23 - 12 - 2006
Serie A
L'ultima sfida del 2006, quella al Tardini contro la Lazio, si conclude nel peggiore dei modi, con l'ennesima sconfitta del nostro PARMA che continua a precipitare in graduatoria.
Per noi la giornata è iniziata in Sede, da dove siamo partiti per il Tardini. Abbiamo venduto gli ultimi biglietti della Riffa e poi siamo entrati in Nord, consapevoli dell'importanza della sfida che ci attendeva. Dovevamo vincere a tutti i costi, come troppe volte ci siamo ripetuti. Abbiamo alzato i nostri bandieroni e abbiamo dato vita ad una torciata con fumogeni, davvero suggestiva. Mentre sopra, a centro Curva, svettavano sei tre-aste del Gruppo, a comporre la scritta "BOYS" tra le Due Stelle. Ma in Nord sventolavano anche altri vessilli, realizzati dai ragazzi che partecipano alla "Gara delle Bandiere". Una "competizione" che il Gruppo ha ideato per colorare maggiormente la Nord e per coinvolgere più gente nel tifo. Non guardate chi sventola o chi tiene su uno stendardo come un qualcuno che vi fa perdere un minuto di partita, ma piuttosto come un fratello di Curva che rende la Nord (con i mezzi che ha a disposizione) sempre più bella!
Il tifo è stato buono e s'è mantenuto costante finché i più ci hanno creduto. Poi, il crollo della squadra, ha tagliato le gambe a molti ragazzi della Curva. Il PARMA, dopo aver siglato il vantaggio e con la Lazio in 10, è riuscito nella non facile impresa di subire tre pappine nel giro di mezz'ora. Finiva così il primo tempo, con la squadra che entrava negli spogliatoi tra i fischi assordanti del Tardini.
Nell'intervallo sono stati estratti i biglietti vincenti della Riffa. Anche quest'anno la Nord ha risposto bene e siamo riusciti a vendere quasi 5.000 tagliandi. Ringraziamo tutti quelli che hanno partecipato. Il ricavato della Riffa dei BOYS servirà a finanziare l'Associazione Emiliana Fibrosi Cistica e aiuterà il Gruppo a far fronte ad una parte delle spese sostenute (coreografie, trasferte, assistenza legale ai diffidati, ecc.).
Il secondo tempo è stato un'agonia. Un PARMA impotente in balia degli avversari che, di fronte a tanta inettitudine, decidevano di non infierire ulteriormente.
Noi abbiamo cantato, nonostante tutto. Perché cantiamo per la Maglia, per il Gruppo e per la città. Perché noi il nostro dovere lo facciamo sempre, indipendentemente dalle scuse degli altri.
Alla squadra abbiamo dedicato vari cori, alcuni ironici altri rabbiosi. Sappiamo di non avere dei campioni, come non hanno dei campioni tante altre squadre. Ma le altre compagini qualche punto lo fanno, perché i loro giocatori, seppur mediocri, lottano su ogni palla.
A fine partita ci siamo spostati compatti davanti alla Tribuna per aspettare il passaggio del pullman della squadra. Anche lì, come in tutto il resto, eravamo solo noi.
Abbiamo intonato vari cori contro Bondi - che non ha venduto la società ma tutto il suo patrimonio - e contro la squadra - per aver disonorato la Maglia che indossa.
I giocatori? Desaparecidos. Un confronto anche acceso sarebbe sicuramente servito, più che scappare con la coda tra le gambe per poi mandare i soliti a metterci la faccia - giusto il tempo per fargli un paio di domande. Ci siamo stancati di parlare con gli intermediari.
Non è nostra intenzione addentrarci in questioni tecniche. Semplicemente: pretendiamo il massimo impegno da chi indossa la Casacca del PARMA.
I laziali erano un centinaio circa, seduti dietro lo striscione "Liberateli", dedicato ai quattro del loro gruppo recentemente arrestati, e si sono fatti notare con altri striscioni di solidarietà per i ragazzi detenuti. Anche da parte nostra tutta la solidarietà possibile a chi paga con la galera la convinzione nell'ideale Ultras.
RISPETTO PER NOI CHE CI SIAMO!