I BOYS salutano Gabriele Sandri
15 - 11 - 2007
Una delegazione di quattro ragazzi del Gruppo ultras di Parma ha rappresentato i BOYS 1977 (e più in generale: la nostra città) ai funerali di Gabriele Sandri, tifoso laziale ucciso senza motivo dalla Polizia l'11 novembre 2007.
Abbiamo deciso di partecipare al rito funebre di Gabriele Sandri perché, oltre all'umano dispiacere che accompagna ogni fatto luttuoso, il giovane è stato parte attiva di quel movimento eterogeneo che ama i propri colori e che ama sostenerli allo stadio, di cui noi facciamo parte. Un movimento diviso per città, tradizioni e fedi calcistiche, ma spesso unito nella mentalità. E anche nella tragedia: perché quello che è successo al povero Gabriele poteva accadere a qualsiasi tifoso che va in trasferta. La criminalizzazione di ultras e tifosi (che continua anche in queste ore) può far ritenere a qualcuno che non sia del tutto sbagliato spararci.
A Roma c'era brutto. L'aria del quartiere Balduina era carica di morte.
La rabbia dei giorni scorsi aveva lasciato il posto al dolore e alla disperazione.
Trascorrevamo ore di silenzio in attesa dei funerali, tra gli sguardi assenti di chi popolava la piazza e le lunghe scalinate che portano alla chiesa.
Mille pensieri personali svanivano nel più triste dei riti collettivi. L'unico pensiero che univa tutti, al di là dei colori (e delle appartenenze) che ci caratterizzavano anche in quel contesto (come ogni giorno della nostra vita), era estremamente semplice e implacabile: un giovane non c'è più. Non c'era spazio per nient'altro, in quell'evento e in quel momento.
C'erano amici e rivali intorno a noi. Ma il sentire degli ultras italiani era comune: dolore, rispetto, silenzio.
Neppure tra noi BOYS c'era voglia di parlare. Ognuno di noi era immerso nei propri pensieri, diversi forse per sfumature, ma tutti riconducibili a quella tragedia. Commozione per Gabriele, per la sua famiglia, per i suoi amici.
Dal fiorista della Balduina abbiamo preso un mazzo di fiori, simbolo di vita oltre la morte. Gli abbiamo legato una coccarda gialloblu (portata da Parma per simboleggiare la nostra città) e la sciarpa che riproduce lo striscione dei BOYS. Abbiamo deposto il nostro omaggio ai piedi della lunga cancellata della chiesa San Pio X, insieme a quelli di tantissimi altri Gruppi ultras italiani, di tanti amici e conoscenti di Gabriele, di tante persone comunque scosse dalla tragedia.
Alcuni ultras e tifosi della Lazio ci stringevano la mano, ringraziando tutte le realtà che (oltre qualsiasi rivalità) hanno voluto partecipare e rispettare il lutto.
Quando il corpo del giovane veniva portato fuori della chiesa per il suo ultimo viaggio terreno, i tifosi della Lazio intonavano l'inno biancoceleste. Poi, insieme a tanti altri, quello italiano.
Sulla strada del ritorno ci siamo fermati all'autogrill vicino ad Arezzo dov'è stato ammazzato Gabriele.
Sul luogo della tragedia molti Gruppi di ultras e tifosi, e tante persone comuni, lasciano loro pensieri, ricordi e testimonianze di affetto. Su una maglietta lì appoggiata spicca la scritta: "Nessuna colpa, nessun reato, unico indizio tifoso organizzato". Alcune persone erano ferme dinnanzi a questo piccolo museo spontaneo. Gente di passaggio, ultras e tifosi, famiglie. Tutti in silenzio. Qui una vita è stata spenta.
Insieme alle altre abbiamo lasciato la sciarpa in raso dei BOYS ("1977-2007").
A Parma, dinnanzi al Petitot di P.le Risorgimento, altri ragazzi del Gruppo hanno esposto lo striscione: "I BOYS salutano GABRIELE".
Addio Gabriele.
Splenda a te la Luce Perpetua.