Calcio: riscrivere le regole!
20 - 05 - 2006
Il calcio era uno sport, fatto di passione e sudore. Poi diventò un giocattolo, da usare per fare soldi. Quel giocattolo s'è rotto e finalmente lo hanno capito tutti.
Lo scandalo è scoppiato da pochi giorni, grazie a varie intercettazioni telefoniche che hanno interessato Luciano Moggi, dirigente-faccendiere juventino, finite sui giornali e su cui si basano le inchieste di varie procure. Altre indagini riguardano la GEA, società formata da numerosi "figli di papà" (Moggi, Tanzi, Cragnotti, Geronzi...) che controlla i giocatori di mezza Serie A, e il calcio-scomesse.
Dentro a questo caso ci stanno finendo veramente tutti: società, dirigenti, designatori, arbitri, guardalinee, giocatori, procuratori, giornalisti, politici, personaggi in divisa... Praticamente tutto quello che interessa il mondo del calcio, dai vertici federali a quelli societari, dai vertici arbitrali a quelli del Governo. Gli stessi personaggi che, fino a qualche settimana fa, indicavano gli Ultras come i responsabili di tutti i mali, i nemici "numero uno" del gioco del pallone. Ma la verità è ora chiara a tutti, nel mondo del calcio solo Ultras e tifosi hanno le mani pulite.
Finalmente si racconta un po' di verità, dopo tante menzogne e dopo tanta omertà. Quanto stiamo apprendendo non ci stupisce; da anni denunciamo i mali del calcio. Mali "legali" (depenalizzazione del doping, spalmadebiti, promozioni a tavolino per alcune grandi squadre, assenza di controlli amministrativi, scarsa autonomia per arbitri e organi di controllo, conversione degli stadi da impianti sportivi a centri commerciali, introiti derivanti dalla cessione dei diritti tv divisi non equamente tra le società, pay-tv, anticipi e posticipi) e illegali (bilanci truccati, doping, calcio-scommesse, partite combinate, arbitri venduti).
A Roma, contro la Lazio, abbiamo esposto "...ORA CHE AVETE ROTTO IL GIOCATTOLO... NON DITE CHE NON L'AVEVAMO DETTO...". Tutti sapevano, solo gli Ultras parlavano. Solo gli Ultras facevano informazione, su Internet, sulle fanzine, sugli striscioni. I giornalisti? Parlano ora... quando non è più possibile nascondere la verità. Anche questo non ci stupisce, come non ci stupisce sapere che alcuni giornalisti erano pagati per "aggiustare" moviole, per sostenere determinate tesi, per fare disinformazione. E pensare che si scandalizzavano quando li accusavamo di "omertà"...
Il gioco è durato finché ha fatto comodo a molti, ora si gioca a scaricabarile, in cerca di qualche capro-espiatorio.
La prima domanda che ci poniamo è: chi ha sbagliato pagherà? Oppure si cercherà, nuovamente, d'insabbiare tutto?
Preso atto del crollo del sistema calcio, si provvederà a fondarne uno nuovo, con uomini, norme e mentalità diverse o si continuerà sulla strada di sempre? Ultras e tifosi, l'unica componente non corrotta del mondo del calcio, saranno ancora considerati come semplici "spettatori" o come parti indispensabili d'un insieme organico?
Concludiamo con una domanda indirizzata a Galliani: i problemi del calcio sono davvero gli Ultras e gli stadi scomodi come aveva dichiarato?!?