28 - 09 - 2006
Coppa UEFA
Debutto europeo al Tardini per il nostro PARMA, che dopo un anno d'assenza torna in Coppa Uefa, competizione che ci ha visto protagonisti in passato, con due indimenticabili vittorie.
La partita contro i russi del Rubin Kazan si disputa ad un orario infame, le 18:30, per le solite "esigenze televisive". Ma alle 18.30 qualcuno sta ancora lavorando, qualcuno ha già smesso ma è lontano dal Tardini. In Nord, proprio per questo, appendiamo lo striscione "TV: DI QUESTI ORARI NON NE POSSIAMO PIU'". In tanti non ne possono più. Noi, che nonostante tutto ci siamo sempre, ma anche tanti altri, che allo stadio non vengono, o non vengono più. Colpa degli orari, della repressione, della corruzione, di politiche che hanno stravolto ciò che era il calcio.
Quando le due squadre scendono in campo, complici le lunghissime file davanti ai botteghini, la Nord risulta semi-vuota. La situazione è veramente incredibile: nonostante il basso afflusso (i paganti totali risulteranno 2.500) si sono formate interminabili code davanti alle biglietterie e in tanti entrano dopo il fischio d'inizio. Gli stessi buttafuori della società, accortisi del caos, invitano gli addetti alle biglietterie a non chiedere né documenti né nominativi. Poi, come per magia (ma non ditelo a Pisanu) le biglietterie iniziano a stampare più biglietti con lo stesso nome, in modo da rendere meno lente le operazioni. Inevitabili i momenti di tensione, comprensibile l'incazzatura di chi è uscito di corsa dal lavoro per assistere alla partita e ha dovuto trascorrere anche un'intera frazione di gioco in coda, pagando ugualmente il prezzo intero del biglietto. E badate bene: molti di loro non erano Ultras.
Noi contestiamo queste normative, che violano la riservatezza della persona e creano enormi disagi ai tifosi, fin da quando ne ventilarono la possibile applicazione. Eppure, la gente, sembra accorgersene solo ora, quando le vive sulla propria pelle. Un anno fa le nostre proteste caddero tutte nel vuoto, di fronte alla maggior parte della Nord quasi infastidita dalle nostre iniziative anti-decreti Pisanu. Gli alti vertici del Coordinamento, addirittura, giustificarono il loro disinteresse con la tesi che "se non c'è niente da nascondere non c'è nulla da preoccuparsi" e ci accusarono d'essere contrari a questa normativa perché, stando a loro giudizio, la maggior parte di noi sono delinquenti. Premesso che non siamo delinquenti, la tesi per cui "se non c'è niente da nascondere non c'è nulla da preoccuparsi" è molto pericolosa, giacché legittima lo Stato a non rispettare la riservatezza della persona.
Da stasera... qualcuno, ha le idee più chiare su cosa significa "biglietto nominale" in termini di disagio.
Man mano che la gente entra (gli ultimi durante l'intervallo, mentre molti altri, esausti, abbandonano) si cerca di fare "cioppo". Il tifo è costante, si canta per la Maglia e contro i reggiani, ma i cori però che ci vengono più spontanei sono per i Diffidati, privati della libertà per mezzo di leggi incostituzionali, mentre i criminali beneficiano dell'indulto e chi stupra e accoltella gira liberamente per la città.
Il PARMA, nel secondo tempo, riesce ad imporsi. In Nord cerchiamo di coinvolgere tutti nei cori più recenti mentre i tricolori Gialloblu sventolano incessantemente. La partita finisce 1 a 0, il PARMA conquista la qualificazione e i giocatori vengono sotto la Curva per i saluti.
Il PARMA continua il suo viaggio europeo ma gli ultimi cori ci riportano alla cruda realtà:
NOI VOGLIAMO UNA SOCIETA'!