14 - 05 - 2006
Serie A
Epilogo stagionale per i Gialloblu Crociati in quel di Roma, sponda biancoceleste. Un PARMA aritmeticamente già salvo fa visita ad una squadra già certa di un posto UEFA per una partita che, più che in campo, ha significato per gli Ultras e per i tifosi di tutta Italia, oggi accomunati dalla rabbia e dalle sorprendenti (non per noi) rivelazioni degli ultimi giorni su Calciopoli, con i massimi vertici del pallone indagati, addirittura, con l'accusa "d' associazione a delinquere".
Partiamo di buon'ora, in 70 circa. Il viaggio scorre tranquillo fino a Roma; al casello soliti controlli su bottiglie e quant'altro. Sappiamo che a Roma le forze dell'ordine sono abbastanza pignole, alla luce di striscioni razzisti e intolleranti che spesso fanno capolino nelle due curve capitoline, ma mai avremmo immaginato quello che è successo all'interno del settore. Prima d'entrare vengono srotolati tutti gli striscioni, ed in modo assolutamente ingiustificato ci viene impedito l'acceso a "Ultras Liberi" e a "Diffidati BOYS", striscione e stendardo che ci accompagnano da sempre e che sono tra i più importanti del Gruppo, perché rappresentano il nostro pensiero ed i nostri amici che non possono essere con noi causa diffida. Entra di nascosto la sola bandiera a due aste "Diffidati con noi". Di fronte alle nostre richieste di chiarimenti, animate ma civili, il vicequestore si nasconde dietro le decisioni del suo superiore che via radio impartisce istruzioni. Non esiste nessuna legge che impedisca l'ingresso di striscioni o stendardi con quei contenuti, non sono né violenti, né esprimono razzismo o messaggi politici. Sinceramente non riusciamo a capire perché solo a Roma ci siano queste manfrine, quando puntualmente le forze dell'ordine vengono sbugiardate dagli striscioni laziali e romanisti fatti entrare di soppiatto e con temi ben più pesanti. Addirittura, in Nord, sono appesi in balaustra striscioni contro Lotito e Mezzaroma.
Per fare entrare il nostro striscione sui mali del calcio ("...ORA CHE AVETE ROTTO IL GIOCATTOLO... NON DITE CHE NON L'AVEVAMO DETTO..."), molto trqnquillo per non ricevere menate varie, un ragazzo del Gruppo ha dovuto fornire i propri documenti. Assurdo. Una strategia d'identificazione preventiva che altro non fa che alimentare la tensione e la possibilità di scontri. Regaliamo a queste persone un amaro sorriso quando, qualche giorno dopo, si scopre che le amicizie di Moggi arrivavano fino alla Questura di Roma ed al suo rappresentante.
Quante volte abbiamo sentito parlare di "Tolleranza Zero"... A noi basterebbe che questa volta si facesse davvero piazza pulita, in nome di un calcio che non c'è più. Quel calcio che i vertici del pallone, nessuno escluso, hanno distrutto, addossando le colpe agli Ultras ed agli stadi poco confortevoli!
Dentro il settore siamo più di 150 anche se solo il "cioppo" che formiamo in basso (a proposito, fino agli anni scorsi era proibito scendere fino al vetro "...per ragioni di sicurezza", e spesso questa direttiva era causa di tafferugli e contrasti con le forze dell'ordine... misteri dell'Olimpico!) canta attivamente. Tifo discontinuo e poco incisivo, discreto nel primo tempo complice anche la protesta laziale, con la Nord che lascia vuoto il settore per i primi 15' e poi canta soprattutto per contestare la proprietà. Nonostante l'ultima partita c'è aria di gita: lo stadio presenta tantissimi vuoti.
Finisce con una sconfitta di misura e con il giro di campo di Di Canio: un personaggio che può non piacere a causa delle sue esternazioni politiche (che riteniamo sempre inopportune, indipendentemente dal colore) ma che rispettiamo perché dimostra d'essere un giocatore d'altri tempi, attaccato alla maglia ed alla sua gente, che incarna passione, sacrificio e coraggio.
NON NE POSSIAMO PIÙ DELLE DIVISE BLU, NO AL CALCIO MODERNO, NO ALLA PAY TV!