Tafferugli al Mondiale 2006
25 - 07 - 2006
Finito il mondiale 2006 in Germania, abbiamo sfogliato i quotidiani più importanti e consultato i siti Internet dedicati all'informazione, per capire cosa fosse successo a livello di ordine pubblico - incidenti, feriti, arresti. Incredibilmente abbiamo faticato, e non poco, per conoscere alcun cifre che vi riportiamo:
9.000 i fermati (l'80% tedeschi);
850 i feriti: 350 hooligans, 200 poliziotti e 300 tra passanti e spettatori.
Numeri da capogiro e da brivido. Almeno così dovrebbe essere per chi, da anni, a corto di notizie e di scoop giornalistici, da addosso agli Ultras ogni qualvolta vi sia il minimo disordine. La strategia di comunicazione che mira, volente o nolente, a concentrare sui tifosi e sugli Ultras la desertificazione degli stadi, impone di evidenziare a più non posso gli aspetti legati al pallone violento. Ne abbiamo parlato e scritto decine di volte. Anziché sottolineare e denunciare i mali del calcio, legati, come abbiamo visto ultimamente, ai rapporti di potere tra Federazione, arbitri e dirigenti, al calcio-scommesse, al doping, alla repressione, all'offerta televisiva, si preferisce giustificare l'emorragia di pubblico con le violenze e gli scontri, che ormai accadono sempre più di rado, coinvolgono sempre meno persone e sempre più lontano dagli stadi. Giustificazione che ha il suo naturale obiettivo nell'eliminare gli Ultras dal pallone, per costruire stadi a misura di consumatore, con centri commerciali e attività volte ad aumentare gli introiti delle società. Le notizie di incidenti che troviamo sui giornali (pensate allo spazio mediatico dato al derby interrotto a Milano, a Napoli-Roma, ai derby romani, ad Ascoli-Sampdoria, anche allo stesso Spezia-Genoa: titoli roboanti e giustizialisti!) altro non fanno che alimentare il concetto, nell'opinione pubblica, che se questi delinquenti non ci fossero, gli stadi sarebbero sempre pieni di gente entusiasta, e il gioco del pallone sarebbe un esempio di sportività e lealtà. Questo vogliono far credere. I numeri tedeschi parlano da soli. In Italia, nell'intera stagione di serie A 2005/06, ci sono circa 250 feriti. Ma in Germania l'obiettivo era trasmettere efficienza, organizzazione, pulizia del mondo del calcio, per questo il risalto dato alle cifre è stato quasi nullo. Una strategia di comunicazione mirata, espressione di quello che noi chiamiamo Calcio Moderno.