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Oggi biglietto nominale, domani... riconoscimento della retina?

09 - 09 - 2005

L'estate bollente del calcio italiano si è definitivamente conclusa con l'inizio del campionato, lasciandosi alle spalle i soliti scandali, come la doppia retrocessione del Genoa ed i vari fallimenti di moltissime squadre, evidenziando i lati disastrosi di chi gestisce questo calcio. Individuata la malattia che affligge il gioco più amato in Italia, i vari "dottori del pallone" hanno pensato bene di prescrivere una ricetta al fine di guarire questo malato cronico... proponendo i biglietti nominali come soluzione! L'ennesimo atto di repressione, incontrollata ed insensata, pare abbia avuto però un piccolo effetto boomerang. Il tifoso è oggi equiparato ad un potenziale terrorista, controllato, sorvegliato e schedato (tutte cose che noi Ultras subiamo già da parecchi anni).
La maggior parte della gente nemmeno si ricorda qual è stato il teorico movente che ha causato questa reazione. Dobbiamo infatti risalire al lancio di torce in campo da parte dei tifosi nerazzurri, dove tra l'altro non si registrò nessun ferito, al fine far sospendere la partita Inter - Milan, esasperati dopo l'ennesima stagione fallimentare. Vale la pena soffermarsi su questo particolare, in quanto, se una volta venivano applicate leggi speciali dopo un fatto grave (esempio l'abolizione dei treni speciali, dopo il rogo che riportava a casa i salernitani da Piacenza), adesso non è più così. L'ultima legge speciale applicata è stata creata tempo prima che si presentasse il teorico movente, copiando un sistema già esistente come quello inglese, senza però ricordare che l'intervento del governo inglese avvenne dopo la strage di Sheffield, in cui perirono più di 90 persone a causa delle barriere divisorie tra il campo e gli spalti. Se nel caso degli anglosassoni c'era un motivo serio per giustificare un intervento governativo, in Italia tale situazione è venuta a mancare. Così s'è ricorsi ad un bombardamento mediatico verso fine estate, in modo da far dimenticare alla gente quello che era successo nelle varie aule di tribunali, distraendo i telespettatori, con un'altra puntata della telenovela "la violenza negli stadi"...
Abbiamo visto due giorni di auto-esaltazione da parte del questore locale per aver identificato, bloccato e molto probabilmente diffidato, uno dei tre tifosi del Palermo che aveva acceso una torcia nel corso della gara, provocando l'interruzione del gioco per circa tre minuti (...questo si che è un problema per la città di PARMA...)!
In tutti gli stadi che hanno adottato questo nuovo metodo di emissione di biglietti, ci sono stati parecchi problemi, con persone entrate nel secondo tempo a causa di code interminabili. A Genova molti tifosi non hanno potuto assistere all'amichevole Sampdoria - Stella Rossa, perché le biglietterie non erano provviste di computer e sono rimaste chiuse, mentre in altre città le forze del "disordine" hanno dovuto caricare i tifosi, visto il caos che s'era venuto a creare.
Provate a pensare ad una trasferta come Bologna dello scorso anno, provate a pensarla con i biglietti nominativi, con le code per prendere i biglietti ed entrare allo stadio. Ci domandiamo come possano, questura e società, inserire 7.000 nominativi nell'arco di nemmeno 36 ore, visto che la resa dei biglietti avveniva nella tarda mattinata del giorno antecedente alla partita e che per fare un biglietto ci vogliono circa quattro minuti.
Il nostro sospetto è che ci siano altre finalità, che nulla hanno a che vedere con la cosiddetta "violenza negli stadi". Una di queste sembra essere quella d'arrivare all'emissione dei biglietti solo tramite prevendita, garantendo ad agenzie, di fresca creazione, tipo la Ticket-one o la Lottomatica, una buona fetta di guadagno: basti pensare a quanto costa il diritto di prelazione e moltiplicarlo per gli spettatori degli stadi in Italia... Non solo, teniamo presente che questo discorso lo si può estendere a tutti gli eventi popolari a pagamento, tipo i concerti e le altre competizioni sportive. La gente, in generale (non più solo gli Ultras), si sta stancando d'essere ingiustamente penalizzate, e se da una parte gli stadi sono teoricamente più sicuri, sono sicuramente più vuoti. Il lento ma consistente declino del pubblico calcistico ne è la conferma, a vantaggio, neanche a farlo apposta, di quello televisivo, il quale assicura (direttamente se la vede da casa, o indirettamente se va al pub o al bar) un'altra cospicua fetta di denaro a chi trasmette gli eventi sportivi o i concerti.
Vorremmo essere chiari con le altre componenti del calcio che ci circondano; noi, come BOYS, siamo sempre stati tolleranti nei confronti di chi si è sempre disinteressato dei veri problemi del calcio, magari dandoci ragione in chiacchierate private a riflettori spenti, salvo poi cambiare radicalmente versione una volta in pubblico, al fine di portarsi a casa vantaggi personali. Ma questa volta siamo costretti ad applicare la regola del: "O con noi o contro di noi". Non possiamo accettare passivamente chi vuole violentare i diritti dei tifosi (ammesso e non concesso che di diritti ce ne siano ancora), così come non possiamo accettare chi fa il gioco di questa gente continuando a genuflettersi dinnanzi a loro invece d'isolarli e prenderne le distanze.
Ci chiediamo tra quanto vedremo in azione sistemi di "prevenzione" ancor più tecnologici, come il riconoscimento dell'iride e della retina e le impronte digitali su biglietti e abbonamenti.
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