In occasione della gara casalinga contro
il Livorno, abbiamo esposto lo striscione: ULTRAS SEQUESTRATO NON E NOTIZIA NON E REATO.
Comera logico aspettarsi, nessuno ha speso due parole in merito, cercando di
approfondire il tema, poco male visto che questa volta ci pensiamo noi.
Il sequestro di persona è generalmente finalizzato ad ottenere un riscatto, ma non sempre
è così; alcune volte viene applicato dallo Stato, per mano della Polizia, una forma di
sequestro di persona collettivo, atto a prevenire episodi di violenza, più o meno come se
vi venissero a prendere a casa sabato sera verso le sette per poi rilasciarvi alla
domenica mattina, in quanto così facendo hanno prevenuto delle stragi del sabato sera.
Che dire, semplicemente geniale non trovate? Vogliamo così mettervi a conoscenza di un
sistema ormai ben rodato da parte di chi l'ordine lo dovrebbe gestire, che non lascia
spazio alla libertà dell'uomo a discapito dell'ordine e della disciplina, raccontandovi
gli episodi-clou di questa assurda telenovela.
Episodio 1: Napoli-Atalanta 1989/90
Si
tratta del primo sequestro di persona collettivo da parte delle forze dell'ordine
italiane, di cui siamo a conoscenza. Il giorno incriminato è il tre dicembre dell'89, da
Bergamo partono 2 pullman delle BNA e 50 ragazzi dei WKA in treno, ma già iniziano i
problemi, visto che un pullman si rompe ed è costretto al dietro-front; all'altezza di
Cassino le BNA decidono di continuare la trasferta in treno come programmato in anticipo,
onde evitare danneggiamenti al mezzo. Una volta partiti dalla stazione di Cassino, la
Polizia locale intima ai conducenti del pullman di non abbandonare il mezzo in quanto i
tifosi sarebbero ritornati da lì a poco. Strano segnale di una giornata assurda.
Una volta arrivati a Napoli, gli Ultras nerazzurri vengono convogliati in una sala
d'aspetto, dove aspettano circa mezz'ora prima che un funzionario di Polizia comunichi a
loro la disponibilità ed il prezzo del biglietto: pari a 30.000 lire. Una volta eseguita
la raccolta dei soldi tra i tifosi, gli stessi funzionari comunicano però che i biglietti
prima disponibili sono esauriti, di conseguenza dovranno fare ritorno a Cassino. A nulla
valgono i tentativi di mettersi in contatto con la società, la Polizia, inflessibile,
inventa le scuse più assurde e non ne vuole sapere; il messaggio non troppo velato è
sempre lo stesso: voi allo stadio oggi non ci andate. Anche chi arriverà in
stazione successivamente, con i biglietti acquistati, sarà imbarcato sul treno senza
troppe spiegazioni. Ai tifosi bergamaschi sarà anche impedito dessere fotografati
in stazione a Napoli soldi alla mano, una prova troppo evidente che smaschererebbe le
colpe della Polizia (la foto qui pubblicata sarà scattata successivamente alla stazione
di Cassino). Va inoltre sottolineato che per giustificare questo comportamento insolito la
Polizia di Napoli racconterà alla stampa verità assurde, poi divulgate a
macchia d'olio nel tentativo di far passare gli Ultras orobici dalla parte del torto.
Continua
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