Mastella: amnistia per calciopoli
06 - 07 - 2006
Clemente Mastella è il ministro della giustizia. Nel corso della sua carriera, oltre a partecipare a vari governi - di centro, di destra e di sinistra - è stato anche vicepresidente del Napoli.
Tra le funzioni più importanti del ministro della giustizia, ricordiamo: l'organizzazione dei servizi e la titolarità dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati.
Mentre alcune procure indagano su Calciopoli, basandosi prevalentemente sulle intercettazioni telefoniche raccolte, il ministro della giustizia lancia precisi messaggi.
Mastella, fin dal suo insediamento, s'è espresso contro le intercettazioni telefoniche - a tutela della riservatezza dei potenti del calcio - e in favore della convocazione in nazionale di personaggi coinvolti nello scandalo del calcio - che hanno evitato, de facto, qualsiasi processo sportivo. Adesso, esercita indebite pressioni sui vertici Figc invocando l'amnistia generale - che, a suo dire, è proprio ciò che vogliono i tifosi truffati.
Chissà perché, si parla di perdono e d'amnistia solo quando ci sono grandi interessi, economici o politici, in ballo.
Clemente Mastella è il ministro della giustizia. Ma qual è il suo concetto di giustizia?
Tratto da "Il Corriere della Sera" del 07 Luglio 2006
"E meno male che la sentenza del processo non arriva domenica mattina, prima della finale... Comunque vada, ai Mondiali è andata bene e di questo dobbiamo ringraziare Lippi e i giocatori. Sì, proprio quel Lippi che avrebbe dovuto forse rimanere a casa. E io adesso dico: grazie a Dio che è rimasto là...".
Il tifoso Clemente Mastella ("Amo l'azzurro del Napoli e della Nazionale"), l'amico fraterno di Diego della Valle, l'estimatore del professionista Luciano Moggi fin dai tempi dell'ingaggio come direttore sportivo nella società partenopea, si spoglia per qualche attimo della grisaglia da ministro della Giustizia e, parlando di calcio alla sbarra, si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa: "L'amnistia in caso di vittoria ai Mondiali? Il governo non interferisce, però credo che i tifosi lo chiedano, un atto di clemenza". Questo processo, insiste poi il Guardasigilli, "non può essere come certi spettacoli che si vedevano nell'arena del Colosseo dove tutti infierivano".
L'avvocato Guido Rossi, il commissario chiamato a risanare la disastrata Figc, è rimasto colpito dalla "serietà" mostrata in campo martedì sera dagli Azzurri. Di questi giocatori, fino all'altro giorno, in molti ne parlavamo malissimo...
"Ecco, appunto. Ne parlavate malissimo. Altri erano presi da questo eroico furore mentre io non me la sono mai presa: sarà per il mio stile un po' perdonista, sarà perché l'amicizia va dimostrata soprattutto nei momenti di difficoltà. Oggi, invece, tutti a dire bravi, bravi: gli stessi che inveivano fino a poco tempo fa".
L'umore popolare muta con facilità davanti agli eventi.
"Da parte di alcuni c'è la tendenza a sentirsi al Colosseo. Guardando l'arena col pollice verso, o col pollice rivolto in alto, a seconda delle circostanze".
Questo, però, dà l'immagine di un'opinione pubblica italiana un po' becera.
"Sì, a volte siamo un po' così. Trascinati dagli eventi. Per fortuna, stavolta, emozione scaccia emozione e dobbiamo dire grazie ai giocatori".
Se il Mondiale dovesse finire nel migliore dei modi, c'è già chi parla di amnistia per i "reati" del calcio. Concorda, ministro?
"Ho sentito alcune voci. Ma il governo non può intervenire su questo tema, c'è un problema di non ingerenza. Eppure, io credo che la maggior parte dei tifosi la chieda questa amnistia. E mi spiego, da tifoso: è giusto che Cannavaro e Del Pietro e tanti altri giochino in serie C dopo quello che hanno fatto? Oppure facciamo come in Gran Bretagna dove Churchill vinse la guerra e per ricompensa fu scaricato?".
Martedì è prevista la sentenza del processo che si celebra all'Olimpico. Lei ha già usato la chiave dell'ironia per dire che mancano le garanzie per la difesa.
"Ecco, meglio che resti sull'ironia. Se io fossi tra gli incolpati sarei molto incavolato: vorrei valutare con attenzione le carte perché ci metto la faccia, ci metto i soldi, rischio sul piano dell'opinione pubblica nazionale e internazionale. Tanti di quelli che stanno là hanno un rilievo che va al di là del mondo calcistico".
Ha tracciato un profilo fedele del suo amico Diego Della Valle?
"Io parlo anche di Berlusconi. Se potessi dargli un consiglio gli direi di non farne un fatto politico. Anche se, dalle indicazioni che mi arrivano, c'è l'impressione che la decisione sia già stata presa. È ovvio che davanti a responsabilità accertate ci vogliono le sanzioni, ma qui il rischio è che paghi anche chi non c'entra niente. Questo è il dramma e il limite della vicenda".
Di tanta celerità si è lamentato anche il patron della Fiorentina.
"Sono legato da affetto ed amicizia a Della Valle ma di questo preferisco non parlare perché per me lui è come un fratello. Non parlo altrimenti prevale l'equazione Mastella uguale Della Valle. Non lo valuto proprio come proprietario della Fiorentina pur confermandogli grande affetto e amicizia".
E i suoi rapporti con Luciano Moggi?
"Sono stato vicepresidente del Calcio Napoli quando Moggi era direttore sportivo della squadra. Anche l'avvocato Agnelli era presidente della Juventus quando Moggi era direttore della sua squadra... Tutti noi ritenevamo che lui fosse capacissimo da un punto di vista tecnico".
Come finisce questa storia, ministro Mastella?
"Ve lo ricordate il Rossi che nell'82 ci fece vincere i Mondiali? Bene, quest'altro Rossi non ci farà vincere i Mondiali in Germania. Se ci riesce qualcuno questi è Lippi. Insieme ai giocatori azzurri".