17 - 09 - 2006
Serie A
L'esordio casalingo del nostro PARMA, in campionato, è contro il Milan.
Il ritrovo è in Sede e da lì ci spostiamo al solito bar. Il pre-partita scorre tranquillo e siamo raggiunti da alcuni ragazzi degli Ultras Tito, che ricambiano prontamente la nostra visita del sabato, contro l'Inter, che ha visto il drappo "Diffidati BOYS" in quel di S. Siro con gli amici blucerchiati.
Al Tardini appendiamo "TV: DI QUESTI ORARI NON NE POSSIAMO PIU'", per protestare contro un calendario elaborato incuranti dell'esigenze di chi vive realmente lo stadio. Il PARMA, per esempio, nelle sue tre prime partite di campionato inizierà a giocare sempre alle 20:30.
Per oggi avevamo pronta una nuova coreografia, alla cui preparazione hanno partecipato vari ragazzi del Gruppo, sacrificando le proprie ferie. Ma abbiamo deciso di rinviarla, per esprimere, innanzitutto, il nostro sdegno; a quei dirigenti che hanno truffato milioni di italiani, a quegli arbitri che hanno falsato campionati, a quei politici che hanno difeso i corrotti, ad un ministro che chiedeva aiuti illeciti e intanto proponeva normative contro Ultras e tifosi, a quei giudici che hanno violato leggi pur d'aiutare i potenti, a quei magistrati che hanno tenute nascoste le intercettazioni per mesi, a quei giornalisti servi dei poteri forti, a quei mafiosi che da una vita bazzicano nel mondo del calcio per tornaconto personale.
Lo scandalo di calciopoli poteva segnare un punto di svolta. Il punto più basso del calcio italiano poteva produrre una rivoluzione, in tutti i campi: in Figc, alla Lega Calcio, nell'Associazione Italiana Arbitri, nella magistratura, in Parlamento, nei mezzi d'informazione. Invece, purtroppo, ha generato solo altri scandali. Perché i potenti non si toccano, mai.
Tutto questo mentre gli Ultras possono essere condannati senza processo ("diffida"), anche per semplici comportamenti che allo stadio si tramutano in "reati": accendere un fumogeno, muoversi liberamente, cantare qualcosa di non "politicamente corretto".
Dinnanzi a questo schifo non potevamo tacere. Ed ecco, poco prima del fischio d'inizio, dispieghiamo alcuni striscioni, che vanno a comporre la frase: "NEL CALCIO IMPUNITA' PER TUTTI TRANNE CHE PER GLI ULTRAS; GALLIANI MOGGI MATARRESE PISANU IN GALERA".
Il Tardini è discretamente gremito. In Nord partiamo bene con alcuni cori ma, con il passare del tempo e lo svantaggio, caliamo considerevolmente. Solo la "Minoranza Rumorosa" continua con costanza ad incitare i Crociati, anche se qualche boato, nel secondo tempo, fa capire le potenzialità della Curva. Si potrebbe fare di più, soprattutto quando il risultato è incerto; il primo goal subito è una mazzata tremenda per la Curva, già si respira aria di rassegnazione, come se fosse impossibile arrivare al pareggio. Al quindicesimo del primo tempo, anche se si prende goal dal Milan, si deve reagire, dobbiamo credere nel pareggio, almeno provarci. Il PARMA non ha più i campioni di una volta, è una squadra operaia, con alcuni parmigiani. La Curva deve dare fiducia a questa squadra, cercare di trascinarla, dargli sicurezza, aiutarla a vincere quella tensione che una gara di quest'importanza si porta dietro.
Il tifo, paradossalmente, migliora nel secondo tempo, soprattutto verso la fine, quando il risultato è ormai scontato. Ci si diverte, nonostante stia maturando la sconfitta, tenendo alti i nostri Colori.
Fa piacere vedere molti giovani in Nord, speriamo comprendano l'importanza che ha il nostro sostegno per la squadra, il vivere la Curva in maniera attiva, per creare un determinante fattore campo.
Di fronte a noi circa 3.000 milanisti. Tutti i maggiori gruppi sono presenti e con loro ci scambiamo cori offensivi.
La partita si conclude 0 a 2, ma il PARMA ha disputato una bella prestazione ed esce tra gli applausi della Nord, che apprezza la grinta e la caparbietà viste in campo.
Gli ultimi cori sono per gli amici doriani, presenti con lo striscione "1969", che ringraziamo per la graditissima visita.
DORIA E PARMA UNITE IN ETERNO