Verona-Brescia 2005/06:
comunicato "Brescia 1911" del 22-10-2005
28 - 10 - 2005
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Per Paolo sempre, con Paolo fino alla verità!: è passato un mese dalla trasferta di Verona ma non ci sono ancora novità decisive riguardo quanto successo dentro la stazione di Porta Nuova.
Come previsto, dopo il clamore iniziale in cui molti hanno cercato di fare confusione nella mente di tutti, in cui qualcuno ha cercato di coprire la verità in ogni modo (anche quello più infamante), in cui tutti hanno cercato di fare uscire responsabilità (scaricando le proprie) che né Paolo né gli Ultras biancoblù hanno. Dopo tutto questo, come al solito, è calato il silenzio.
Un silenzio pesante, un silenzio che non ci piace. Un film purtroppo già visto molte volte, soprattutto quando a sbagliare pesantemente sono le istituzioni, non gli Ultras!. O meglio: quando a sbagliare è quella parte istituzionale (fortunatamente piccola), denunciata più volte da tutti coloro che l'hanno "conosciuta"; quella parte che si arroga ogni diritto e non si assume alcuna responsabilità, anche quando colpisce ragazzi innocenti; quella parte che forgia uomini (?) senza rispetto e senza dignità e che non sono meglio del peggiore degli Ultras; quella parte che dovrebbe onorare la divisa che indossa e che si fa forte dietro un distintivo; quella parte che sfrutta leggi e decreti anticostituzionali; quella parte che non sempre dà garanzia di giustizia; quella parte in cui migliaia di noi (per esperienze dirette) hanno smesso di credere da tempo; quella parte che non ha ancora imparato a dialogare ma che è diventata bravissima a reprimere (altro che modello inglese!), nonostante la maturità che ci contraddistingue ormai da tempo ed i passi da gigante che alcune Curve hanno compiuto in direzione di una Mentalità colma di valori ma povera di speranze.
Anche noi abbiamo scelto di stare in silenzio; ma il nostro è un silenzio diverso; è un silenzio rumoroso; un silenzio a tempo indeterminato; un silenzio doveroso, dettato dalla ragione, dal rispetto per Paolo che per chissà quanto tempo ancora non potrà cantare e gioire con noi (anche quando si sarà svegliato lo aspetteranno mesi di dura riabilitazione, con la speranza che le botte in testa non gli impediscano o limitino un normale recupero); ma è anche e soprattutto un silenzio sincero che viene dal cuore.
Infatti, in attesa che Paolo si riprenda, non avevamo altra scelta se non quella di fermarci a riflettere seriamente per capire se in tutto quello che ci è accaduto (perché chi ha colpito Paolo ha ferito profondamente ed in modo vigliacco tutti noi, in un modo o nell'altro) avessimo delle responsabilità anche marginali. Dovevamo capire se si fosse potuto quantomeno limitare l'umiliazione morale e la devastazione fisica che il nostro gruppo ha subito. Dovevamo capire se tutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi (e faremo in futuro nel caso decidessimo di andare avanti, decreti antiUltras permettendo ovviamente) avesse un senso e valesse la vita di un qualsiasi ragazzo che viene in Curva con noi. Dovevamo capire soprattutto se fosse Mentalmente giusto andare avanti a cantare per la squadra e ad organizzare trasferte come se a Verona non fosse successo niente. Questo lo diciamo soprattutto a chi era presente ed ha subìto l'arroganza, la violenza e lo strapotere di certi personaggi senza coglierne il senso, senza capire la gravità di quanto accaduto veramente; gravità che non si limita al fatto che un ragazzo sia stato massacrato ed abbandonato (non dai suoi amici!, sia chiaro), ma che va oltre e comprende una serie di avvenimenti che sono accaduti immediatamente dopo il pestaggio di Paolo e che potrebbero accadere anche in futuro (sappiate che per i gruppi organizzati si paventano accuse come associazione a delinquere o adunata sediziosa!), mettendo letteralmente fine al nostro mondo, indipendentemente dal fatto che sia più o meno violento (a chi non lo avesse ancora capito consigliamo di aprire velocemente gli occhi, per non trovarsi un giorno a piangere dolorosamente).
Perciò nessuno ci venga a dire che bisogna cantare, che bisogna sostenere la squadra, che bisogna di qui, che bisogna di là, che basta uno striscione, che basta un coro. Questo errore l'abbiamo commesso tante, troppe volte in passato e non abbiamo intenzione di continuare a perpetrarlo. Non mescolate la vostra indifferenza, l'amore presunto per la squadra con i nostri sentimenti! E se proprio dovete dirci qualcosa fatelo di persona, non con gli sms. Risparmiateci i vostri giudizi. Rispettate la nostra scelta e soprattutto il nostro dolore. Noi siamo quelli che siamo, tanti o pochi non importa, e andremo a-v-a-n-t-i. Noi siamo soprattutto Ultras e come tali vogliamo batterci seriamente e valorosamente fino in fondo ed in qualsiasi modo ed a qualsiasi costo affinché esca la verità; affinché Paolo sia scagionato da qualsiasi sospetto; affinché quello che gli è successo non debba accadere mai più, né ad un Ultras né a nessun altro.
E nessuno, ribadiamo nessuno, ce lo potrà impedire. E se davvero qualcuno pensa che basti la retorica a cambiare il proprio destino o ad onorare un ragazzo che ha quasi perso la vita, oppure che basti un articolo commovente quanto ipocrita (scritto dalla stessa persona che due giorni dopo il profondo coma di Paolo, causato dal pestaggio sanguinoso della celere, enfatizzava ad arte alcune piccole schermaglie che con Paolo non avevano nulla a che fare!!!, mandando immagini televisive avute ((in esclusiva!?, ma và a cagà Ciro!!!)) dalla stessa polizia che ci aveva colpito selvaggiamente poco prima, reggendone così lo sporco gioco che era quello di voler distogliere l'attenzione dai fatti più gravi accaduti in stazione, dei quali si sentiva evidentemente responsabile), se pensa davvero che basti così poco per avere Giustizia (sempre che uno la cerchi la Giustizia), continui pure per questa strada, ma senza di noi.
Non dimenticate mai, non dimenticate mai, non dimenticate mai che è solamente un caso se non siete al posto di Paolo. È il destino che ha deciso per lui, non certo la sua condotta.
Semmai è la condotta della celere che andrebbe rivista e sviscerata, ma questo è un altro discorso.
Pertanto, fino a quando Paolo non riuscirà a comunicare continueremo col nostro silenzio. Solo allora, dopo avergli parlato, decideremo il nostro futuro.
La colletta continua... per la cronaca sono stati raccolti fino ad oggi circa quattromila cinquecento euro. La colletta va comunque avanti, anche perché l'azione legale che ci apprestiamo a condurre sarà lunga e dispendiosa. Alle offerte donate da molti di voi (fra l'altro sappiate che anche persone che non frequentano la Curva, o addirittura lo stadio, hanno contribuito) andrà inoltre aggiunto il ricavato del tesseramento e della vendita del materiale durante questo periodo di... inattività.
Ringraziamo pertanto tutti coloro che sostengono la nostra causa e ringraziamo soprattutto lo studio legale che si è messo a nostra disposizione affinché esca finalmente la verità.
Gli amici di Paolo
Brescia, 22.10.2005