Otto poliziotti a giudizio per il pestaggio di Scaroni
10 - 04 - 2010
L'articolo che segue, del 02 aprile 2010 a firma Daniele Sonetti, è stato tratto dal sito internet di Bresciaoggi.
Vedi anche lo speciale: Giustizia per Paolo di Brescia.
Otto poliziotti a giudizio per il pestaggio di Scaroni
Gli scontri di Verona. Svolta nell'intricato iter processuale che intende far luce sui fatti del 24 settembre 2005
Il gip Sandro Sperandio non ha accolto per la seconda volta la richiesta di archiviazione presentata dalla procura
Otto poliziotti saranno processati per il pestaggio inflitto cinque anni fa al tifoso bresciano Paolo Scaroni. Sono indagati con l'accusa di lesioni gravissime, quelle che costrinsero il giovane a restare per mesi in coma nel reparto di neurochirurgia dell'ospedale di Borgo Trento a Verona.
Ora per i poliziotti, tutti appartenenti al reparto mobile di Bologna, il pm Pier Umberto Vallerin dovrà formulare il capo di imputazione non solo per quel che accadde nei pressi della stazione Porta Nuova a Scaroni, ma anche per le lesioni riportate quel giorno da altre 22 persone che si trovavano nei paraggi. Tutti tifosi del Brescia che il 24 settembre 2005 avevano affrontato la trasferta scaligera per sostenere la squadra a quel tempo allenata da Rolando Maran. Ha deciso così il giudice per le indagini preliminari Sandro Sperandio, che per la seconda volta non ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura e al termine dell'udienza ha ordinato la redazione dell'atto d'accusa a carico di M.C., M.G, L.I., B.N., I.P., V.R., A.T. e G.V. Il pm avrà tempo per farlo fino al 9 aprile.
Per riuscire a comprendere l'importanza di un passaggio chiave della vicenda, è necessario tornare al 24 settembre 2005 e a quel che avvenne fuori dallo stadio: numerosi tifosi biancazzurri non poterono entrare perchè erano sprovvisti del biglietto. Fu l'inizio di una giornata di tensione. fino all'esplosione degli scontri in stazione. In piazzale Porta Nuova, mentre i tifosi del Brescia stavano attendendo di salire sul treno che li avrebbe riportati a casa, avvennero gli incidenti e Paolo Scaroni fu colpito duramente nel corso di una carica, preso a calci con violenza tale da riportare fratture alla scatola cranica.
Scaroni rimase mesi in coma; e quando si risvegliò fu sottoposto a decine di interventi alle gambe. Nonostante le tante operazioni, il giovane di Castenedolo riportò danni permanenti, che gli impedirono di tornare ad essere forte e sano come prima. Nei giorni successivi la procura aprì un fascicolo contro ignoti, le indagini portarono all'individuazione di otto agenti del reparto mobile di Bologna che quel giorno, insieme ai colleghi di Verona e di Padova, aveva l'incarico di mantenere l'ordine pubblico. Una vicenda controversa perché già nel febbraio 2009 fu lo stesso gip Sperandio a iscrivere nel registro degli indagati gli otto: lo fece dopo che la procura nel 2007 aveva chiesto che l'indagine fosse archiviata poiché non erano stati individuati gli autori del pestaggio. Il magistrato non accolse, e ordinò l'iscrizione di coloro che erano stati individuati dall'inchiesta. Il pubblico ministero presentò ricorso per Cassazione, ma la Suprema Corte riconobbe al gip la possibilità di procedere. La procura nel mese di ottobre ha chiesto la seconda archiviazione. Ieri il secondo «no» e l'ordine di formulare il capo di imputazione coatta contro i poliziotti accusati di aver provocato danni permanenti a Scaroni.
Questa nuova fase della vicenda arriva anche in seguito alle tante manifestazioni e sollecitazioni dei tifosi biancazzurri. E non solo: al loro fianco sono scesi in campo, qualche tempo fa, anche il sindaco Adriano Paroli e il vicesindaco Fabio Rolfi, con la lettera al ministro Roberto Maroni per chiedere chiarezza. A questo punto, toccherà al processo stabilire senza ombra di dubbio l'esatta portata dei fatti.
«Ci sarà da combattere - ha sottolineato Luciano Mainardi, l'avvocato di Scaroni - : se pensiamo a quanto accaduto a Genova al processo per il G8, quando ci si scontrò contro una reticenza scandalosa, penso che sarà durissima. Però, ritengo si possa considerare un passo decisamente significativo: non ci resta che attendere. Quei poliziotti rischiano di farsi parecchi anni di galera per tutto il male che hanno fatto a un ragazzo».