06 - 05 - 2007
Serie A
La trasferta di Verona poteva rappresentare la sfida decisiva in ottica salvezza, perché una vittoria avrebbe condannato il Chievo e un pareggio, comunque, lo avrebbe tenuto a debita distanza. E invece ci sarà ancora da lottare! Era questo il pensiero che andava per la maggiore in pullman durante il viaggio di ritorno. Una trasferta che aveva tutti i presupposti per essere annoverata tra quelle storiche, quelle da ricordare a lungo. Fin dall'inizio della settimana in Sede si respirava un'aria d'attesa febbrile, con tanta voglia di sostenere il nostro amato PARMA in una sfida decisiva per la salvezza.
Alla domenica ci siamo radunati in via Calestani verso le 11. Abbiamo organizzato un pullman e un gran numero di auto. Il viaggio è stato carico d'entusiasmo, ricco di cori e di birre; una volta giunti nel parcheggio del settore ospiti abbiamo iniziato a distribuire i coriandoli (veramente tanti) che avevamo preparato durante le scorse settimane in Sede. Li abbiamo distribuiti alla gente in coda, uno per uno, e i blu li hanno fatti entrare. Sarebbero entrati anche se li avessimo portati solo noi? Chissà... Non abbiamo denunciato questa coreografia, perché non ci sottomettiamo a norme anticostituzionali, perché non ha senso chiedere un permesso per gettare in aria dei coriandoli.
Ma la polizia in servizio a Verona ha ben interpretato lo spirito anti-costituzionale della repressione anti-tifo e anti-Ultras. Perquisizione scrupolose sotto la pioggia, documenti alla mano, sequestro di aste per bandiere (anche minuscole) e di ombrelli, divieto d'ingresso per taluni tipi di sciarpe e di magliette, sequestro di trombette e bandierine anche ai bambini in lacrime. Duri e spietati con chi desiderava legittimamente assistere alla partita, impotenti ed incompetenti con chi era allo stadio per saccheggiare e devastare decine di auto (più di 30, ma solo 6 o 7 per la "infallibile" questura veronese) di tifosi parmigiani.
Vedere nel settore ospiti del Bentegodi 4.000 tifosi ducali, accorsi con tutti i mezzi possibili, è stato un bello spettacolo; ma mancava il colore delle nostre bandiere e dei nostri striscioni. Per questo all'ingresso delle squadre in campo abbiamo dato il via ad una cartata spettacolare, da pelle d'oca, accompagnata da fumogeni gialli e blu.
Senza megafono non siamo riusciti a coordinare bene il lancio dei coriandoli. Qualcuno li ha lanciati all'annuncio delle formazioni, ma l'effetto iniziale è stato buono. Dispiace comunque che ci sia sempre chi non capisce che dietro queste cose c'è chi si sbatte per tutti e che meriterebbe più rispetto: non era poi così difficile lanciare i coriandoli tutti assieme. No?
I cori che si sono alzati dal nostro settore, a partire dal riscaldamento dei Crociati, erano da brivido. C'era in tutti la voglia di contribuire alla causa e il tifo iniziale (dal punto di vista canoro) è stato ottimo.
A soli 5 minuti dall'inizio abbiamo subito il gol del Chievo. Abbiamo tenuto duro, cercando di trascinare più gente possibile. Però più passava il tempo più notavamo in campo una squadra svogliata, senza il piglio giusto, irriconoscibile rispetto alle ultime ottime prestazioni. E così è stato anche nel secondo tempo. I clivensi arrivavano sempre prima sul pallone e alla lunga il tifo ne ha risentito, con un calo vistoso rispetto alla prima frazione di gioco. Un calo dovuto anche all'assenza del megafono. Finché i risultati sono a nostro favore tutti cantano sulle ali dell'entusiasmo, ma quando la squadra perde o comunque gioca male è fondamentale il megafono per stimolare tutti a cantare e a non mollare.
La sfida è terminata con una nostra sconfitta, per 1 a 0. Il cammino che ci separa dalla salvezza è ancora arduo. Ora più che mai:
NO ALLA RESA!