Vita di Curva

2004/05

Cori per i giocatori? No grazie!!!

16 - 03 - 2005

In occasione della riunione svoltasi un paio di settimane fa al Centro sportivo di Collecchiello, in cui i rappresentanti delle quattro associazioni di tifosi (BOYS, Settore Crociato, Centro di Coordinamento e Associazione Petitot) avevano dato delucidazioni ai dirigenti della società Gialloblu in merito al corteo “Portiamo il PARMA alla salvezza”, era stata avanzata da Lorenzo Minotti, il team manager dei Crociati, una proposta mirata al riavvicinamento tra squadra, tifoseria e città, legata al particolare momento di difficoltà che stiamo vivendo. L’ex capitano dei Gialloblu dell’era Nevio Scala propose di tornare ad incitare i giocatori; in particolare quelli a cui, talvolta, viene a mancare la tranquillità necessaria, magari un po’ osteggiati per via di qualche errore di troppo, auspicando quindi non tanto il coro per un "Gilardino" dopo una realizzazione, quanto un coro per un "Bonera" dopo che ha causato un rigore…
Siamo così tornati sull’argomento per vedere se c’era la volontà di un ritorno al passato, ma sia parlandone tra Noi, sia successivamente con i ragazzi del Settore, si è subito capito che una grossa apertura sulla cosa non c’è! Non credete che sia piacevole tenere questa linea, sarebbe bello per tutti, per Noi in primis, potersi affezionare ad un giocatore che, al di là di quelle che possono essere le sue prestazioni in campo, dimostra smisurato attaccamento alla Maglia e resta legato a vita alla nostra società, rifiutando proposte miliardarie e accattivanti di club blasonati o economicamente forti, ma purtroppo la realtà è ben altra… Il calcio è cambiato in maniera cosi drastica che ha smarrito il suo lato sentimentale, trasformandosi, di fatto, da gioco a prodotto da vendere. Sono comparsi i nomi sulle maglie per aumentare il fatturato del merchandising, annullando il fascino dei numeri dall’1 all’11 con il mediano che era il 4 o l’ala destra il 7; il mercato è aperto tutto l’anno, con giocatori che oggi sono con te e domani vengono venduti, oppure che giocano tre mesi con la certezza di essere ceduti a fine anno…
A PARMA siamo rimasti scottati da alcuni casi particolari, di giocatori a cui ci si stava affezionando e che invece, puntualmente, hanno preso altre strade. Ricordiamo Herman Crespo, che dopo quattro anni con noi è cresciuto diventando uno dei più prolifici bomber europei è poi è stato ceduto per due lire, tre brocchi e non si sa quanti litri di latte; Gigi Buffon, che a PARMA è arrivato poco più che bambino, frequentando le nostre scuole, i nostri bar, guzzando le nostre fighe, assimilando costumi e usanze nostrane, ma che davanti ad una offerta della Juventus, uno dei nostri avversari più odiati, non ha esitato un attimo, diventando un gobbo a tutti gli effetti… Per non parlare poi di Simone Barone, che come Buffon ha fatto tutte le giovanili con il PARMA, ma che quest’estate, in un momento di difficoltà della società, anziché dimostrare riconoscenza a chi gli ha dato l’opportunità di diventare uomo, oltre che calciatore affermato, ha fatto una scelta di “mafia”, preferendo i tanti soldi che gli offrivano il Palermo e “Cosa Nostra”… E di esempi ce ne sarebbero a decine, ma pensiamo che anche i più scettici abbiano ormai capito il senso del discorso, perciò avanti per la strada intrapresa gridando con sempre maggior convinzione e fierezza il nostro orgoglio di essere parmigiani: CAMBIERANNO I GIOCATORI CAMBIERA’ L’ALLENATOR, MA I CROCIATI, MA I CROCIATI, SARANNO SEMPRE NEL MIO CUOR!!!