Parma Clubs: i divieti toccano tutti
07 - 03 - 2009
Lettera BOYS ai Parma Clubs
I divieti toccano tutti
Diritto di tifo e di trasferta sono diritti per tutti i tifosi e tutti gli ultras italiani. Purtroppo, molto spesso, gli ultras rimangano da soli a combattere queste battaglie. Le altre organizzazioni di tifosi, tendenzialmente: tacciono o giustificano. Forse perché, ormai, hanno interessi ed obbiettivi sempre più lontani, dal tifo e dal seguire la squadra (anche fuori casa). E forse anche perché, per quanto riguarda i divieti di trasferta, qualcuno alla fine entra lo stesso... grazie a qualche conoscenza. Chi sente la missione di organizzare il tifo dovrebbe pensare a prodigarsi per tutti, rifiutando sempre qualsiasi privilegio personale.
Contro il Modena la nostra tifoseria è stata colpita da un divieto di trasferta. Noi Boys abbiamo protestato con forza, sostenendo una battaglia che è locale e nazionale, perché non c'è mai giustizia nell'impedire l'esercizio delle libertà fondamentali. Abbiamo organizzato varie iniziative, cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica, la città e il Parma calcio. Dopodiché abbiamo subito e patito il divieto, come qualsiasi altro tifoso gialloblù.
Il Centro di Coordinamento dei Parma Clubs, come sempre accade su queste tematiche, è rimasto in silenzio. Poi, il giorno della partita, mentre la nostra tifoseria era costretta fuori dal divieto, Paolo Medioli, il presidente di tale associazione, era sugli spalti del Braglia. Un caso non isolato ma veramente emblematico.
La cosa più grottesca è che di rado abbiamo visto Paolo Medioli in trasferta; diciamo pure che non è un habitué dei settori ospiti.
Tutti sono liberi di partecipare o non partecipare alle trasferte, di lottare o non lottare per il bene di tutti tifosi, di impegnarsi o non impegnarsi per organizzare il tifo e le trasferte. Ma chi fa il Presidente dei Parma Clubs certe cose dovrebbe sentirle come proprie, ed essere sempre in prima linea. Invece non è così.
Il Parma non è una vetrina per acquistare popolarità e/o voti. E' passione, fede e senso di appartenenza. Il tifo organizzato non è un mezzo per beneficiare di qualcosa, ma voglia di fare, per il bene di Parma, del Parma e di tutti i gialloblù.
E' ora di cambiare. Radicalmente.
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