Pisa - Parma
Senza retorica, applausi per tutti
13 - 12 - 2008
Questa è una di quelle partite che, sia lo sportivo medio, che lo sfegatato ultras, attendono con trepidazione per tutto il campionato: dal punto di vista ultras, si affrontano due tifoserie che hanno un buon curriculum ed attualmente, nonostante tutte le leggi anti-ultras, vivono un buon periodo di forma, con una discreta affluenza di pubblico nelle partite interne e trasferte effettuate in maniera massiccia. C'è da aggiungere che l'incontro tra Pisa e Parma permette alle due tifoserie di incontrarsi dopo anni in cui le strade delle due squadre avevano preso direzioni opposte: il Parma a girovagare in Europa e a contrastare le "grandi" del calcio italiano, il Pisa costretto a ripartire dai dilettanti e a tentare la scalata alle categorie che competono alla squadra e alla tifoseria. Per quanto riguarda l'aspetto sportivo ci sono un paio di "chicche" da segnalare: il ritorno dell'ex Vitaliy Kutuzov, attaccante mai dimenticato che nella scorsa stagione ha contribuito in maniera determinante a far vivere un campionato ampiamente sopra le aspettative ad una squadra che è stata la vera sorpresa del torneo cadetto, e, cosa non secondaria, la presenza dei fratelli Lucarelli, livornesi fino all'osso, che con indosso la maglia gialloblù hanno il dovere di portare la propria squadra alla vittoria. Ecco così che fischi ed applausi si confondono in un prepartita che appare già scoppiettante. Quando entra sul terreno di gioco Kutuzov, ecco piovere dagli spalti dell'Arena Garibaldi, ancora quasi deserta, i primi applausi ed i cori di stima che si vanno a sommare con un paio di stendardi presenti in tribuna che ricordano il recente passato: "Torna a casa Vitaly. Pisa per sempre" e "Pisa nel tuo cuore te nel nostro. Auguri Zar". Il giocatore saluta il pubblico presente, cosa che farà pure in seguito, quando a poche decine di minuti dal via, anche la curva nord farà partire il vecchio coro a lui dedicato che echeggia in tutto lo stadio. Tutt'altra storia l'accoglienza ai fratelli Lucarelli, soprattutto indirizzata a Cristiano, quello che tra i due si è più esposto ed ha dichiarato incondizionatamente amore alla maglia amaranto del Livorno, cosa che a queste latitudini fa andare il sangue al cervello. Se il primo coro, durante il riscaldamento, tira in ballo la mamma, anche durante la partita l'attaccante del Parma, ad ogni tocco di palla, viene sonoramente fischiato soprattutto dal pubblico presente in gradinata che questo pomeriggio sembra particolarmente agguerrito. Lucarelli, giocatore esperto e navigato, non sembra essere troppo turbato, infatti la prende a ridere senza dar alcun segno di nervosismo. Con un buon anticipo, fanno ingresso nel settore ospite anche i primi tifosi del Parma, che sono in realtà gli appartenenti ad un Parma Club che nulla hanno a che vedere con gli ultras. Nonostante questo, dalla gradinata si alzano alcuni cori offensivi a cui non viene data risposta, ma si capisce fin da subito che aria tira all'Arena in questo pomeriggio. Per avere un ulteriore conferma che la sfida è di quelle sentite, anche in curva nord c'è un'affluenza più sostenuta rispetto alle recenti uscite: già mezz'ora prima dell'inizio della gara, un bel gruppo di ragazzi è intento a preparare la coreografia che accoglierà le squadre in campo. Si avvicina l'ora dell'inizio dell'incontro e finalmente, con qualche decina di minuti di anticipo, arriva il contingente ultras proveniente da Parma: alla fine nel settore si conteranno circa 700 persone, numero di tutto rispetto considerando il momento piuttosto altalenante che sta passando la squadra emiliana. I parmensi si posizionano sopra un terrazzino ed attaccano alla balaustra qualche stendardo in alternativa allo striscione dei Boys, messo forzatamente in soffitta a causa del decreto Amato. Anche la curva nord è spoglia di qualsiasi striscione ed un solo drappo posto a centro curva ricorda Alexis, il giovane morto in Grecia per mano della polizia, episodio che ha causato una serie di incidenti in tutta la città di Atene ed ha trovato ampio risalto nelle pagine dei giornali e dei telegiornali di tutta Europa. Finalmente entrano le squadre in campo e finalmente si materializza la coreografia preparata dalla curva nord: vengono agitate tantissime bandiere nero-blu e rosse, ed a centro curva viene alzato il telone nerazzurro con la scritta "Ultras liberi". Le immagini, forse, non rendono idea dello spettacolo offerto, nonostante queste assurde leggi che proibiscono qualsiasi forma coreografica, infatti in curva non appare un solo metro libero, tutto sembra avvolto dai colori sociali. Davvero un bello spettacolo, ed una organizzazione capillare che ha fatto sì che la riuscita della coreografia sia avvenuta senza alcuna sbavatura. Applausi da tutto lo stadio e anche dallo speaker, a dimostrazione di quanto di buono sono capaci di offrire gli ultras, se solo non ci fosse chi pensa ogni santissimo giorno a mettere i bastoni tra le ruote con assurde decisioni che rasentano il ridicolo. Un tocco di colore è offerto anche nel settore ospite, dove vengono sventolate le consuete bandiere gialloblu accompagnate dai cori di incitamento per la squadra. Inizia l'incontro sul terreno di gioco e prosegue quello sugli spalti: dopo le coreografie c'è da sostenere le squadre sul terreno di gioco ed entrambi gli schieramenti partono decisamente forte. La curva nord sfrutta l'enorme potenziale a sua disposizione, mentre il colore viene affidato a qualche bandierina di dimensioni ridotte e al bel bandierone, sventolato a centro curva in maniera maniacale, con la scritta "Ultras liberi". I cori partono decisamente forte, anche se dopo una decina di minuti, c'è un periodo di appannamento; come succede in queste occasioni, dove le presenze sono davvero numerose, l' assenza di megafoni o del vecchio impianto, si sente particolarmente, infatti gestire con il solo ausilio della voce una curva di quattromila persone, è impresa ardua.
I parmensi si distinguono per compattezza ed anche dal punto di vista canoro non sono niente male; a loro riesce bene coordinarsi, con un paio di lanciacori costantemente spalle al campo che, in piedi sulla balaustra, dirigono come direttori di orchestra tutti i ragazzi che si sono compattati dietro le pezze da trasferta dei Boys. Il parco dei cori è decisamente vasto: si parte dai classici incitamenti alla squadra per passare a ricordare i cari "cugini" reggiani, per proseguire con i cori contro il calcio moderno e la repressione fino ad arrivare a ricordare chi non può essere presente, vittima del Daspo, e chi non può essere presente materialmente ma è lo è in ogni coro, in ogni gesto fatto dal gruppo, in ogni coreografia, in ogni protesta, nella buona e nella cattiva sorte. Se le due curve hanno un momento di avvicinamento, questo succede quando entrambe ricordano Matteo Bagnaresi, lo sfortunato Boys che troppo presto ha lasciato il gruppo ed un vuoto in tutta la curva nord.
I parmensi, già nel primo tempo, confezionano una sciarpata ben fatta condita dalle bandiere gialloblù sventolate costantemente durante tutti i novanta minuti dell'incontro. Sul terreno di gioco i primi ad esultare sono gli ospiti a cui viene concesso un rigore. Sul dischetto si presenta Cristiano Lucarelli che segna il suo primo gol al Pisa ed esulta in maniera molto composta, ma nonostante questo viene subissato dai fischi e dagli spalti piove addirittura un ombrello che comunque non colpisce nessuno. Pessima scelta quella di disfarsi dell' ombrello perché, se nel primo tempo la pioggia non è così fastidiosa, nel prosieguo dell'incontro aumenterà d'intensità fino a diventare particolarmente copiosa. Ora le due tifoserie si scambiano diversi cori offensivi, a rimarcare quella rivalità che per troppi anni è rimasta chiusa in un cassetto. Il primo tempo si chiude con il Parma in vantaggio e con le due tifoserie che hanno offerto un bello spettacolo, quella di casa con una coreografia da spellarsi le mani, gli ospiti con tanti cori intervallati solamente da una sciarpata.
Il secondo tempo si apre con una pioggia abbastanza fitta che disturba non poco gli spettatori e con la curva nord che parte con l'incitamento ma deve fare a meno delle persone posizionate lateralmente più impegnate a ripararsi dalle intemperie che non a sostenere la squadra. Anche nel settore occupato dai parmensi si ha qualche defezione, ma il nocciolo duro della tifoseria rimane imperterrito a sostenere la squadra. A far saltare gli equilibri in campo e sugli spalti, ci pensano Braiati e Joelson, che nell'arco di quattro minuti capovolgono il risultato portando il Pisa in vantaggio, risultato che, se portato a termine, sarebbe una vera e propria sorpresa. Con il Pisa in vantaggio, anche la curva nord prende vigore e torna a ruggire come mai aveva fatto fino ad ora. I parmensi incassano le due reti senza batter ciglio e continuano a sostenere la maglia. In questi momenti sono diversi i cori offensivi che si scambiano le due tifoserie, con i crociati che in più di un'occasione chiamano in causa i "cugini" reggiani.
Sulle ali dell' entusiasmo la nord esprime tutto il proprio potenziale con il coro "Entreremo nella sud, con le spranghe a caricar..." che anche in questo pomeriggio trova il maggior gradimento. Il Parma si getta in avanti per cercare di arrivare almeno al pareggio ma si espone inevitabilmente al contropiede degli avversari, che potrebbero addirittura triplicare le marcature ma l'attaccante Greco si fa ipnotizzare dall'estremo difensore Pavarini. Sugli spalti la tensione è al massimo, gli ultimi minuti si giocano sotto un autentico diluvio che non fa desistere le due tifoserie che fanno di tutto per spingere la propria squadra ad un risultato positivo.
Quando l'arbitro decide che l'incontro è finito, grande euforia in curva nord mentre tra i parmensi c'è delusione per una partita che era iniziata sotto i migliori auspici. Tutta la gioia dei padroni di casa viene riversata nel coro "Se il tifo non ce l'hai, te lo facciamo noi, Parma Parma vaffa...." decisamente potente ma anche troppo "cattivo" nei confronti di una tifoseria che, invece, ha cantato per tutti i novanta minuti fornendo una prestazione di ottimo livello. Del resto i presenti hanno sempre ragione, chi rimane a sedere in poltrona non può arrivare a capire le emozioni che si provano stando a sedere sui gradoni, esultando per una rete o inveendo contro il direttore di gara. Lo capirà chi sta portando il calcio alla deriva?
Testo e foto di Valerio Poli
Tratto da:
Sport People - sito Internet