senza tifo, senza colori, per chiedere Giustizia per la morte di Gabriele, come forma di dissenso verso la criminalizzazione degli ultras, come richiamo ai mezzi d'informazione al loro dovere deontologico e al rispetto del diritto d'informazione dei cittadini.
I laziali annunciano il loro ingresso in Nord dopo il ventesimo.
Si alza l'attenzione dei media parmigiani verso la trasferta all'Olimpico. Tutti parlano, tutti organizzano, tutti si fanno belli. Noi andremo con un pullman ed un pullmino da nove, e saranno gli unici mezzi partiti da Parma.
E' una trasferta con il lutto, probabilmente non tutti si rendono conto della situazione, ma il silenzio dell'Olimpico li farà ragionare.
Nel parcheggio ospiti troviamo altri trenta tifosi provenienti in maggior parte da Roma, ma anche da Napoli, da Frosinone, da Reggio Calabria e vari ragazzi dall'Olanda.
Restiamo fuori. In un silenzio surreale lo speaker annuncia le due formazioni, entrano le squadre, si sentono i fischi dell'arbitro. Al ventesimo entriamo sugli spalti, apriamo lo striscione "Ciao Gabriele" e lo stadio ci ricopre d'applausi.
L'Olimpico è semivuoto. Sulla vetrata della Nord c'è lo striscione "Lacrime, dolore, silenzio" e sotto il tabellone "Curva Nord Gabriele Sandri", striscione che dedica la Curva a Gabriele. Nei distinti un altro ancora: "Gabriele: sempre nei nostri cuori".
Noi stiamo in silenzio. Si sentono i cori della Nord per il Gabbo e contro gli sbirri, poi i laziali aprono un altro striscione: "Ma Gabriele vorrebbe anche questo". Forse è il preludio al tifo? No. Dopo un minuto partono altri cori contro gli sbirri, dopodiché gli ultras abbandonano la Nord svuotandola.
Il resto della partita scorre via in silenzio. Dopo il novantesimo, mentre aspettiamo che ci facciano uscire, un gruppo di laziali torna in Nord al grido di "Entriamo quando vogliamo", si posizionano in basso a destra, e intonano cori per Gabriele, chiedono giustizia e fanno cori in favore degli ultras e contro la pula. Anche noi facciamo gli unici cori della giornata, per la libertà degli ULTRAS, e ci salutiamo con un applauso reciproco.
Il pensiero va a tutti i ragazzi che credono in questo IDEALE, a tutte le ingiustizie che abbiamo subito, a chi ha paga e ha pagato con le diffide, con la galera, a chi è ancora agli arresti domiciliari perché contesta Lotito. Solidarietà a noi, solidarietà a tutti gli ultras.
Ripartiamo in pullman, ci fermiamo ad Arezzo, anche qui molta altra gente, vengono lasciate altre sciarpe. Ripartiamo verso casa orgogliosi della giornata vissuta da ULTRAS.
RISPETTO PER I NOSTRI IDEALI