Lo spezzatino non basta alle tv
09 - 04 - 2009
Domenica scorsa (5 aprile) č stata la giornata dello "spezzatino". Prima, in mattinata, antipasto di Formula 1 e poi calcio fino a notte. Una partita alle 13, sette alle 15, una alle 19 e l'ultima alle 21. Ma alle pay tv non basta. Voglio spalmare la Serie A su tre giorni: sabato, domenica e lunedė. E con la B (venerdė e martedė) arrivare ad un totale di cinque finestre (con partite dei due massimi campionati italiani).
La partita all'ora di pranzo alla domenica va contro le abitudini degli italiani, ma poco importa: si punta a conquistare il mercato televisivo asiatico.
Dell'opinione dei tifosi che vanno ancora allo stadio non importa niente a nessuno. E infatti gli stadi sono ormai semideserti, anche se i media raccontano che sono sempre pių pieni. Ma non č proprio cosė. La Serie B (ridotta da anni ai minimi termini) č riuscita a stabilire un nuovo record negativo: la pių bassa media spettatori degli ultimi 10 anni (siamo circa a 5.326 a partita). La media spettatori della Serie A, invece, č ai minimi storici. In pratica: circa 5.700 spettatori in meno a partita, rispetto agli anni '90; circa 7.100 spettatori in meno a partita, rispetto agli anni '80.
Questi sono i risultati di chi gestisce il pallone, attraverso speculazione e repressione. Il calcio perde spettatori, quindi interesse, quindi valore (reale). Un classico italiano: un bene nazionale impoverito per l'interesse di pochi.