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Omicidio Sandri: le motivazioni dell'impunità

11 - 09 - 2009

"Certezza della pena", "tolleranza zero", "legge e ordine", sono slogan molto comuni, ma sembrano valere a senso unico. Non quindi un modo di pensare e di vivere, per richiamare tutti al massimo rigore, ma una sorta di arma, impugnata da qualcuno contro qualcun altro. Certezza della pena per qualcuno, certezza dell'impunità per qualcun altro. E non solo per i vertici dello Stato, che si sono dotati di leggi ad hoc per evitare la Giustizia, ma più in generale per tutti coloro che hanno il potere (economico o politico) o che lo difendono.
Per cui, se un agente di Polizia ammazza un ultras, i dettami di "certezza della pena", "tolleranza zero" e "legge e ordine" non si applicano. Viceversa: si cerca di giustificare, spiegare, ammorbidire. La strada per l'impunità. I testimoni oculari non bastano. Dichiarano che il poliziotto distese le braccia con la pistola in pugno, che divaricò le gambe, che prese a lungo la mira, e che poi sparò, trapassando il finestrino posteriore dell'auto su cui era seduto, assolutamente inerme, un ragazzo di nome Gabriele Sandri. Eppure: «L'ipotesi accusatoria di omicidio volontario nella forma del dolo eventuale non può essere ritenuta adeguatamente e sufficientemente provata». Dopotutto: chi non ha mai sparato ad un auto che esce da un autogrill? Ha ammazzato un ragazzo inerme senza alcun motivo, ma il buon Spaccarotella (l'omicida) «era tutt'altro che un fanatico delle armi e si fa già non poca fatica per cercare di capire cosa possa essere scattato nella sua mente». Mica vorremo punirlo per una cosa che non aveva mai fatto, no?
E poi, su..., se spari alle macchine in autostrada, anche prendendo la mira a lungo (con le braccia stese e mirando) mica pensi che potresti uccidere delle persone. Il buon Spaccarotella «aveva l'intento di colpire l'auto e mai e poi mai poteva aver seriamente pensato, accettando anche solo vagamente tale prospettiva, che il proiettile finisse invece col colpire e addirittura uccidere taluno degli occupanti». E poi comunque chi ci dice che lui volesse sparare veramente all'auto? Magari era li a caccia, o a sparare alle bottiglie come nei western, o comunque a sparare da un'altra parte, visto che il colpo «ha impattato contro la rete in un punto collocabile grosso modo in prossimità della perpendicolare dell'asse autostradale, rispetto alla sua posizione, ed è stato deviato sulla propria sinistra attingendo la vettura che era appena ripartita dal parcheggio. Il colpo era direzionato, non diretto, si badi bene, ma direzionato, verso una parte della vettura collocabile all'incirca non oltre la metà della sua altezza». Magari aveva mirato ad un altro passeggero, ma comunque... senza volerlo uccidere... Un errore, niente di più.
Tesi grottesche per una Giustizia ridotta ad una farsa; in un regime (il loro) da operetta.

Tutti i testi virgolettati sono stati tra dal sito internet del Messaggero e citano le motivazioni della sentenza emessa il 14 luglio del 2009 dalla corte d'assise d'Arezzo, che ha condannato l'agente Luigi Spaccarotella a sei anni di reclusione per l'omicidio colposo del tifoso della Lazio Gabriele Sandri, ucciso da un colpo sparato dal poliziotto nell'area di servizio di Badia al Pino l'11 novembre del 2007.

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