No alla delocalizzazione del Tardini!
08 - 07 - 2008
Di recente, e non è la prima volta, l'assessore alle Attività Motorie Vittorio Adorni ha parlato di trasferire lo stadio di Parma fuori Parma. Un'ipotesi che avversiamo nel modo più categorico.
Lo stadio Tardini è un simbolo della nostra città, è un patrimonio della nostra comunità, ed è il più grande luogo d'aggregazione di Parma. La scorsa stagione calcistica (seppur sia stata, per noi, la più nera degli ultimi vent'anni) più di diecimila parmigiani vi si sono radunati ogni quindici giorni, per tifare Parma e il Parma. Non semplici ammassamenti di individui animati da finalità ed esigenze particolari e consumistiche, ma da persone che condividono la stessa passione e l'amore per la loro comunità. Perché il Tardini non è un centro commerciale, ma un luogo d'aggregazione popolare parmigiana. Un luogo che stimola l'amicizia, il sentirsi di Parma, lo stare insieme, l'essere comunità.
Chi è stato chiamato a lavorare per la collettività deve difendere gli interessi della medesima. Privare la città di un suo simbolo non è fare gli interessi di Parma. Allontanare il più grande spazio sociale dalla città, per stravolgerne la natura con strutture commerciali, non è fare gli interessi di Parma. Costruire un nuovo stadio quando se ne ha già uno, bello, storico ed invidiato, non è fare gli interessi di Parma. Togliere alla città l'area Tardini per consegnarla all'edilizia privata non è fare gli interessi di Parma.
A Parma non può esserci soltanto posto per centri commerciali, palazzi per burocrati, banche, inceneritori e appartamenti dai prezzi improponibili. Perché una città non è solo affari, economia, soldi, inquinamento ed industrie. Ma intanto: lo stadio di rugby in viale Piacenza non c'è più.
La "parmigianità", parolina magica tanto inflazionata, non è solo anolini e lambrusco. E' aggregazione popolare. E' vivere, trasmettere, ricevere e tramandare la propria cultura e le proprie tradizioni stando insieme. Una Parma che esilia i propri spazi sociali (per interessi di pochi ed egoismo), partendo dal suo più grande, storico ed importante, rinuncia a sé stessa, alla sua anima, alla sua storia, al suo futuro come comunità.
Lo stadio Tardini è dove vuole la tradizione, in p.le Risorgimento, così come l'Angiol D'Or è sul Duomo. Non si delocalizza la propria anima.
Al Tardini gioca il Parma calcio. Il grande problema della Serie B (da quando si gioca al sabato) è il calo drammatico degli spettatori, un problema che comunque (tra scandali, pay-tv, norme anti-tifo e divieti vari) si fa sentire anche in Serie A (ormai ai minimi storici). Trasferire lo stadio fuori città significherebbe disincentivare ulteriormente la partecipazione popolare, e quindi penalizzare il Parma calcio.
Adorni ha lamentato che «in serie B i problemi saranno maggiori, dato che si gioca al sabato e non è pensabile chiudere la città». Ma invece di chiedere di giocare alla domenica (come chiediamo noi) ha ventilato l'ipotesi di costruire un nuovo stadio fuori Parma (come piacerebbe a qualche costruttore).
I problemi d'ordine pubblico legati alle partite si sconfiggono con scelte oculate e responsabili, contenendo le tifoserie ospiti (come fanno, da sempre, in tutte le altre città del Paese). Bisogna alienare incompetenza ed incapacità, non lo stadio Tardini. E si spenderebbe anche molto meno.
GIU' LE MANI DAL TARDINI!
Vedi anche:
16-07-07: Comunicato BOYS "Giù le mani dal Tardini"
16-07-07: Presentazione sito BOYS "Tardini, dal 1923 stadio di Parma"