BOYS PARMA 1977

Curva Nord

Abbonarsi: leggi speciali e burocrazia

31 - 07 - 2006

Abbonamento al PARMA A.C., Curva, 1977/78 Per abbonarsi al PARMA Calcio, un tempo, bastava fare un salto in sede, in via Pier Maria Rossi. Salivi le scale e incontravi una signorina. Chiedevi di fare l'abbonamento in un determinato settore, pagavi, e ti consegnava la tessera. Un semplice talloncino che, all'ingresso del Tardini, ti avrebbero bucherellato ad ogni partita.
Potevi andare in sede da solo, anche se eri un ragazzino. Non ti chiedevano di firmare qualcosa, d'esibire documenti, di compilare una particolare modulistica. Non era necessario farsi assistere da un legale, né interpellare qualche associazione di consumatori.
Oggi, per la società, sei solo un cliente. Cosa significa? Che devi presentarsi davanti all'ingresso monumentale del Tardini. Ai piedi della maestosa arcata, su cui spicca lo scudo della città, sorgono vari chioschi prefabbricati, che deturpano l'intero piazzale, che si apre in uno dei punti più trafficati della città. Lì, nella piccola baraccopoli, il PARMA Calcio accoglie la sua gentile clientela.
Ti accomodi sotto il sole cocente e, che tu sia uomo, donna o bambino, ti metti in fila. C'è una lunga coda, perché il periodo dedicato alla prelazione degli abbonati è brevissimo e la burocrazia sempre maggiore. Oppresso dall'afa, attendi il tuo turno, mentre il vestiario è sempre più madido di sudore. La biglietteria è come un miraggio e capisci che è reale solo quando ti chiedono il tuo vecchio abbonamento. Ce l'hai fatta, forse.
Copiano tutti i tuoi dati, come se fossi in questura. Sopporti, perché pensi di ricevere l'abbonamento. Errore, ti consegnano dei documenti. Quattro fogli, due per il trattamento dei tuoi dati, uno con le clausole capestro della società ("Regolamento dell'Impianto"), e uno con tutti i divieti che Figc e politicanti hanno inflitto ai tifosi, pardon, clienti. Sei indeciso se andare dal notaio, come quando hai fatto il rogito, ma il caldo ti ha stordito e decidi di firmare tutto, e subito. Almeno avrai il tuo abbonamento e non dovrai rimanere nel piazzale assolato. Secondo errore. Ricevi un'altro pezzetto di carta. Con quello potrai, prossimamente, richiedere la tua tessera, dotata di banda magnetica.
Ma cosa hai firmato sotto il sole di luglio, tra le lamiere della piccola bidonville?
Due fogli sono per il trattamento dei dati. Infatti, volendoti abbonare ad una squadra di calcio, entri a far parte di un ristrettissimo club. Quello dei clienti controllati dalla polizia. Al punto 4, in "Informativa ex art. 13 D.lgs. 196/2003", è scritto: "I dati saranno comunicati alle società organizzatrici degli eventi e alle questure di competenza [...].
Nel foglio dei "divieti" appare un elenco di comportamenti che, allo stadio, sono considerati illegali. Normative federali e leggi speciali introdotte dalla triade: Figc, Lega Calcio, Parlamento. Tra le tante cose, ti si vieta di portare allo stadio materiale pirotecnico, anche non esplosivo, per uso semplicemente coreografico. Così come d'inneggiare a qualsivoglia discriminazione, anche territoriale. Ovvero: se canti, per esempio, "Reggio merda", il questore può decidere di diffidarti.
Un altro foglio è dedicato al "Regolamento di utilizzo dell'impianto", composto da 14 punti.
Al punto 5 e 6 il la società si arroga il diritto di perquisirti, di rifiutarti l'accesso e di espellerti dallo stadio. Al punto 8 ti informa che ti può allontanare se occupi un posto diverso da quello che ti è stato assegnato, e al 9 che può mandarti fuori se guardi la partita in piedi. Al 13: che se vìoli tali norme può ritirarti l'abbonamento. Al 14: che tutte le aree dello stadio (è ancora uno stadio?) sono sottoposte a videosorveglianza. Che una qualche telecamera sia stata posta anche nei bagni pubblici?
Lo stadio Tardini pare non esser più un luogo pubblico. Il PARMA Calcio può decidere, arbitrariamente, chi entra e chi no, chi può restare e chi deve uscire, fino a svolgere veri e propri compiti di polizia?

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