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Ascoli: le menzogne dei giornalisti

21 - 10 - 2005

Queste riflessioni nascono in seguito alla triste vicenda di Ascoli e del razzo sparato, già commentata sul nostro sito. Con quanta tristezza ci tocca apprendere che il folle gesto di uno sconsiderato ha alimentato ulteriormente l'astio verso di noi di buona parte dell'opinione pubblica. Quanta pochezza dobbiamo vedere ogni volta che succedono atti di questo tipo, in cui il comune denominatore è l'etichetta "VIOLENZA NEGLI STADI" che viene indistintamente attribuita ad ogni problema d'ordine pubblico, anche se alla fine 1 sola persona è responsabile del gesto. Quanta retorica e quante stupidaggini sono dette dai "protagonisti" dei palinsesti televisivi, che chiedono la parola per inveire, in un clima costante di violenza ed aggressione verbale, contro le tesi e le idee degli altri. Giornalisti senza la benché minima competenza calcistica, che mai hanno giocato a calcio, a seconda della convenienza e delle bandiere si improvvisano sociologi, esperti d'ordine pubblico.
Come non criticare l'operato delle Forze dell'Ordine, chiaramente negligenti, in questo frangente? Ogni volta dobbiamo essere perquisiti, srotolare striscioni e bandiere (tanti non sono fatti entrare), gettare tappi di plastica e lattine vuote, essere "sistemati", chiedere un panino dietro un'inferriata, esibire i documenti, subire il controllo costante tramite "telecamere a 360°" di ultima generazione, quando poi basta un imbecille a creare danni fisici e d'immagine a tutto il movimento. Poi, quando succedono incidenti che coinvolgono altri Ultras e non tifosi normali, è facile che ci siano arresti e diffide in gran quantità, spesso senza uno straccio di prove, colpendo nel mucchio. Ad Ascoli la persona, essendo minorenne, sarà probabilmente messa in un centro di recupero per minori. Ad Ascoli, la stessa curva di casa s'è attivata per individuare il soggetto. Senza l'aiuto degli Ultras questore e Polizia avrebbero fatto una colossale figura di merda: tifoso senza biglietto, entrato alla fine della partita (non gli interessa il calcio!!!), con un razzo in mano (considerata arma atta ad offendere) per di più in possesso di un minorenne. Senza criminalizzare nessuno, è allucinante che queste persone, senza uno straccio di prove, si scaglino contro NOI Ultras che abbiamo come obiettivo quello d'impedire gesti di questo tipo, ed è altrettanto allucinante che ci siano persone costrette a passare le domeniche in questura, a pagare x-mila Euro gli avvocati e le spese legali, ad avere la vita rovinata per le supposizioni di qualcuno (Carrara, Juventus). Chi è realmente colpevole, nel nostro sistema, spesso la fa franca o riesce ad eludere le misure restrittive. Basti pensare ai tesorieri delle associazioni a delinquere, scarcerati per decorrenza dei termini, cioè perché... è passato troppo tempo dall'aver commesso il fatto!
E' strano poi, che l'ennesimo decreto anti-violenza sia approvato e subito dopo succeda un fatto fuori da ogni logica. Non c'erano rivalità né tensioni tra le due tifoserie. Forse è necessario servirsi di tali fatti per giustificare leggi speciali? Ma intanto, l'impegno massimo dei giornalisti, è quello di colpire gli Ultras, fregandosene di dove sta la verità.
Invitiamo chi ci legge alle seguenti riflessioni:

1) I biglietti nominativi non sono serviti perché il tifoso non aveva biglietto. I controlli inefficaci perché mimetizzato tra il pubblico. Le perquisizioni assenti perché un razzo non è nascondibile!

2) Il ragazzo è stato individuato solo grazie agli Ultras ascolani, che subito si sono dissociati dall'evento! Casualmente è ancora senza identità il "tribunaro" della moneta a Frisk...

3) Tutti, per difendere le Forze dell'ordine, si sono appellati al fatto che il clima di confusione era dovuto al deflusso, e che la gente è libera di uscire dallo stadio quando vuole, che le famiglie sono il pubblico ideale. Peccato non averlo saputo prima, in tal caso in un Inter - PARMA di pochi anni fa ci saremmo risparmiati 13 diffide per aver difeso padre e bambino che volevano uscire dal Meazza, aggrediti dai poliziotti.

4) Il Responsabile, anche dopo aver ammesso il fatto, non sarà punito come lo siamo noi Ultras, anche senza prove.

5) Pochissimi hanno sottolineato l'estraneità del responsabile alla curva ed ai gruppi. Che qualcuno stia preparando un clima avvelenato prima di Lazio-Roma? Non escludiamo sorprese in tal senso...

Ovviamente questi sono punti di vista soggettivi, crediamo però che considerare questi aspetti (che mai udirete su quelli che chiamiamo "mezzi d'informazione di massa") sia utile per riflettere senza prendere per oro colato tutto ciò che ci propinano taluni ciarlatani.
Un pensiero particolare va a lei Tosatti, che dichiara che gli Ultras, che protestano contro i Decreti ed i biglietti nominativi, devono vergognarsi per quanto è successo. Bene, con la massima serenità crediamo che l'unico a doversi vergognare sia proprio lei, pagato profumatamente coi soldi pubblici del Canone RAI per tutte le cazzate che dice e sulle quali viene puntualmente smentito. Non per ultimo il fatto che i biglietti nominativi non servono ad arginare un idiota che vuol far male.
FIERI DI UN PENSIERO, FIERI DI SOSTENERLO: NO AL CALCIO MODERNO

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