BOYS PARMA 1977

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Arrivano gli ordini. Dovete tifare!
P.S.: come vogliamo noi.

21 - 09 - 2007

Ultras è cattivo, inutile e sbagliato. Questo raccontano i media italiani ogni giorno, generalizzando su migliaia di persone che all'interno di un movimento complesso e variegato si differenziano in centinaia di gruppi.
Le SpA del pallone propongono leggi anti-ultras e anti-tifo, il Parlamento esegue, i giornalisti applaudono. E se l'ultras smette di tifare? Eh no, non scherziamo. Il tifo è bello, ma soprattutto necessario, anche «colorato e scatenato» (come dice Giovannona "Coscialunga" Melandri), purché non rompa le scatole. Della serie: "Zitto e tifa!". I potenti del pallone (e i loro tirapiedi parlamentari) non vogliono opinioni, ma coglioni, che tifano e applaudono a comando, senza mai azzardarsi a contestare (soprattutto i potenti).
Senza entrare nel merito di quello che sta accadendo in altre piazze, che nulla c'entra con noi, non possiamo non notare alcune campagne mediatiche tese a far pressioni su certe Curve, affinché sospendano le proteste e tornino a tifare. Gli stessi giornalisti che hanno benedetto le norme anti-tifo, oggi vogliono il tifo. Una contraddizione? Assolutamente no. Sono coerenti nel loro servilismo ai boss del pallone. Li hanno appoggiati quando hanno sospeso la libertà d'espressione negli stadi, li appoggiano oggi per far tornare gli ultras a cantare. Cantare sì, ma senza disturbare.
Molti media, sempre più distanti dal mondo reale, danno spazio a quello virtuale. Nel tentativo di supportare le loro tesi, pescano su internet quello che più gli conviene. Tra i tanti: "Il popolo del web si schiera con ...", articolo di spalla apparso sulla Gazzetta dello Sport di oggi. L'articolo cita l'opinione di 7... persone? No, di 7 entità virtuali, che potrebbero anche essere la stessa persona. Addirittura, magari, una persona che non vive e non frequenta (e quindi non conosce) il mondo o le cose di cui scrive. Questo non significa voler censurare la rete, significa: non sfruttarla per fare disinformazione.
Fare informazione significa raccontare i fatti, partendo da quelli più rilevanti. Chi racconta solo quello che serve a supportare una determinata tesi e a tutelare specifici interessi, nascondendo tutto il resto, fa disinformazione.
Un esempio pratico e documentabile? La Gazzetta di Parma (ma non solo). Se non sei allineato (a certi interessi), non importa quello che fai (la notizia), in generale vieni oscurato.
ULTRAS, PER LA LIBERTA' DI TIFO!

BOYS PARMA 1977

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